Nati nel 2012 come trio acustico, i Roommates si sono evoluti con sonorità rock caratterizzate dalle tre differenti voci, unendo la potente batteria e creando un sound deciso e coinvolgente. Nel 2017 hanno pubblicato il debut album “Fake”. Il disco ha raccolto giudizi positivi, fino ad essere citato, nell’aprile del 2017 dalla storica band americana Lynyrd Skynyrd, sulla sua pagina Facebook ufficiale dove si consiglia il loro ascolto. Nel 2020, la rock band ligure formata da Davide Brezzo (chitarra e voce), Danilo Bergamo (chitarra e voce), Marco Oreggia (basso e voce) e Alessio Spallarossa, sforna “Roots”, il secondo lavoro discografico. Li abbiamo intervistati dopo averne apprezzato il sound da veri intenditori del rock'n'roll old school e questo è il risultato della nostra chiacchierata virtuale
Da dove parte la vostra idea di musica? Il progetto di condividere tempo, aspirazioni e note. Parte da un appartamento nel cuore dei Vicoli di Genova dove si viveva insieme prima di scegliere di far musica insieme. Si è poi evoluto con il nostro ritorno nell’estremo ponente ligure dove abbiamo lavorato a Fake e a Roots con lo scopo di riportare una idea musicale rock che avesse dei contenuti rilevanti e un respiro più ampio possibile
Quali sono state le vostre influenze principali? Come musicisti singoli veniamo da ambienti molto differenti, dal Sourhern Rock di Lynyrd Skynyrd e Allman Brothers al grunge dei Pearl Jam, passando per la raffinatezza di Ben Harper, Jack Johnson e Dave Matthews e per la modernità dei Kings of Leon e i Royal Blood, per arrivare ai gusti più energici e violenti del nostro batterista Alessio Spallarossa che, viste le sue origini marcatamente metallare, attinge ad un genere estremamente vasto e aggressivo.
Prima o poi torneranno le chitarre anche negli ambienti mainstream della musica italiana? Il problema attuale della musica italiana (forse uno dei tanti) non è costituito dalla mancanza delle chitarre (nonostante abbiamo nel mazzo una valanga di grandissimi artisti delle sei corde), ma dalla mancanza di interesse nei confronti di sonorità che prediligano la strumentalità. Siamo il Paese del cantato, del cantautorato, dove gli strumenti sono spesso delle basi su cui si va a montare un testo. Torneranno le chitarre e in generale gli strumenti nella musica italiana? Diventa un problema di buon gusto e di cultura delle masse, e la risposta è difficile, è una speranza e all’interno di tale speranza c’è il nostro lavoro e la nostra musica che ha lo scopo di far apprezzare ciò che per noi è bello.
Ho apprezzato moltissimo il brano “Feed Me” perchè sembra uscire dagli schemi canonici, parlateci un di questo brano “Feed Me” è la terza traccia dell’album Roots, è il secondo “peccato” che viene incontrato nella lunga risalita che il protagonista deve affrontare e interiorizzare per poter essere libero e consapevole di se stesso. Dopo la Lussuria si è arrivati alla Gola, l’ingordigia, la voglia di avere, possedere e divorare qualsiasi cosa anche se non necessario. Il testo evidenzia la voglia di nutrirsi, cibarsi e dissetarsi di qualcuno e di qualcosa. Non è necessariamente un cibo in senso stretto, ma una bramosia distruttrice nei confronti di ciò che ci sta intorno. Musicalmente è stata intesa come una festa clownesca, una sorta di ambiente fatto di palloncini, cerone, musica ossessiva e denti aguzzi degni di Stephen King. Il risultato è parte del lungo cammino che porta alla redenzione, cardine e traccia di Roots, passando anche per aspetti oppressivi e pesanti mascherati da allegri come nel caso stesso di Feed Me
Com'è stato ricevere l'endorsement dai Lynyryd Skynyrd? Ogni volta che leggo questa frase la mente rimbalza alla telefonata che ricevetti quel pomeriggio: “Vi hanno citato gli Skynyrd sulla pagina e c’è un articolo della loro Webzine che parla di voi”, al di là degli improperi e degli anatemi lanciati al mio interlocutore, pensando fosse una presa in giro, la scena successiva vede noi 4 seduti, sudanti ghiaccio, che leggiamo e rileggiamo più volte l’articolo e la valanga di commenti, guardando il nostro canale YouTube che aggiunge migliaia di visualizzazioni poche ore. Si, gli Skynyrd gradirono una nostra reinterpretazione di Call Me The Breeze (che noi, ingenuamente, tributammo al nostro chitarrista Mr Breeze) e questo ci diede una spinta adrenalinica semplicemente mostruosa. Ma credo che tutti possano capire la gioia di tale istante senza troppi sforzi
Articolo del
18/06/2020 -
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