Yayanice sono Chiara Iannice (voce) e Giulia Facco (piano e synth) con Nicolò Scala-brin (chitarra, basso e beats) e Riccardo Di Vinci (basso). Il loro primo EP, Gu.A.St.O. è uscito il 28 maggio. Cinque brani con sound diversi, cinque canzoni che non vanno capite, ma vanno ballate. Cinque storie raccontante da diversi punti di vista. Gu.A.St.O è l’acronimo di “Guardare Attraverso STrani Occhi”. E Giulia e Chiara ci hanno raccontato cosa vedono i loro in questa intervista per Extra! Music Magazine
+Ciao ragazze, benvenute su EXTRA Music Magazine. Abbiamo ascoltato “Gu.A.St.O.” e ci è piaciuto molto. Avete scelto di pubblicare i cinque brani presenti in questo lavoro tra l’autunno 2020 e adesso. Come mai questa scelta? Ma soprattutto come mai non avete inserito un brano bonus, un qualcosa che ancora non era stato ascoltato? (Chiara) Ciao a tutti! La scelta di snocciolare i brani nel tempo l’ abbiamo fatta per creare una certa attesa, perché essendo piuttosto diversi tra loro per genere, si prestavano ad essere presentati come delle storie a sé stanti, come delle cartoline. GU.A.ST.O. è nato quasi per caso un pomeriggio, grazie anche al contributo di Nicolò Scalabrin (beats, chitarra, basso) e Riccardo Di Vinci (basso) ed è frutto del flusso creativo di quel giorno. Riascoltando il materiale successivamente ci siamo accorte che il sound ci piaceva molto e abbiamo deciso di scriverne i testi. Per questo mi piace pensare a ogni brano come a una bonus track, in qualche modo
Ognuno dei cinque brani racconta una storia diversa. In particolare ci ha colpito “Nero di Troia”, un titolo forte e anche il tema non è particolarmente delicato. Come è nato questo pezzo? (Chiara) Nero di Troia è un brano che parla a chi ci ha ferito, a chi ci ha girato le spalle e ci ha parlato in modo poco chiaro confondendoci. E' quello che vuole essere uno sfogo un po' fuori dai denti, in vino veritas come si suol dire. Da qui il rimando al titolo. Il testo vuole essere sferzante e punzecchiare chi ci ha fatto male, traspirando un velato sarcasmo: la ciliegina sulla torta, come dice, non c'è. Per questa ragione abbiamo deciso di non girare un video per questo singolo ma semplicemente di mandare in loop pochi secondi di riprese che ci immortalano nell' azione di bere vino, ricreando quell' atmosfera che secondo noi porta più facilmente, in un momento no, ad enfatizzare i nostri stati d' animo verso qualcuno, e magari anche ad alzare il tenore dei commenti. L' accoppiata del testo con la musica, che vuole sdrammatizzare le parole, è un invito a prendere le situazioni con filosofia, perchè soprattutto nel dolore, c'è sempre qualcosa da imparare e da prendere con ironia. (Giulia) L’ispirazione musicale ci è venuta bevendo una bottiglia di Nero di Troia, così abbiamo deciso di dare al beat questo nome...e alla fine è stato il testo ad adattarsi al nome del beat e non viceversa!
I cinque pezzi hanno anche sound molto differenti. Abbiamo “Coconut” che è l’unico cantato in inglese. Poi “Sciacquone” più sul funky e “Mezcal” più dance anni ‘90. Come definiresti il vostro genere o qual è lo stile su cui vi riconoscete di più? (Chiara) La questione del genere per me è controversa, ma credo che ricadiamo nella categoria “cose che ci piacciono messe insieme”, le sonorità sono pop, dance e anche hip hop, un gran mischione insomma! Detto questo sentiamo di riconoscerci di più in una vena dance, visto anche la virata che ha preso il materiale a cui stiamo lavorando. Nel tempo capiremo meglio. (Giulia)Per me è sempre stato difficile pensare al genere musicale dato che viviamo in un’epoca in cui ascoltiamo tutti di tutto...alcune persone si esprimono e si riconoscono attraverso l’espressione di un linguaggio, per me è sempre stato il contrario, credo che l’espressione artistica sia la sintesi dei linguaggi che una persona ha ascoltato e approfondito. Detto questo, GU.A.ST.O. è stato creato da 4 menti che hanno un bacino di ascolti in comune per lo più nell’ambito della black music e, nonostante le diversità tra i brani siano notevoli, credo ci sia un filo conduttore personale che li collega tutti
Quale di questi cinque brani è stato il primo a nascere? Il primo in assoluto è stato “Mezcal”, volevamo fare un pezzo un po’ tamarro, che dicesse niente. Così per scherzare
Qual è il brano a cui siete più legate? E quale consigliereste al nostro pubblico? (Chiara) Per me “Coconut” è fortissima ma “Coriandoli”, la bolla ballad, è sicuramente quella che sento più intima, che ha un potere speciale. Quindi se volete ballare partite da Coconut, ascoltate GU.A.ST.O. e prima o poi incontrerete anche Coriandoli. (Giulia) Io amo “Sciacquone”, ha un’energia davvero forte, mi carica molto. Però “Coriandoli” è il pezzo meno commerciale e più raffinato, elegante… credo che espressivamente e artisticamente sia il brano più particolare tra questi cinque
Ora che il progetto “Gu.A.St.O.” si è concluso, cosa c’è nel futuro delle Yayanice? (Chiara) Abbiamo in cantiere altri pezzi e stiamo affinando il nostro live. Abbiamo qualche data a breve e crediamo di fare uscire nuovo materiale verso settembre. (Giulia) Esatto, prenderemo del tempo per curare sia la produzione che la performance. Crediamo molto in quello che stiamo facendo e ci teniamo a farlo sempre meglio!
Articolo del
11/06/2021 -
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