Tremate: le Pandoras son tornate…! Se aveste bisogno di un rinfresco di memoria, le Pandoras furono una delle grandi band “all-female” della scena losangelina “Sixties Garage” degli anni 80 (quella che sfornò anche le Go-Go’s e le Bangles, per intenderci). Fondate dalla leggendaria Paula Pierce, realizzarono tre album e una manciata di singoli ed E.P. prima delle inevitabili liti e dello scioglimento. La morte della Pierce a seguito di un aneurisma cerebrale nel 1991 mise poi una pietra tombale sulla band. Fino a oggi. Qualche mese fa, infatti, tre ex componenti della seconda e più longeva line-up della band (quella che operò tra il 1985 e il 1991) hanno resuscitato le Pandoras con una serie di concerti e anche delle nuove incisioni. Si tratta di Kim Shattuck (nota per la sua band successiva The Muffs e per un’esperienza nei Pixies) che ora suona la chitarra e svolge il ruolo di frontwoman che fu di Paula Pierce, Melanie Vammen alle tastiere e Karen Basset al basso, più una batterista rotante. Le abbiamo incontrate per farci raccontare cosa bolle in pentola.
Ok siamo qui con le Pandoras. Tu sei Kim...
Sì, io sono Kim Shattuck, e ora suono la chitarra. E canto. Io sono Karen Basset e suono il basso. Io sono Hillary Burton e suono la batteria. Io sono Melanie Vammen e suono le tastiere.
Chi sono tra di voi i membri originali delle Pandoras?
(Melanie) Io e Karen. Noi eravamo sul singolo Hot Generation.
Quella era la seconda formazione delle Pandoras. Perché non dite qualcosa su Paula Pierce, la fondatrice della band. Questa reunion è iniziata “in onore” di Paula Pierce in effetti…
(Melanie) Sì, l’abbiamo fatto in onore di Paula Pierce. (Kim) Paula Pierce era una tipa davvero super intensa, aveva un senso dell’umorismo davvero divertente, e scriveva delle canzoni davvero fantastiche. Però le piaceva spaziare per stili differenti. E per noi questa cosa era un po’ triste, perché a noi piaceva lo stile con cui avevamo incominciato, il garage-rock. Ma a un certo punto lei iniziò a spostarsi più verso il metal, la qual cosa ci infastidì… Come persona, lei era davvero “over the top”. Era una persona strana, bizzarra. (Karen) Era piuttosto impavida, la maggior parte del tempo. Scriveva canzoni su soggetti che… Di solito erano gli uomini che scrivevano canzoni sulle ragazze, e lei invertiva la cosa: era la donna che parlava dello stesso tipo di atteggiamento, ma dal punto di vista di un singer/songwriter femmina. (Melanie) Io penso che lei fosse una tostissima chitarrista e cantante, sapeva fare delle urla come nessuno al mondo. Piuttosto unica, piuttosto selvaggia.
A L.A. negli anni 80 giravano tantissime “girl-band”, più che in ogni altra città al mondo. Come mai? Fu dovuto all’influenza delle Runaways?
(Melanie) Be’, Paula amava le Runaways. Sicuramente. (Kim) Io sono una grande fan delle Go-Go’s e delle Bangles. Specialmente le prime Go-Go’s e le prime Bangles. Non so… è che la gente a Los Angeles fa quello che gli pare… Lì, quelli che si preoccupano per l’immagine sono gli attori e le attrici, ma i musicisti no, non gliene frega niente, fanno quello che gli va.
Le Pandoras erano parte di una “scena”. Quella del revival dei Sixties, insieme alle band del cosiddetto Paisley Underground. Come mai nacque questa voglia di tornare ai Sixties dopo l’esplosione del Punk?
