Pesa tre chili e mezzo. E deve essere stato davvero come procreare un figlio, portarlo in grembo e partorirlo, per Michele Neri, scrivere questa monumentale discografia mondiale di Lucio Battisti, che si candida a Nuovo Testamento della bibliografia dedicata al musicista reatino.
Per chi è nel giro, si sa di uscite annunciate e poi rimandate, ripensamenti e revisioni, ritrovamenti dell’ultimo minuto, testimonianze inaspettate, eccetera: fatto sta che il libro è stato “chiuso” verso la fine del 2009. Diciamolo subito: se non è opera meritoria, certosina, enciclopedica questa, non saprei quale altra. Da spellarsi le mani a forza di applaudire, direi. C’è davvero tutto: uscite discografiche in proprio (segnalate dalle pagine grigie) e donate ad altri o da altri fatte proprie (pagine bianche), dischi ufficiali e antologie, edizioni turche, cartoline sonore polacche, cover spagnole, tedesche, inglesi, americane, giapponesi. Ci sono foto delle copertine, di fronte, di retro, dell’esterno e dell’interno, se apribile, etichette dei dischi, varianti per collezionisti. Chi ha suonato in questo disco e chi in quello. Quali sono stati i giorni di registrazione, in quale sala e quali i turni utilizzati. Neri giunge a definire quando sono stati depositati in Siae i brani, in che sequenza, a nome di chi. Un lavoro che ha del botanico, nel senso migliore: e cioè quello di una tassonomia scientifica, di una ragionata catalogazione che ricorre necessariamente alla testimonianza dell’epoca e alla sua disamina critica. Merce rara, rarissima nell’editoria musicale italiana, spesso fatta di fuffa sputata sul mercato in versione instant book o di interpretazioni personali magari interessanti ma non supportate da un tale apparato scientifico e documentale. Che non è fine a se stesso, ma, oltre a documentare la diffusione del lavoro di Battisti in zone del mondo inaspettate (ok, i Paesi latino americani ce li immaginavamo, ma così tante cover tedesche o francofone, chi l’avrebbe mai detto?), costituisce la base per interessanti spunti ricostruttivi: come il ragionamento – giustissimo – che definisce improbabile la partecipazione di Toni Esposito come percussionista non accreditato ad Anima latina e probabile invece quella a La batteria, il contrabbasso eccetera, sulla base delle date di registrazione dei dischi del musicista napoletano al Mulino (cosa che però urta con i ricordi del produttore di allora di Esposito, il giornalista Renato Marengo, che proprio in quell’occasione realizzò un’intervista scoop a Battisti per l’uscita di Anima latina: ma, si sa, dopo tanti anni i ricordi possono confondersi e unificarsi tra loro). Interessantissime anche le voci riportate sull’ultimo periodo dell’attività di Battisti, probabilmente vere, ma riportate sempre come tali e discusse criticamente. Non tutto è perfetto, certo: Gianni Prudente non partecipò come fonico non accreditato alle registrazioni di Anima latina; mancano un paio di cover finlandesi di Battisti (entrambe di Pepe & Paradise, Vapauteni laulu, ovvero Il mio canto libero, e Wake Me I’m Dreaming, cioè Mi ritorni in mente). È un po’ trascurato il versante alternativo dei tributi a Battisti: la prima uscita della cover de Il tempo di morire da parte dei Litfiba non è nel 1993 sulla compilation Innocenti evasioni, ma nel 1990 sull’altra compilation Union (Cgd; e il pezzo doveva essere dei Futuristi, antenati dei Tre Allegri Ragazzi Morti); non sono citati l’Ancora tu dei francesi The Married Monk (2001), Il nostro caro angelo di Fabio Viscogliosi e Amedeo Pace dei Blonde Redhead (2007), la Prendila così dei Delta V e quella di Petra Magoni e Ferruccio Spinetti, Uomini celesti e Una giornata uggiosa della Bandabardò, l’Amarsi un po’ dei Negramaro e quella degli In vitro, le diverse cover dei Lombroso (citata solo Per una lira). Non è presa in considerazione qualche citazione battistiana nascosta ma significative in brani di Giorgio Moroder, dei Blonde Redhead e dei Negramaro.
Ma, come potete intuire, su 640 dettagliatissime pagine e tre chili e mezzo di libro, si tratta di inezie, quisquilie, pinzillacchere, che scompaiono di fronte all’enormità del monumento che Neri, con un piccolo aiuto da parte degli amici Fabio Sanna e Annunziato Cangemi, ha eretto: e lo dico con sincera ammirazione. Questo libro è una dimostrazione di geometrica potenza. Tanto più che, confermando il piglio scientifico del lavoro, l’editore promette l’invio in .pdf di aggiornamenti periodici, evidentemente redatti da Neri, a chi ne farà richiesta a updatebattisti@coniglioeditore.it. Il libro costa 80 €. Ma vi assicuro che sono tre chili e mezzo di sapienza pura. Li valgono tutti.
Articolo del
18/06/2010 -
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