Pubblicato dall’etichetta Filibusta Records, Alter & Go è il primo disco del quartetto romano formato da Roberto Bottalico al sassofono, Augusto Creni alla chitarra elettrica, Pietro Fumagalli alla batteria e Pietro Ciancaglini al contrabbasso (con la partecipazione speciale di Tiziano Ruggeri alla tromba). Una formazione che nasce dall’esperienza nella Roma Big Band diretta Claudio Prado e che partendo come spesso accade dalla sala prove ha dato vita ad un vero e proprio disco.
Partendo dalla tradizione Hard Bop il quartetto rilegge con maestria alcuni dei linguaggi appartenenti al jazz degli anni ’50 e ’60 con una chiave di lettura moderna ed intrigante. Una delle caratteristiche principali di Alter & Go è il fatto di aver sostituito il pianoforte, tipico strumento armonico presente nelle formazioni Hard Bop, con la chitarra elettrica.
Proprio per questo motivo abbiamo parlato di questo progetto con il Chitarrista Augusto Creni che ci ha raccontato la storia di questo quartetto diviso tra tradizione e sperimentazione.
Augusto, Alter & Go è senza dubbio un progetto che parte dalla tradizione Hard Bop e dal jazz degli anni ’50 ’60. Secondo te questo genere ha ancora molto da dire? Questo progetto nasce da un ascolto Hard Bop degli anni '50 '60 prendendo spunto da sonorità di grandi musicisti quali John Coltrane, Jazz Messanger, Tadd Dameron etc.etc., ma sopratutto da un nostro modo di suonare e reinterpretare questo linguaggio inserendolo in un contesto più moderno. Gli strumenti che abbiamo utilizzato e il tipo di fraseggio si allontanano un po’ da questo stile, ma è proprio il desiderio di suonare Hard Bop che crea il giusto equilibrio tra tradizione e modernità. Indubbiamente questo stile nello stile ha ancora molto da insegnare, soprattutto nel linguaggio improvvisativo, armonico-ritmico e concettuale.
Parliamo ora del disco: per cominciare volevamo chiederti quando avete cominciato a suonare insieme e quando è nata l’idea di creare il progetto Alter & Go… Iniziamo dicendo che io, Roberto Bottalico e Pietro Fumagalli abbiamo un background musicale differente, che parte dalla musica classica per arrivare al jazz più moderno. Ci siamo incontrati nella Roma Big Band diretta Claudio Prado e collaborando a quel grande progetto abbiamo tutti e tre avuto l'occasione di conoscerci e di condividere idee, dischi, brani, decidendo immediatamente di creare un quartetto che rispecchiasse il tutto, proprio come il nome del disco Alter & Go.
Cosa significa, dunque, Alter & Go? Dietro questo nome c’è un significato particolare? Questo nome nasce dall'esigenza del sassofonista Roberto Bottalico di evocare l'unione tra la sfera emotiva e il percorso musicale che lo rappresenta, come mi disse una volta: “su un letto di hard bop si poggia il moderno”. Trovo che sia una sintesi perfetta di tutto ciò che è la nostra musica, il nostro sound le nostre peculiarità artistiche: è qualcosa che condividiamo tutti.
Presentaci, allora, questo disco: come lo descriveresti ad una persona che non lo ha mai ascoltato? Il disco è un mezzo per fotografare questo periodo della nostra vena artistica e creativa, con i temi scritti da Roberto e gli arrangiamenti creati per farli funzionare appieno. Allo stesso tempo, però, è anche un tramite per rappresentare, con le improvvisazioni solistiche, armoniche e ritmiche, la nostra sensibilità musicale, cercando di trasmettere all'ascoltatore un'emozione tipica che solo il jazz riesce a suscitare.
Generalmente lo strumento armonico utilizzato nell’hard bop è il pianoforte: in questo caso abbiamo la chitarra. Visto che sei tu il chitarrista della band volevamo chiederti quali sono le differenze stilistiche apportate da questo strumento? Da chitarrista posso dire che a livello storico, in questo periodo specifico la chitarra sparisce quasi del tutto: difatti la sezione ritmica era, ed è rimasta tutt'ora, pianoforte, contrabbasso e batteria. Il mio obiettivo personale è proprio quello di inserirla in questo stile soprattutto a livello armonico-ritmico, prendendo spunto dal linguaggio pianistico di artisti come Sonny Clark, Tadd Dameron, Barry Harris e fondendolo all'armonia quartale tipica della chitarra, per presentare nel contesto Hard Bop una visione molto più moderna rispetto all'utilizzo del solo pianoforte.
Possiamo dire, dunque, che Alter & Go è una rilettura moderna di uno stile e di un genere che in questo contesto storico e musicale può ancora dire la sua? Diciamo che pur partendo dalla tradizione Hard Bop vogliamo evolvere la nostra musica in una chiave moderna, senza fossilizzarsi sul passato ma traendone spunti per progredire e migliorare. Quindi non solo una rilettura ma anche una naturale conseguenza delle nostre identità musicali.
Tradizione e sperimentazione: due concetti che non si sposano mai o che possono convivere in perfetta armonia? Tradizione e sperimentazione sono due concetti molto vicini tra di loro: teniamo presente che ciò che per noi ora è tradizione nel momento storico di appartenenza veniva considerata sperimentazione. Il nostro intento è quello di utilizzare il linguaggio della tradizione come punto di partenza.
Parliamo ora dell’importanza della tradizione. E’ ancora importante rendere omaggio o prendere spunto dai grandi del jazz passato nel contesto attuale? La caratteristica importante dell' Hard Bop è che, oltre agli strumenti utilizzati, si ha ancora una musica tonale e modale costituita con giri armonici blues maggiori e minori, sconfinando nel funk e nel soul, per poi spaziare nella fusion, postbop, new bop etc. e arrivare infine a un'evoluzione atonale che sarà poi il freejazz. Tutto questo ci fa comprendere come la tradizione sia stata, sia ancora e rimarrà sempre, importantissima per l'evoluzione e la comprensione: l'Hard Bop è una ricerca comune alla maggior parte dei musicisti ed è fondamentale non tralasciarlo.
Per quanto riguarda i live, invece, dove possiamo vedervi in futuro? Lasciateci qualche coordinata e in bocca al lupo! Per concerti, interviste, interventi radiofonici e tutto ciò che riguarda il nostro cammino, conviene seguirci sulla pagina facebook alterandgo Crepi il lupo e a presto!
Articolo del
10/06/2017 -
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