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Soviet Soviet
"I Suicide sono stati una band davvero importante". Intervista ai Soviet Soviet alla vigilia dell'uscita del nuovo album
21/11/2016
di
Valerio Di Marco
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A distanza di tre anni dal fortunato debutto 'Fate', e dopo aver macinato una quantità impressionante di chilometri, l'instancabile power-trio Soviet Soviet torna con il secondo lavoro 'Endless', in uscita il 2 dicembre su Black Candy. Ne parliamo con la band pesarese mentre sta per iniziare il tour che nella prima fase si protrarrà fino a metà dicembre.
La gestazione di 'Endless' è stata molto sofferta. In quale fase avete incontrato le difficoltà maggiori, nella scrittura, negli arrangiamenti o nella produzione?
Non userei il termine “sofferto”, quest’ultimo album ha avuto solo un processo creativo più lungo. Ci siamo presi il nostro tempo per lavorare sui pezzi e su tutti gli aspetti, dalla scelta dei suoni agli arrangiamenti.
Quali sono le differenze rispetto a 'Fate'?
Penso che 'Endless' sia un lavoro in cui abbiamo sperimentato maggiormente dal punto di vista dei suoni e della melodia. Sicuramente è un album molto energico ma nello stesso momento riflessivo. Diciamo che parte da 'Fate' per poi prendere una propria strada ed una propria direzione.
Sembra un album maggiormente strutturato sulla forma-canzone, che ne dite? Beh sicuramente lo è. Rispetto ai nostri primi EP autoprodotti abbiamo avuto un processo creativo che ci ha portato ad avvicinarci nel corso degli anni a questo modello. I testi sono diventati sempre più importanti e sono stati curati allo stesso livello delle parti strumentali.
Avete affermato che una delle vostre influenze principali per questo disco sono stati gli A Place To Bury Strangers. Quando vi ho visto dal vivo, però, non sono riuscito a non pensare anche ai Suicide, specie per i famosi "urletti". E' corretto come riferimento?
I Suicide sono stati una band davvero importante. Ma sicuramente le nostre influenze non si limitano ad una sola band o ad un solo genere. Siamo tre componenti che ascoltano davvero tanta musica e che quindi subiscono l’influenza di numerose band.
A proposito di immaginari vintage, cosa vi siete detti con i Television quando avete aperto per loro l'anno scorso?
Più che dire abbiamo guardato. Abbiamo assistito al loro concerto dopo aver avuto la fortuna di aprirlo. È stata una bellissima esperienza. Finito il live poi la band è andata via ma è stata all’altezza del proprio nome con un concerto strepitoso.
Oramai siete una realtà conclamata anche all'estero. Quali sono le differenze principali con l'Italia in termini organizzativi e di pubblico?
Una cosa che abbiamo sempre notato suonando fuori Italia è la curiosità del pubblico. Qui in Italia è più difficile, è un altro contesto sociale. In molti paesi c’è la cultura dei live, la volontà delle persone di presentarsi nei locali e di vedere il concerto. È per questo che ho parlato di curiosità perché anni fa, quando ancora avevamo iniziato a suonare da poco, era molto più facile riempire un locale in Francia rispetto all'Italia. Ora le cose sono diverse e diciamo che c’è stato un livellamento tra queste due realtà, italiana ed estera, ma all’inizio della nostra storia erano differenze molto evidenti. Ora la situazione è più equilibrata anche dal punto di vista organizzativo.
Immagino che non sia facile conciliare i vostri impegni personali con la band. Avete già fatto il balzo nel vuoto per tentare il tutto per tutto in musica o siete ancora nella fase in cui la musica, lavorativamente, è un "extra"?
Diciamo che ci stiamo provando. Sicuramente i sacrifici e le incognite sono tantissime ma suonare significa anche questo a volte. Significa accantonare momentaneamente il lavoro per dare spazio alla propria passione con tutti i rischi che porta una decisione del genere.
Voi siete nati come band quando già internet era una realtà. Pensate che per chi fa musica oggi sia meglio o peggio rispetto a quarant'anni fa ? E i social vi sono d'aiuto?
Penso che ci siano aspetti negativi e positivi. Il discorso social/internet può aiutare tantissimo una band ma nello stesso momento, offrendo una scelta infinita di musica, può rischiare di avere la funzione opposta. Per un gruppo che vuole arrivare a più persone possibili è uno strumento vitale ed in questo campo i social sono importantissimi.
Ci sono band emergenti italiane per cui vi sentireste di sbilanciarvi in previsione futura?
Ci sono davvero tante realtà emergenti in Italia, potrei dirti tra le tante band i Weird di Roma.
Articolo del
21/11/2016 -
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