L’Etiope è un progetto musicale nato a inizio 2015 dall’incontro tra Andrea Cocco, cantante e chitarrista, il bassista Alex Roggero (già “La Sete”) e i due fratelli Gianluca (batteria e percussioni) e Guido Tosi (sintetizzatori, chitarra e seconde voci). Il 19 ottobre 2018 è uscito, edito da Revubs, il nuovo album dal titolo ‘Tutti i successi’ che racchiude i primi due anni di lavori della band, dieci canzoni che attraversano le diverse fasi compositive del gruppo, andando a creare un’opera eclettica capace di spaziare da sonorità indie-rock fino ad arrivare a ballate in lingua sarda, passando per il cantautorato e lo swing anni ’50.
Li abbiamo intercettati per strappargli qualche informazione sul nuovo disco e anche qualche confidenza sparsa
L’Etiope, descrivetevi con cinque parole Sperimentatori appassionati della forma canzone
“Tutti i successi” è un album da scoprire ed ascoltare attentamente. Dove consigliate di ascoltare il disco? Potete scegliere tra: macchina, casa, treno, strada Treno, da Milano a Roma. Le canzoni che si fondono con paesaggi molto diversi tra loro e creano stimoli sensoriali complessi. Appena finisce, riascoltarlo di nuovo da capo, nuovi paesaggi, un altro viaggio
Nominateci cinque artisti a cui vorreste aprire un concerto Plausibilmente ai Comaneci e ai i S.I.K.I, auspicabilmente a i Verdena e Iosonouncane. In senso assoluto a Iva Zanicchi
Qual è il brano che più vi piace del disco e quello che invece avreste scartato? Abbiamo delle preferite, ma non le diciamo (le canzoni sono come figli molto permalosi). Il disco poi viene già da una selezione dei brani (l’ultimo è stato scartato dal produttore poco prima della registrazione), quindi anche qua niente da dichiarare. In una parola: democristiani
A quale gruppo del passato vi piacerebbe paragonarvi? Siamo indecisi tra gli Area, i Beatles e i Neri per caso
Cinque canzoni che vi hanno colpito durante la vostra carriera artistica Azzurro, Too Drunk Too Fuck, il Vino, Don’t Let Me Down, Walk (dei Pantera)
“Basta con le donne, mi prendo un cane” è un brano molto interessante, quindi intanto vi faccio i miei complimenti. Volete raccontarci qualcosa in più sul brano? Si sarebbe potuto chiamare “Il fallimento della disillusione amorosa”, ma non era altrettanto catchy. Racconta di quanto ci si possa rinchiudere in surrogati di vario genere in seguito a una ferita emotiva, e di come questa, in ultima istanza, non possa che essere un’ambizione insensata e fallimentare.
Grazie per il vostro tempo, chi vorreste ringraziare? Fellini, Maradona, i Talking Heads e Nanni Moretti (ciao Paolo)
Articolo del
31/10/2018 -
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