E’ uscito a fine novembre del 2018, edito da Revubs, il nuovo album di Lùcafall: ‘Mother Goes Plastic’. Meditato e totalmente composto nella dimensione della propria stanza, il disco è una sorta di cammino da intraprendere assieme all’ascoltatore. Il pop e l’elettronica incorniciano e orchestrano la miriade di altre influenze e di altri mondi musicali che percorrono questo disco, databili sin dai primi anni ‘60 fino a ieri. Per capire come il cantautore romagnolo sia riuscito in questo miracolo musicale lo abbiamo intervistato in esclusiva per Extra! Music Magazine
Ciao Lùcafall! Grazie in anticipo del tuo tempo. Parlaci pure della tua storia musicale e di come è nato il tuo ultimo disco “Mother Goes Plastic” Ciao! Il percorso solista inizia nel 2015 con la registrazione del primo album Flower. “Mother Goes Plastic” arriva due anni dopo, nel 2017, prodotto sempre a braccetto con il produttore Antonio Patanè. Il disco nasce dalla passione e dall’ascolto di tanta musica prettamente internazionale, a cavallo tra l’elettronica di nord Europa, la neo-psichedelia d’oltreoceano e il brit-pop. Tutto questo è stato stimolante per la creazione dei brani
Abbiamo davvero apprezzato il sound del tutto, quali artisti pensi abbiano maggiormente influenzato il tuo sound e la tua visione musicale (abbastanza eterogenea se posso permettermi) Dopo un primo periodo beatlesiano / anni ‘60 / summer of love, per l’album sono stato influenzato al primo posto da Sleep Party People, progetto di un musicista danese electro pop shoegaze. Poi, come un grafico a torta, posso suddividere le influenze in vari spicchi: Placebo, Talking Heads, Franz Ferdinand per la parte più rockeggiante; LCD Soundsystem, Portishead, Massime Attack per quella più elettronica; The Smiths e Kings of Leon per quella più pop
Spiegaci un po' cosa vuol dire “Mother Goes Plastic” MGP è il nome dato alla stanza in cui ho scritto (e scrivo tutt’ora) la maggior parte dei miei brani. Una stanza nella quale attacco disegni di amici, quadri e copertine di libri. Mi ha dato l’input perfetto per la creazione dell’intero concept. Metaforicamente è come una mamma, ma finta, perciò di plastica
Cambieresti qualcosa del tuo ultimo disco o sei pienamente soddisfatto? Spesso sono troppo pignolo e rimugino su una singola nota o un singolo passaggio per settimane. E’ impossibile sentirsi soddisfatti pienamente. Ad ogni modo sono molto legato a questo disco, c’è stato un grande lavoro, paziente, certosino. La regola principale è che doveva piacere a me, al produttore e alla band. Ne siamo contenti
Qualche aneddoto in studio che vuoi raccontarci? Nei primi del 2017 in studio, stavo registrando la demo di Closing Credits, chitarra e voce. Dopo una settimana di lavoro, Patanè (produttore) mi fece ascoltare il brano in una versione più elettronica seguita da un’esplosione di distorsioni rispetto a quella che avevo in testa, molto più intima e acustica. Non mi convinse per niente e rimasi molto scettico. Un mese dopo me ne innamorai completamente e da lì costruimmo tutto il mood glitch-elettronico del disco. E dirò di più! La sua prima bozza (rispetto a quella che possiamo ascoltare adesso) era molto più spinta, alla Cosmo diciamo, e fu resa meno techno sotto mia richiesta. Beh ora me ne pento. Per tutti i curiosi su YouTube c’è il video documentario dell’album!
Ti piacerebbe partecipare ad una manifestazione come Sanremo? Visto che ci stiamo avvicinando a quel periodo? Spesso ci penso, ma non riesco mai a darmi una risposta. Visibilità immensa, ma un metodo di giudizio che si distacca dai miei gusti musicali. Le ultime edizioni del Festival mi hanno sempre deluso. Però mai dire mai, ne riparleremo quando promuoverò il prossimo album (in italiano)
Dove ti vedi tra dieci o vent’anni? Spero sempre in un palco con una chitarra o synth tra le mani!
Grazie ancora del tuo tempo, qui puoi ringraziare chi vuoi e dedicargli qualche riga! Questo spazio è per te! Grazie a voi! Ringrazio in particolar modo tutto il mio team, il produttore Antonio Patanè e la mia band: Lorenzo Degliesposti, Giulio Serafini e Francesco Paci. Sono i primi che credono in me, mi supportano e sopportano. Ringrazio tutti coloro che mi ascoltano, che sia per piacere o per curiosità, il tempo che qualsiasi persone spende sulla mia musica per me è veramente prezioso. Un saluto anche a Simone Stagi di Revubs e Milo Manera de La Clinica Dischi, i boss!
Articolo del
22/01/2019 -
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