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Baciamolemani
“Non potendo cambiare il mondo, ci divertiamo a prenderlo un po’ in giro guardandolo da un fondo di bicchiere”
di
Domenico Capitani
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I Baciamolemani sono una tropical-rock band nata nel 2006 a Ragusa. In 12 anni di attività hanno realizzato tre album in studio ed effettuato oltre 300 concerti a cavallo di 5 diversi europei (Spagna, Francia, Belgio, Olanda e Inghilterra). Sei polistrumentisti capaci di passare dalle corde alle percussioni o dai sintetizzatori agli ottoni. Nel 2007 esce il primo disco Ballacazzìz che li porta a condividere il palco con Africa Unite, Roy Paci e molti altri artisti nazionali. Nel 2011 collaborano coi catalani La Pegatina realizzando il singolo “La Corriera” (apripista del secondo disco “L’Albero delle Seppie”) e ricambiano la collaborazione in “Non è Facile” (primo singolo del disco “Eureka”). Nel 2012 realizzano anche la colonna sonora del docufilm “Gelati e Granite” di Ivano Fachin premiato al Festival Europeo del Cinema di Lille. Nel 2017 è uscito il terzo disco “Cardio-Tonic”. Li ho intervistati per Extra! Music Magazine alla vigilia del loro nuovo tour estivo
Da dove parte il progetto Baciamolemani? E soprattutto perché proprio “Baciamolemani”? Il progetto è nato alla vecchia maniera, ovvero da un gruppo di liceali che condividevano la passione per lo ska ed il reggae principalmente. Anche il nome è un riferimento al genere; più precisamente al primo disco di Roy Paci & Aretuska intitolato per l’appunto “Baciamolemani”
Il vostro nuovo singolo “Franca” ha un sapore particolarmente estivo ma non per questo sembra un prodotto prettamente da hit tormentone. Raccontateci qualcosa di “Franca” Il sapore estivo è stato il comune denominatore del nostro ultimo disco. Volevamo dare le spalle al mare e rivolgere lo sguardo verso chi trascorre l’estate in città quando tutto si svuota come accade in “Azzurro” di Paolo Conte. Forse proprio in “Franca” abbiamo un pò trascurato quest’aspetto dedicandoci semplicemente ai personaggi che volevamo raccontare in maniera scanzonata e soprattutto senza prendersi troppo sul serio. I tormentoni preferiamo subirli come tutti piuttosto che cercare di inventarli
Cosa ne pensate della dimensione live del vostro progetto? Spesso chi suona lo fa sempre più svogliatamente, usando sempre più basi, elettronica e poca sostanza. Quanto è importante per voi far divertire e ballare il vostro pubblico? La dimensione live è per noi la primaria fonte vitale. Per poterci esprimere al meglio (o più semplicemente, per divertirci di più) abbiamo sempre avuto il bisogno di essere scollegati da sequenze, basi o “macchine”…ma non per questo crediamo che chi usi le macchine faccia musica di livello inferiore. Per il resto, fino a quando senti di riuscire trasmettere qualcosa al pubblico, avrai sempre una buona ragione per continuare questa piccola e meravigliosa avventura.
Su Facebook vedo un elevato numero di like, avrete di certo il vostro seguito. Ma quanto è difficile uscire dalla Sicilia per conquistare la penisola? L’apprezzamento social è un canto di sirena da cui bisogna tenersi sempre a debita distanza. Continuiamo di gran lunga a preferire il caro vecchio applausometro utilizzandolo in giro per l’Italia e per L’Europa. La Sicilia è purtroppo lontana geograficamente da tutto ma i sacrifici vanno comunque fatti se vuoi fare girare veramente la tua musica. Questo ci ha portato a macinare decine di migliaia di km tra furgoni, navi e aerei…ed è proprio dai lunghi viaggi e dalle innumerevoli ore passate insieme che nascono quei racconti e quelle storie che sicuramente ci porteremo appresso per tutta la vita
Con chi vi piacerebbe collaborare? Accettiamo sia artisti italiani che esteri ovviamente A pochi giorni dall’uscita del videoclip di “Franca”, ci verrebbe da dirvi: Enzo Jannacci! Purtroppo per cause di forza maggiore non sarà possibile…ma avere avuto la capacità di immaginarlo ci ha dato comunque una sensazione di “completamento” della canzone stessa
Suonate anche all’estero, come vi siete trovati nei Paesi che vi hanno ospitato? Notato differenze rispetto all’Italia? All’estero ci siamo sempre trovati bene. Abbiamo sempre giocato a fare gli italiani in gita e questo ci ha anche portato a superare velocemente anche la distanza linguistica. In Italia esistono solo la serie A e la serie Z; o sei affermato a livello nazionale, oppure suoni nei pub per poche centinaia di euro. All’estero il pubblico è più curioso ed è disposto anche a pagare un biglietto per vedere gruppi totalmente sconosciuti. In questa maniera ci siamo anche ritrovati a suonare in templi della musica come la Sala Paradiso di Amsterdam, dove appena una settimana prima di noi aveva suonato una certa Lady Gaga
Progetti futuri? Nuovo disco in cantiere? Per adesso siamo ancora alle prese col tour ma di certo in autunno ricominceremo a lavorare ad un nuovo disco
Articolo del
29/05/2018 -
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