Giorgia Bazzanti, cantautrice umbra classe ’87 dopo aver partecipato ad Area Sanremo 2017 ed essere arrivata in finale, è in questi giorni ancora protagonista con l’uscita sui digital store del singolo “Le finestre non dormono mai”. La giovane cantautrice, nel corso del suo percorso artistico, si è esibita anche con nomi importanti della musica italiana – come Rino Zurzolo, storico contrabbassista di Pino Daniele – e nel 2014 vince “Palco Aperto Roma” e viene scelta da Eugenio Finardi per aprire il suo concerto al Circolo degli Artisti, arrivando a duettare con l’artista stesso. Pochi mesi dopo riapre un altro concerto del “Fibrillante Tour” al Supersonic Music Club a Foligno. Il brano “Le finestre non dormono mai”, scritto dalla stessa Giorgia è stato arrangiato e prodotto da Guido Guglielminetti, lo storico bassista e produttore di Francesco De Gregori e vede anche la collaborazione e la partecipazione di Elio Rivagli alla batteria.
Quando ti sei resa conto che la musica stava entrando nella tua vita? La musica è entrata molto presto nella mia vita: sono figlia di un batterista quindi a casa sono sempre cresciuta con la musica intorno! Ho iniziato con il pianoforte e a soli sei anni mi sono esibita alla Banda dello Zecchino d’Oro. Poi a circa nove anni e mezzo, grazie ad uno spettacolo con la scuola, ho scoperto la passione per il canto. Da lì ho iniziato a studiare canto, mi sono spostata spesso fuori regione e ho fatto numerose esibizioni live che hanno contribuito a formare la mia “gavetta”, soprattutto durante il periodo dell’Università. Credo fortemente nel talento che studia e si arricchisce con l’esperienza, con un percorso che aiuti a definire la propria identità personale ed artistica. Perché al di là di concorsi o talent, è questo quello che più conta e forse ultimamente rischiamo di dimenticarcene
Quali sono le tue principali passioni oltre la musica? Mi piace molto il teatro e la mia formazione artistica ha riguardato anche quello. Oltre alla musica poi, amo molto scrivere. Amo inoltre il mio lavoro a scuola perché, oltre a lavorare con la musica, mi porta a contatto con tante persone diverse. E sono un’appassionata di serie tv, lo ammetto
Come nasce la tua collaborazione con Guido Guglielminetti (bassista e produttore storico di Francesco De Gregori che ha collaborato anche con altri grandi nomi come Lucio Battisti, Umberto Tozzi, Ivano Fossati, Mia Martini? La mia collaborazione con Guido Guglielminetti è iniziata a fine 2016 quando ho frequentato il Practice Studio Recording a Peveragno. Ne vado molto fiera e ammiro molto Guido perché è un grande professionista e una grande persona. In studio c’è un serio lavoro fatto di concentrazione, fatica ma anche di battute e risate! L’uscita di “Guerra e baci”, il primo singolo a cui abbiamo lavorato in studio, ha praticamente sancito l’inizio della collaborazione
Seppur giovanissima hai avuto la possibilità di lavorare già con grandi professionisti per esempio il cantautore Eugenio Finardi con il quale hai duettato in un suo concerto. Qual è ancora oggi il ricordo più vivo legato a quell'esperienza? Ricordo perfettamente l’emozione poco prima di salire su quel palco e aprire quel concerto. Ne sentivo la soddisfazione ma anche una grande responsabilità, e mi sarei esibita di fronte ad un pubblico che aspettava un grande artista. Ma quando poi sono salita e ho sentito quel calore e quell’attenzione sono stata davvero felice. Di Finardi mi ha colpito il suo carattere forte ma anche la sua umanità, cosa che ho particolarmente apprezzato nei miei confronti e che mi ha messo subito a mio agio. Duettare insieme con lui è stata una bellissima emozione e ho avuto sempre un sorriso stampato in faccia
Nel 2016 hai scritto "Guerra e baci" con il quale brano sei rientrata tra le Top 20 di Area Sanremo Tour Videoclip 2017. Ti aspettavi un riscontro così importante? Per me e per Guido è stato un grande risultato. L’esperienza di Area Sanremo in generale ha creato ed accresciuto intorno a me un sostegno e un affetto di grande portata che a quei livelli non avrei immaginato, fino alla finale e anche dopo
Da pochi giorni è uscito il singolo “Le finestre non dormono mai” il brano di cui sei anche autrice e con il quale sei arrivata in finale ad Area Sanremo 2017. Qual è il messaggio che vuoi trasmettere? Ho scritto il testo di questa canzone mentre era seduta sul davanzale di una finestra di casa, davanti ad una vista che si affaccia su pianure e colline, boschi e paesi. Le finestre perdono il loro senso e confine concreto ed evocano per me una dimensione indefinita e fantastica, come fossero dei portali sempre accesi su un altro mondo, reale o immaginario che sia. Superare confini di vetro per andare oltre ed essere altrove. Un verde sconfinato dove la mente può passeggiare libera e sola. Un rifugio personale che è diventato una canzone, volutamente essenziale e che esce dai soliti schemi, e che ha visto la partecipazione di un altro grande musicista: Elio Rivagli alla batteria
Come nascono i tuoi testi? I miei testi nascono spesso quando meno me lo aspetto. Ormai giro sempre con fogli e matita a portata di mano. Poi in studio il lavoro continua e spesso si parte da un’idea per arrivare ad un’altra
Stai già lavorando su un nuovo progetto discografico importante. Puoi darci qualche anteprima? Il disco a cui sto lavorando sento già che mi rappresenta. Sarà un’atmosfera intima e personale e ci saranno anche dei pezzi che appartengono a mondi diversi ma comunque legati tra loro
Recentemente ti sei esibita in un live ad Assisi come secondo te la musica può aiutare a sperare in un mondo migliore e più solidale? La musica per me è una sorta di catarsi. Una purificazione che dà valore sia alla solitudine che ai momenti di condivisione. Aiuta ad esprimere e a comprendere ciò che si ha dentro, suonando, cantando o anche solo ascoltando. Già questo a volte può rendere migliori sia noi stessi che gli altri o magari può contribuire anche solo a farci stare meglio
A parte l'album quali i progetti futuri e con chi vorresti realizzarli? Per ora sono molto concentrata su questo di progetto ma c’è un desiderio che continuerò sempre ad avere: riconoscersi nelle persone con cui si collabora a qualcosa di importante e condividere una visione e una sensibilità comune, in una dimensione che ci appartiene davvero
Articolo del
12/02/2018 -
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