(Melanie) Tutto questo è vero, e ti rispondo subito. Perché anch’io ero parte di quella scena nel momento in cui incontrai Paula. Ci conoscemmo nel 1983. Era qualcosa di nuovo. C’erano parecchi dance club dove suonavano musica soul, e poi tutti si appassionarono alla musica garage dei Sixties. C’erano gli Unclean, i Tell Tale Hearts, The Crawadaddys… Erano tutti in fissa per la Chocolate Watch Band, volevano essere come i Count Five o i Music Machine. Eravamo un ampio gruppo di persone: ci spostavamo da un club all’altro ed era una sorta di grande famiglia. Era piuttosto divertente. (Kim) Non è successo tutto a causa [delle compilation] Pebbles e Nuggets [che furono pubblicate in quel periodo]? [Melanie] Sì, certo, diverse etichette avevano iniziato a ristampare questi brani oscuri del 60’s. Compilation come Boulders, Pebbles, Back From The Grave… Tutta questa roba.
Immagino che abbia avuto molta importanza anche la Bomp!, l’etichetta di San Francisco di Greg Shaw.
(Kim) Sì, certo! La Bomp era molto influente all’epoca. Greg Shaw era una specie di guru di tutta la scena. Lui era il fondatore della Bomp, ma era anche un’icona. Si guardava a lui con ammirazione: era un tipo biondo con i capelli alla Brian Jones, che regalava acidi a tutti (ride, n.d.r.) E’ vero! Io non l’ho mai preso… Io non volevo essere inculata da Brian Jones, ma altre… Ehi, questo non è necessario che tu lo scriva ha ha! Ma ok, se vuoi scrivilo… Ma lui organizzava degli “acid parties”, è vero… (Karen) Non c’era sesso anale, però, io so che è così. (Melanie) Parla per te!
Quali erano i club all’epoca in LA dove tutte queste band si esibivano?
(Kim) C’era il Cavern Club proprio al centro di Hollywood. Poi c’era quest’altro club chiamato The Rave-Up altresì chiamato The PeeVee Tee Vee O3. C’era l’On Club, il Lasa Club… Ad Orange County c’era la Concert Factory. (Melanie) A San Diego c’era una bella scena. E tutti quanti noi andavamo anche lì. (Melanie) C’erano anche delle rivalità. Ad esempio c’era la gente di Pasadena, c’era la gente di L.A., quella di Orange County, poi quella di San Diego… Ma comunque ci incontravamo tutti quanti, andavamo alle feste, ai club… Non erano proprio di quelle grandi rivalità, ma sai… ci annusavamo, criticavamo i vestiti di quelli delle altre zone mentre ballavamo..
Parliamo della seconda fase delle Pandoras: ossia di quando voi (Kim, Karen e Melanie) siete entrate nel gruppo. Avvenne nel 1985, vero?
(Kim) Sì, io mi sono unita a loro nel 1985, quando le altre se ne erano andate, all’inizio di quell’anno. E quasi immediatamente dopo siamo entrate in studio per registrare l’album STOP PRETENDING. E subito dopo ci siamo imbarcate in un lunghissimo tour. Così, in relazione alle domande che ci hai fatto prima: a quel punto non eravamo più così addentro alla “scena”, perché eravamo in tournèe, con tutto ciò che ne consegue.
Il disco ebbe un “moderato” successo. Più a Los Angeles che altro però, credo…
(Kim) Be’, ebbe successo nelle città principali [degli U.S.A.]. Io lo chiamo “il fattore grande città”. Città come New York, Los Angeles… Lì andò molto bene.
Parliamo della metà degli anni 80. In quel periodo altre band come le Bangles e le Go-Go’s sfondarono a livello internazionale grazie anche ai loro video, che furono passati su MTV. Voi non seguiste questa strada?
(Kim) Purtroppo, non proprio. Cioè, facemmo un video ma era piuttosto strambo ma non credo che passò mai su MTV. Ma forse in quel periodo MTV non c’era ancora. (Melanie) Sì c’era! Ti ricordi quello show “Nite Flights”? Andava in onda a tarda notte e passavano tutti i video più fighi. Forse un nostro video successivo passò su MTV allo show “Headbangers’ Ball”.
Comunque STOP PRETENDING non vi portò il livello di successo delle Bangles o delle Go-Go’s.
No. Ma grazie a quel disco firmammo per una major. La Elektra.
Ma cosa successe con la Elektra? Il vostro album rimase nel cassetto.
