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Chantal Acda
“Gratitudine, intimità e giocosità, questo è lo spirito della mia meravigliosa balena”
di
Domenico Capitani
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Abbiamo intervistato Chantal Acda a pochi giorni dall’uscita del suo nuovo album “The Whale”, un lavoro che nasce con un approccio diverso nel fare musica. La cantautrice olandese - ormai belga d’adozione - questa volta ha deciso infatti di di creare un nuovo disco in collaborazione con la band con cui è stata in tour per più di dieci anni, tutti musicisti che ovviamente conosce bene e con cui c’è la massima fiducia reciproca. “The Whale” riflette la sensibilità di ogni singolo musicista, compiendo così un verso sforzo collettivo. Nel disco, prodotto da Chris Eckman (The Walkabouts), la cantautrice va ad esplorare delle sonorità più ruvide e pop rispetto ai precedenti lavori, mantenendo l’emozione, la creatività e l’introspezione alle quali ci ha abituato e che restano il cuore della sua musica. Ecco le prime date del tour in pieno aggiornamento: 31/1/26@Diavolo Rosso (Asti) 1/2/26@Circolo Gagarin (Busto Arsizio)
Innanzitutto, il disco segna una sorta di rottura rispetto ai tuoi precedenti, soprattutto per la sua dimensione corale. Ci puoi dire qualcosa su questo aspetto? Come mai hai sentito questo desiderio/necessità di lavorare a 360° con una band? Vuoi dirci qualcosa sui musicisti? Grazie anche per il tuo tempo e il tuo impegno! Beh, suoniamo insieme da più di 12 anni. In tutto questo tempo nessuno se n'è andato o è stato sostituito. Questa band è composta da musicisti straordinari. Davvero straordinari. E anche da una gamma molto ampia di generi. Dunque, Gaetan (chitarra) proviene davvero dal mondo del pop, Niels ha una formazione classica, Eric ha una formazione jazz e Alan suona nei dEUS, quindi questo la dice lunga su quanto possa essere eclettico questo gruppo. Adoro l'energia. L'ho sempre amata. Ma a volte la stessa energia mi ha spaventato all'idea di scrivere e creare qualcosa insieme. Ho avuto molte collaborazioni nel corso degli anni, ma non ho mai scritto da zero con nessuno. È stato un rischio, ma è venuto fuori benissimo. Credo che conoscendoci così bene siamo riusciti a toccare tutte le energie presenti. Sono molto grata per questo!
”The Whale” è composto da storie, non solo tue, ma di tutti…di che storie si tratta? Personali? Alcune personali, come “Rivers”, che parla della figlia di Gaëtan che va all'estero da sola per la prima volta. È andata in Svezia per prendersi cura di alcuni cani in mezzo al nulla. Una storia sull’orgoglio e il lasciar andare. Mentre una canzone come “Safety” racconta della guerra e del desiderio che tutte le persone e gli animali trovino un posto sicuro in cui vivere. Quindi dipende molto dalla canzone.
Lavorare in più persone ad un progetto ha i suoi pro e i contro. Le difficoltà possono risiedere proprio nel processo creativo, nel riunire più menti, più sensibilità, più gusti…è stato difficile? Come è avvenuto il processo creativo? Ognuno mi ha dato due idee per le canzoni. Ho provato a creare una linea vocale o qualche linea di chitarra, poi ci siamo ritrovati nella stessa stanza e abbiamo messo insieme il tutto. È andato tutto molto bene e, stranamente, in modo piuttosto organico. Avevamo anche le stesse idee per l'approccio in studio (registrare tutto contemporaneamente mentre suonavamo insieme dal vivo).
“The Whale”…da dove viene questo nome? Eric stava parlando di una ricerca che stava conducendo sugli animali che vivono in gruppo e sul modo in cui comunicano. Le balene hanno questo incredibile sistema di clic per comunicare tra loro. Mi ha colpito. Così ho iniziato a scrivere e ho pensato alla mia esperienza con le balene. Ne ho incontrato un piccolo gruppo durante un'escursione in solitaria in Islanda (in un fiordo). Sono così potenti e fragili allo stesso tempo. Credo che l'album catturi entrambe queste due cose. Possono essere rumorose e delicate. Sono animali bellissimi.
Come definiresti questo disco se potessi usare 3 sostantivi o aggettivi? Gratitudine. Intimità. Giocosità.
Il tour toccherà anche l’Italia. Quando ti sei esibita l’ultima volta nel nostro Paese e che ricordi ne conservi? L'anno scorso. Cerco di tornarci ogni anno. Mi piace tantissimo. Sembra che le persone siano più brave a gestire le emozioni più intense. Quindi ho la sensazione di potermi aprire completamente e di ricevere tantissimo affetto dal pubblico. Saremo principalmente nella zona settentrionale. Mi piacerebbe vedervi tutti lì a fine gennaio/inizio febbraio
Articolo del
14/09/2025 -
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