Andrea Chimenti arriva da un lungo vissuto musicale. Ha mosso i primi passi con i Moda negli anni ottanta per poi passare ad un percorso cantautorale molto articolato. A distanza di sei anni dal precedente progetto audio-narrativo "Yuri", il cantautore di Reggio Emilia presenta "Il deserto, la notte e il mare", il suo nuovo album solista. «Il Deserto La Notte Il Mare» è uscito ad inizio novembre ed è il decimo disco con undici brani inediti e tantissimi ospiti. Da David Jackson dei Van Der Graaf Generator, presente in tre tracce tra cui il singolo «Milioni», al duetto con Ginevra di Marco in «Allodola Nera» e ancora Antonio Aiazzi dei Litfiba, Fabio Galavotti dei Moda e Francesco Magnelli dei CCCP che partecipano ad un lavoro discografico intenso e caratterizzato dalla raffinata poesia dell’autore. Il disco, pubblicato da Vrec/Audioglobe distribuzione, è arrangiato e prodotto dallo stesso Chimenti con Cristiano Roversi. Lo abbiamo intervistato in esclusiva per Extra! Music Magazine alla vigilia delle prime date del suo tour invernale
Per iniziare raccontaci qualcosa su “Il deserto, la notte e il mare” Ogni disco nasce da un’esigenza, o forse da un’ispirazione…non saprei, forse questi due sentimenti appartengono alla stessa medaglia, due facce indispensabili per approcciare a qualsiasi opera, piccola o grande che sia. Oggi non si parla più di ispirazione, sembra che questa parola appartenga al passato, ad una visione un po’ romantica e forse ammuffita della musica e dell’arte in generale. Io credo invece che sia essenziale. Oggi va tanto di moda sentirsi “artigiani” in campo artistico; invece, penso che l’artigianalità uccida la creatività lasciando troppo spazio al “mestiere”. Ovvio che fare il musicista sia un mestiere e aggiungerei molto serio, ma con la debita distanza dai mestieranti capaci di produrre musica a catena di montaggio, capaci di confezionare note e suoni. “Il Deserto La Notte Il Mare”, nasce dall’esigenza di raccontare e questi racconti sotto forma di canzoni hanno incontrato qualche anno fa Cristiano Roversi. Insieme abbiamo prodotto e arrangiato l’intero album. Infine, l’incontro con David Bonato della Vrec Music Label ha permesso che il disco venisse alla luce
Perché proprio la scelta di utilizzare questi tre elementi? Simbolismo? Romanticismo? Ho scelto questi tre elementi per descrivere il tempo che viviamo. Il deserto è quello culturale che stiamo attraversando, ma aggiungerei anche quello spirituale. Nietzsche scrive “non fa sempre più freddo? Non è notte? Sempre più notte?” È questa discesa sempre più precipitosa nell’abisso che rende a volte spaventosa la realtà. Infine, il mare rappresenta la distanza che dobbiamo attraversare per giungere ad un approdo, la sua profondità ci attrae e spaventa allo stesso tempo. Questi tre elementi appartengono ad una visione del nostro occidente, ma anche alla terribile condizione di popoli costretti ad attraversare il deserto e il mare sognando la salvezza e un luogo di pace. Mi è sembrato, così, che questo titolo potesse rappresentare questo disco e il nostro tempo
Il sole non tramonta ma di bellezza sviene (in Eterno), bellissima citazione, come si articola la costruzione di questo brano? Non è una citazione, ma una parte del testo originale. Il brano è composto dalle strofe con il mio testo e il ritornello in lingua inglese tratto da un sonetto di William Shakespeare. Questa canzone è stata composta insieme a Cristiano Roversi ed è forse uno dei momenti più sereni del disco. Parla di come sarebbe bello vivere in eterno, trovarsi al solito tavolino di un caffè, aprire il giornale e leggere ogni giorno che tutto va bene “e che il Sole non tramonta ma di bellezza sviene”. È una canzone che parla dell’attimo che può essere così vicino all’eterno da sovrapporsi e divenire una sola cosa
L’album annovera ricche collaborazioni, tra le quali quella di Antonio Aiazzi e di Francesco Magnelli, come è nato il vostro rapporto musicale? Aggiungo anche la collaborazione con Ginevra Di Marco e David Jackson. Quelle che hai citato sono vecchie conoscenze che affondano le radici negli anni ’80. Francesco Magnelli suonava insieme a noi Moda e abbiamo stretto un’amicizia importante in quegli anni. Come del resto con Antonio Aiazzi che al tempo suonava con i Litfiba e condividevamo la stessa sala prove in via De’ Bardi 32. Sono stati importanti compagni di viaggio, a cui devo molto negli anni passati. La collaborazione con David Jackson è stata possibile attraverso Roversi con cui aveva già collaborato in passato. David Jackson è stato entusiasta di lavorare sui brani e devo dire che la sua collaborazione ha fatto la differenza.
Come è stato ricevere il premio MEI per la carriera? È stata sicuramente una soddisfazione. Ogni riconoscimento è importante soprattutto quando navighi in percorsi musicali particolari. Ogni riconoscimento sembra incitarti a proseguire dicendoti che sei sulla strada giusta. In qualche modo ti fa sentire meno smarrito in questo panorama musicale che ci circonda così difficile e rarefatto, a volte addirittura impalpabile. Ringrazio il Mei per questo.
Facendo chapeau al tuo cammino artistico, dalla messa in musica del tuo libro “Yuri” al riportare in tour brani di Bowie, siamo curiosi di sapere quale sarà il tuo prossimo progetto, la tua prossima creatura Forse è presto per parlare di un nuovo progetto, adesso devo coccolare questo appena uscito, a viverlo su un palco. È come un bambino piccolo, lo devo accompagnare e credere in lui.
Articolo del
01/12/2021 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|