Registrammo un album per la Elektra. Ma la Elektra era gestita malissimo da questo tipo, Peter Filbin, e… non so… a un certo punto licenziarono Steve Prass, che lavorava per il dipartimento A&R (artist&repertoire). Licenziarono lui, e nel contempo entrambe le band che erano legate a lui: le Pandoras e i Jetboy.
Quindi c’è un disco inedito nei cassetti che prima o poi potrebbe essere pubblicato?
(Kim) Sì, perché credo che fosse stato anche mixato. (Melanie) In effetti, fu mixato un paio di volte. E’ in qualche scaffale della Elektra, è nei loro archivi.
Contiene belle canzoni? Vale la pena di pubblicarlo?
(Kim) Noooo! (ride,n.d.r.) No, a meno che non lo rimixiamo. Ma non lo so, è un po’ antiquato come suono. (Melanie) Ci sono diverse buone canzoni, come Just A Picture, Again And Again… (Karen) Sono belle canzoni, e le abbiamo suonate dal vivo di tanto in tanto durante questo tour.
Dopo l’esperienza con la Elektra, Paula Pierce si è spostata su un sound più duro, quasi “metal”, e alcune di voi non erano convinte della nuova direzione…
(Kim) Oh sì, esatto: la odiavamo. (Melanie) Anch’io la detestavo. (Kim) Eravamo molto “scoglionate”. Letteralmente.
Però per un po’ vi siete adeguate.
(Kim) Be’ sì, perché pensavamo che si sarebbe potute tornare a diventare una buona band, ma in realtà non è mai successo. Io ho resistito perché volevo continuare a divertirmi con la band, anche se non mi piaceva più la musica. E comunque ero ancora amica di Paula e delle altre. Ma poi a un certo punto Melanie è stata cacciata (due mesi prima che la band si sciogliesse). E io rimasi davvero sconvolta da questa cosa. Poi Paula cancellò anche il tour europeo [che era stato programmato] – senza alcuna ragione – e a quel punto me ne andai anch’io. E quella fu la fine delle Pandoras. (Karen) Ci fu un ultimo show in cui presero due tizi per suonare il basso e la batteria…
Era il 1990. Adesso, un quarto di secolo dopo, rieccovi qui. E nel frattempo avete maturato diverse importanti esperienze. Tu, Kim, hai fondato The Muffs. E hai suonato il basso per i Pixies.
(Kim) Sì, per un breve periodo. (Melanie) Anch’io sono stata con i Muffs. Per quattro anni.
Anche tu, Karen, sei stata con altre band?
(Karen) Sì. Ma io me n’ero già andata dopo il fiasco con la Elektra Records. O meglio, venni licenziata. (Melanie) Lei è stata la prima ad essere licenziata [da Paula]. (Kim) Io sono stata l’unica ad andarsene di sua volontà! (ride, n.d.r.) (Melanie) L’unico motivo per cui fui licenziata è che io suonavo le tastiere, e non c’era più posto nella band per le tastiere perché Paula voleva suonare hard rock. Io avevo appena iniziato a suonare la chitarra, ma ero ancora scarsa tecnicamente. (Kim) In realtà come ragione non è così offensiva, perché si trattava proprio della direzione in cui voleva portare la sua musica. (Melanie) Poi per la verità Paula, quando accadde, fu incredibilmente triste, e pianse. E comunque era il momento giusto per separarsi.
E tu Hillary?
(Hillary) Io sono stata con queste ragazze a suonare la batteria per quanto tempo… un mese? Ma ero lì a vederle. Ho visto il primissimo show in cui suonarono con le Pandoras. Quando ero a scuola andavamo a vedere le band della zona di L.A., e così ebbi l’opportunità di vedere le Pandoras dal vivo, inclusa la prima volta che [Melanie, Kim e Karen] erano in formazione.
E adesso, 25 anni dopo, siete di nuovo insieme. Cos’è che ha dato il “la” a questa reunion?
