Enrico Vetro è un giovanissimo cantautore che con il suo nuovo singolo "Il mio ruolo" segna un netto cambiamento tra il suo passato artistico ed il suo imminente futuro. Lo abbiamo intervistato per scoprire di più di questa sua nuova fase artistica e musicale
Raccontaci del tuo progetto, come è nato? Precisiamo innanzi tutto che Enrico Vetro è un nuovo progetto che non ha niente a che vedere con il precedente “La stanza di vetro” e l’EP “Al buio” pubblicato nello scorso marzo 2017. Quest’ultima è stata e rimarrà necessariamente una parentesi, riuscita, ma comunque una parentesi da cui non vedevo l’ora di allontanarmi. Dico questo perché il mio precedente progetto “La stanza di vetro”, sebbene fossi sempre io a gestirlo autonomamente, presentava musicalmente ed “affettivamente” troppi residui e cicatrici del gruppo omonimo di cui una volta ero parte più attiva. Enrico Vetro nasce praticamente con questo nuovo singolo “Il mio ruolo” che chiude un percorso e ne apre un altro che sarà a sua volta completamente diverso, in ambito artistico, da questo singolo. Enrico Vetro è la voglia di presentarmi a tutti gli effetti come solista, di ricominciare a fare canzoni come quando ero bambino, prendevo la chitarra e mi chiudevo in bagno lasciando parlare il mio cuore e le prime parole che mi venivano in testa. Solo che a differenza di quando ero bambino adesso ho la maturità, gli strumenti e l’esperienza necessari per poter confezionare un prodotto che mi rappresenti fino in fondo
Quali sono state le tue influenze musicali? Non saprei da dove iniziare. Sento così tanta musica da sempre che ogni volta che compongo un brano vado in crisi dal momento che se fosse per me lo modificherei all’infinito dandogli ogni volta una direzione diversa. Sicuramente le mie influenze sono per lo più straniere e tra le più svariate e vanno dai Radiohead ai Twentyone Pilots ai Disclosure mentre in per le influenze italiane posso dire che sono cresciuto con i Negrita, Battisti, De Andrè e De Gregori e Vasco Rossi che amo da impazzire per come scrive e per le immortali melodie vocali. Comunque ci tengo a precisare che sento molta musica italiana contemporanea che apprezzo davvero con il cuore, da Cosmo a Calcutta, e molti altri artisti meno noti. Certo è che le mie influenze non influenzano troppo la mia musica dal momento che poi in fase di produzione cerco di tirare fuori qualcosa che appartenga più a me che a qualcun’altro, pur non essendo mai soddisfatto di ciò che faccio. Anzi, forse di qualcosa si
Il tuo nome artistico “Vetro” da cosa deriva? Come dicevo sopra fino a poco tempo fa il mio moniker era La stanza di vetro che a sua volta era il nome del gruppo di cui facevo parte, nome tra l’altro, inventato da me. Volendomi scrollare di dosso il passato ho deciso di scrollarmi di dosso anche il nome che avrei voluto cambiare ma poi, la persona che mi fa da manager dietro le quinte, mi ha sapientemente consigliato di non eliminarlo e di utilizzarlo per creare un nuovo nome. Perciò è venuto fuori Enrico Vetro. Inoltre la parola “vetro” è una parola che ho scelto fin dall’inizio e sempre amato per i significati che emana e per le corrispondenze che ha con la mia musica poiché il vetro distorce la realtà a seconda del punto di vista, il vetro riflette, è trasparente, è facile a frammentarsi e al tempo stesso tagliente. Un pò come i miei testi e le mie canzoni.
Parlaci del tuo nuovo singolo “Il mio ruolo”, cosa rappresenta per te? Per me questo nuovo singolo rappresenta la fase attuale della mia vita, una fase in cui urge il bisogno di trovare una dimensione che mi corrisponda a pieno, che sia in grado di soddisfare almeno in parte la sete del mio cuore e della mia anima, un ruolo appunto in questo mondo che sia della mia misura. Eppure, nonostante gli sforzi e gli errori, questo ricerca sembra non bastare mai, sembra spingersi sempre altrove perché il vero segreto è lasciarsi fare da ciò che accade, essere protagonisti del proprio destino semplicemente standoci, senza forzare troppo il corso degli eventi. E questo è anche il significato del testo del brano. Inoltre questo singolo rappresenta la chiusura di un percorso e l’inizio di un altro. I prossimi singoli infatti sono diversi per sonorità e lirica dei testi, sono più minimali e si inseriscono meglio all’interno della tradizione della canzone italiana. Non vedo l’ora di intraprendere questo nuovo percorso dal momento che volevo proprio, con questo singolo, esprimere appunto la necessità di chiudere un trascorso in ambito musicale, molto confusionario e in qualche modo travagliato. Questa consapevolezza mi rende certamente più sereno
Con chi ti piacerebbe collaborare sia a livello italiano che estero? Con Benji & Fede! Naturalmente è una battuta. Mi vergogno un po a rispondere seriamente a questa domanda ma lo farò lo stesso dato che so che non si realizzerà mai. Sicuramente i progetti che più stimo al momento in Italia e che più mi colpiscono sono Cosmo, Thegiornalisti, Calcutta e Motta, sicuramente poter collaborare con loro sarebbe e resterà un sogno. Collaborare con Cosmo in particolare sarebbe meglio che diventare milionari, almeno per me. Riguardo agli esteri sognerei di poter collaborare all’arrangiamento e produzione di un brano insieme a RYX, cioè il cantante dei The Acid. Anche quest’ultimo è uno dei tanti viaggi mentali che mi faccio
Progetti futuri? Per quanto riguarda i miei progetti futuri da qui a dicembre usciranno almeno altri due singoli e dalla seconda metà di novembre riprenderò la mia attività live con i nuovi brani. Poi a gennaio 2019, febbraio al massimo, sarà il momento del primo disco, ma per questo voglio prendermela con molta calma, preferisco procedere per singoli innanzitutto e nel frattempo dallo stesso novembre mi trasferirò a Milano dato che dove vivo ora, a Macerata nelle Marche, si sta peggio che in Bangladesh
Articolo del
16/08/2018 -
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