No, non li conoscete. No, non stanno uscendo con un nuovo album. No, non sono hipstser né radical chic. No, non bazzicano il Pigneto. I Nurse with Wound sono semplicemente la band post industrial più prolifica degli ultimi quarant’anni. Ho quasi perso la retta via nel tentativo di contare il numero di album da loro incisi (per infinite etichette) fino adesso, ma poi, quando gli occhi cominciavano ad incrociarsi e la pressione saliva ho deciso che non sono tanto i numeri che contano, quanto la sostanza.
Di origini inglesi, nati come trio nel 1978, formato da Steven Stapleton, John Fothergill e Heman Pathak e diventati poi il progetto solista di Steven Stapleton. Anche le origini del progetto hanno avuto un’evoluzione piuttosto varia, in quanto dall’industrial e krautrock, la passione di Stapleton per il movimento dada e il surrealismo ha portato all’introduzione di elementi sonori ed influenze tra le più disparate (cabaret, filastrocche, John Cage, The Beach Boys, ambient, easy listening e noise rock).
Il gruppo vanta molte collaborazioni come quelle con il polistrumentista James Thirwell, conosciuto soprattutto negli ambienti industrial, post punk, indie rock ed elettronici, il gruppo franco-britannico di indie-pop Stereolab, il genio dell’elettronica inglese John Balance, David Tibet dei Current 93 (altra band industrial- dark ambient inglese) e una grande band krautrock tedesca degli anni 70, i Faust. Così come l’eterogeneità delle influenze di Stapleton, anche le copertine degli album ricalcano una grande varietà di stili artistici, dal futurismo di Marinetti e Boccionbi al surrealismo di Ernst, dal pop di Warhol al dada di Tristan Tzara fino ad un tetro espressionismo alla Munch.
Passiamo in rassegna teste di bambola mozzate, colori crudi, tagli, ferite aperte, teschi, e creature tra le più spaventose che l’immaginazione potrebbe mai suggerire. L’ultimo album di Nurse with Wound risale ad agosto 2016, dal titolo Dark Drippings. Poi più niente. E la cosa non passa inosservata, considerato che di solito Stapleton si muove a ritmi di minimo 3-4 album all’anno. Caesar di Versacrum scrive “le loro sonorità sembrano buttate a caso senza una logica, lo so che gli intenti sono quelli di una sorta di estetica dell’avanguardia, ma l’avanguardia non sa essere comunicativa. È un problema che riguarda tutte le arti”.
Peccato perché se è vero che l’avanguardia è ciò che trascende il tradizionale e l’accademico, in cerca di nuove emozioni e nuovi modi per trasmetterle, ascoltando Dark Drippings capiamo quanto l’avanguardia artistica sia vena pulsante dell’arte e suo naturale e immancabile progresso. Un’avventura psichedelica tra la carica elettronica degli Einsturzende Neubauten e gli orgasmi frenetici dei Faust o dei Coil. Lo sposalizio perfetto fra percussioni tribali, cartoon e messe nere. Attendiamo impazienti notizie dal pianeta Stapleton
Articolo del
21/10/2017 -
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