(Kim) Be’, abbiamo ricominciato a frequentarci. Abbiamo iniziato a fare delle jam e a suonare alcune delle canzoni. E ci siamo accorte che man mano che le suonavamo, avevano una resa sempre migliore. Così ci siamo dette: “Stiamo sprecando tempo, dovremmo suonare dal vivo!” (Melanie) Abbiamo cominciato a frequentarci e a suonare, e poi abbiamo preso una piccola sala, ed era divertente. (Kim) E quando abbiamo cominciato a fare delle prove in maniera seria, abbiamo deciso che avremmo potuto andare in tour, o registrare… E’ tutto per divertimento.. E volevamo rendere tributo a quelle canzoni di Paula che ci piacciono. Chiaramente non facciamo le canzoni dei tardi anni 80 che non ci piacciono (Fummo costrette a suonare delle canzoni che sono assolutamente delle merde verso la fine). Ma le canzoni che amiamo, quelle che reggono ancora bene, sono quelle che suoniamo. (Melanie) Ci sono tante belle canzoni. (Karen) Paula era una compositrice super talentuosa.
Qual è il primo concerto della reunion che avete suonato?
(Kim) Al Casbah di San Diego. E’ stato divertente. Ed è stato davvero speciale. Pieno di gente. Tanto sudore. In ogni show che facciamo c’è tanto sudore…
Com’è la scena musicale di L.A. al momento? C’è ancora interesse per le band degli 80 e la musica dei 60?
(Kim) Non lo so… E’ molto frammentato. Succedono tante cose a L.A., non è una città morta. Ma non lo so… Sono qui, così non ho un’idea chiara di cosa stia accadendo a L.A. in questo momento.. (ride, n,d.r.)
Esiste ancora il Coconut Teaszer?
(Kim) Sì, ma si chiama Hyde Park adesso. E’ un posto dove la gente va a far festa a tarda notte. Forse è anche un ristorante per “gente speciale”.
So che dopo la morte di Paula Pierce si tenne un tributo per lei proprio al Coconut Teaszer…
(Kim) Anche Melanie ci ha suonato. Eravamo lì con The Muffs. A quel tempo eravamo già con le Muffs. C’era un sacco di gente importante della scena musicale di Los Angeles: Cherie delle Runaways ecc ecc.
Kim, dimmi qualcosa su The Muffs. La band è ancora attiva?
(Kim) Sono appena stata in Spagna con The Muffs. Io però non riesco a stare con più di una band per volta. No, comunque ho un bel po’ di nuove canzoni che devo insegnare ai ragazzi e faremo un altro disco. Però prima devo fargli sentire le canzoni e dobbiamo iniziare a lavorare da lì, sai com’è il processo… Impari le canzoni, le butti giù, vai in sala d’incisione, le registri… Io prendo il mio tempo con calma, e alla fine il tutto viene mixato. E poi il disco esce, un milione di anni più tardi (risate).
Domanda difficile, Kim: cosa è successo tra te e i Pixies? Tu hai suonato con loro per quasi un anno – eri “la seconda Kim” – ma poi sei stata licenziata…
(Kim) Quasi un anno, sì… E gli show sono stati fantastici. Non lo so, forse io avevo troppa energia per loro. Loro erano più calmi e controllati. E comunque, bene così.
Sono girate voci su un Frank Black troppo “dittatoriale”…
(Kim) No, no. Lo dicono tutti, ma… Frank Black, il cui vero nome è Charles Thompson, era l’unica persona all’interno dei Pixies che mi volesse nella band. E mentre gli altri, senza alcun motivo, si facevano delle paranoie nei miei confronti, lui mi ha difeso. Ed è stata l’unica persona della band che l’abbia fatto. Però alla fine, dopo un sacco di tempo in cui c’era David Lovering che mi odiava a morte… - perché io mi gettavo in mezzo al pubblico qualche volta – e a lui non piaceva. Dave era quello a cui piacevo meno, e ha intrigato dietro le scene affinché anche tutti gli altri mi odiassero. Ma l’unica altra persona che mi odiava era il loro manager. Ma no, Charles è una persona davvero carina, e mi ha veramente difeso. Non posso parlare male di lui. Ma in generale è stata un’esperienza davvero bella. Mi sono divertita. E’ stato divertente suonare per il loro pubblico.
(Si ringrazia Susanna Motta che ha reso possibile quest'intervista il 9/9/2015 all'Init di Roma)
Articolo del
09/03/2017 -
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