Trepaneringsritualen, questo mostro agghiacciante dagli occhi accesi di sangue e dall'aspetto più death metal che mai, nasce nel 2008 dalla mente perversa del musicista svedese Thomas Martin Ekelund. L'artista è una sorta di vichingo metallaro col gusto dell'orrido e questo lo si capisce subito dalle immagini che circolano su di lui e sui suoi concerti: raduni metal per chi ha il pelo sullo stomaco, dove una figura imponente con lunga barba e altrettanto folta capigliatura si inzuppa allegramente il viso di sangue, a ricordare uno dei trucidatori de La casa dei mille corpi.
Al contrario, al di fuori delle scene in cui impersona il suo alter ego malvagio, Ekelund è un tipetto perbene, addirittura ordinario, che ama la buona birra e fa la raccolta differenziata. Ma torniamo ai tormenti mortuari del suo progetto solista, a cominciare dal nome, che deriva da un antico metodo di trapanazione del cranio come espediente curativo e come esperienza magico/religiosa. Tutta la produzione di Ekelund ruota attorno alla misticità religiosa, all'incontro tra sacro e profano, esplorando i temi della magia, dell'esoterismo e delle arti demoniache.
Già attivo come Dead Letters Spell Out Dead Words, Nullvoid, Teeth e Th. Tot, a partire dal 2008 Ekelund, sotto il moniker Trepaneringsritualen, ha realizzato diverse uscite: in LP (Ritualer, Blot Och Botgöring del 2008), in EP (Deathward, To The Womb nel 2012, Judas Goat nel 2013 e Papist Pretender nel 2014) e in diverse compilation, tra cui l’essenziale The Totality Of Death e Veil The World. Quest’ultima pubblicata in origine nel 2011 in un lussuoso box-tape e ristampata in cd dalla label inglese Cold Spring nel 2015.
L’artista svedese ha realizzato anche un picture disc con il gruppo heavy metal Deathstench ed una collaborazione con Sutekh Hexen, band ambient metal/industrial di Los Angeles . Il suo penultimo lavoro, Perfection & Permanence, (2014) è stato rilasciato sempre da Cold Spring. In realtà le sonorità dell'artista svedese sono molto varie e si muovono tra puro metal, black-industrial e dark ambient. Non mancano, ovviamente, riferimenti ad una certa iconografia e uno spirito black metal scandinavo che va da Burzum, sino ai Taake.
Thomas Ekelund è anche responsabile della label svedese Beläten. L’etichetta, muovendosi in ambito rigorosamente underground e DIY, ha realizzato, a partire dal 2012, ottime uscite solo su cassetta (in omaggio ad un certa tradizione “old school industrial”) in ambito post-industriale, noise e dark-cold wave, pubblicando artisti come Veil Of Light, Lakes, Michael Idehall, Distel, Blitzkrieg Baby e molti altri. L'ultimo lavoro di Trepaneringsritualen è fresco di stampa ed esce per la Tesco Organisation. Kainskult è un lavoro dedicato alla figura di Caino, visto come primo eresiarca, trasgressore archetipico e nemico della figura di Yaldabaoth, demiurgo e creatore del mondo materiale, secondo alcune visioni gnostiche cristiane.
Dopo il canto propiziatorio di Death & Ecstasy, le urla distorte di Ekelund si fanno strada tra percussioni tribali e giri di basso martellanti in Maor Malformed, prima dell'assalto al calor bianco di All Flesh Has Corrupted, brano che scaverà un buco profondo nella vostra anima. Sul versante prettamente musicale, questo lavoro continua sulla scia del precedente Perfection & Permanence lavorando sulla stratificazione sonora e su mantra ripetuti, tra ossessive percussioni metalliche, che ricordano un po' le sonorità post-industriali dei Sophia di Peter Bjärgö, qui però virate nel black-industrial a la Mz.412. In sintesi, questo nuovo e ottimo lavoro riesce a riassumere un po' tutte le suggestioni della tradizione dark-ambient e death-industrial svedese. Il risultato finale è rude, diretto ed essenziale nella sua visione rituale e apocalittica. Kainskult probabilmente sarà capace di affascinare e iniziare molti al culto di Trepaneringsritualen, anche se, costretta a scegliere, lo approccerei al di là delle scene
Articolo del
08/11/2017 -
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