Ci sono fegatelli e fegatelli. Quelli culinari sono buoni, ma quelli cinematografici e musicali ancora di più. E a portarli in tavola ci hanno pensato Emanuele Bultrini (chitarra), Paolo Pecorelli (basso), Stefano Vicarelli (tastiere) e David Nerattini (percussioni), componenti del supergruppo romano La Batteria, tutti con varie esperienze alle spalle e tutti appassionati di colonne sonore italiane degli anni '60 e '70. L'anno scorso hanno sbancato col disco d’esordio omonimo e adesso tornano alla ribalta con un nuovo EP “Fegatelli”, in omaggio al mondo del cinema al quale sono legatissimi, è una raccolta di remix di brani dal primo album ad opera di altri artisti. Non solo. Il lavoro contiene anche due inediti, uno dei quali è una versione del leggendario tema principale del telefilm L’ispettore Derrick. Ne parliamo con Paolo Pecorelli.
“Fegatelli” perché anche la cucina per voi è buona solo se vintage?
E’ un termine un pò in disuso, certo. In gergo cinematografico indicava quei contributi filmati, chiamati scarti, che facevano da complemento alla scena principale. Ci piaceva questo tipo di riferimento poiché, come sai, il nostro stile è strettamente legato al mondo del cinema e questo lavoro è composto da contributi realizzati da vari nostri amici che riprendono alcuni brani del nostro primo disco. In verità avremmo voluto uscire un po’ prima, verso Natale, però i pezzi sono arrivati un pò sparpagliati e c’è voluto un po’ di tempo per metterli insieme.
Tra gli artisti che hanno messo mano ai vostri pezzi ci sono Colle Der Fomento, Roy Paci, Jolly Mare e altri dj e produttori lontani dal vostro ambito di riferimento. Come mai questo desiderio di misurarvi con tali realtà?
Intanto devo dire che sono stati tutti molto carini e disponibili. Li conoscevamo tutti e li stimiamo, a partire dai Colle Der Fomento, forse il nome più roboante del lotto. Roy Paci, invece, è stato una sorpresa. Si trovava a passare per lo studio di Jolly Mare, che stava lavorando al remix di Chimera, e si è proposto per partecipare anche lui. Ovviamente ne siamo stati felicissimi. Sugli altri posso dirti che Dj Style è uno dei massimi suonatori di giradischi e produttore in Italia di area hip-hop; AD Bourke è un dj inglese/romano di area house di stanza in Inghilterra; e The Johnny Fresh Experience è una grossa crew di dj milanesi produttori, tra l’altro, dell’ultimo pezzo sanremese di Rocco Hunt. L’idea di coinvolgerli si spiega col fatto che noi abbiamo sempre avuto una vocazione eclettica. Veniamo tutti da esperienze diverse, dal prog al pop al jazz, non ci è mai piaciuto restare confinati in un solo genere e credo che, anche se i remix non tradiscono lo spirito degli originali, in questo lavoro si percepisca la nostra voglia di allargare il raggio d’azione.
Ciò preluderà ad un imminente abbandono dell'universo legato alle colonne sonore?
Questo no. Siamo e resteremo un gruppo assolutamente cinematico, solo che non ci piace l’idea di restare ingabbiati in uno stereotipo.
Oltre ai remix, però, in questo EP ci sono anche due inediti.
Superbum è una riesecuzione del tema principale de “Il cerchio”, un documentario sull’evoluzione della breakdance uscito l’anno scorso. Per quanto riguarda il tema di Derrick, invece, ci è stato commissionato dal portale Rockit per partecipare ad una compilation di sigle televisive uscita a dicembre. Nel rielaborarlo ci siamo un po’ sbizzarriti, anche se credo sarà complicato riproporlo dal vivo. Magari proveremo in qualche occasione.
Le influenze cinematiche, dicevamo. Chi è stato tra voi a fare da apripista in questo senso?
Tra di noi il più ferrato è il batterista David Nerattini, uno dei massimi esperti italiani in fatto di library e colonne sonore. Lui tra l’altro è stato anche curatore di “C'era una volta a Roma”, il megaconcerto tenutosi all’Auditorium nel 2011 in cui venivano rivisitati i temi più importanti del cinema italiano degli anni ’60 e ’70 da un’orchestra di 60 elementi alle cui spalle erano riprodotte le grafiche dell'epoca. Ma anche noi, essendo tutti over 40, siamo cresciuti respirando quella musica. E’ un universo che ci ha sempre appassionato.
Ed è da questo background che è venuto fuori il vostro disco d’esordio, uno dei più bei lavori italiani dell’ultimo periodo.
Sì, che poi in verità era nato come un disco di servizio, nel senso che doveva essere un lavoro di sonorizzazioni per un altro progetto e quindi pensato apposta per essere sincronizzato, poi – complice anche una serie di concerti dai riscontri più che positivi - la cosa ha preso una piega diversa e ci siamo resi conto di avere in mano un prodotto che ci piaceva, sviluppandoci di conseguenza come un vero e proprio gruppo.
Voi avete avuto il merito di risvegliare la passione per quell'immaginario cinematografico italiano d’annata legato ai poliziotteschi e a tutto il resto. C'è una colonna sonora che preferisci di quegli anni?
Difficile scegliere. La prima che mi viene in mente è quella di Morricone per “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”. Ma poi ci sono anche i lavori di Stelvio Cipriani, Detto Mariano, Alessandro Alessandroni, Franco Micalizzi, Goblin, Mac4 e tantissimi altri meno esposti o che per ragioni diverse producevano sotto pseudonimo…Insomma è stata una stagione irripetibile, un altissimo momento di artigianato musicale che oggi, forse, si è venuto un pò a perdere. Per noi questo progetto è un recupero nostalgico delle cose con cui siamo cresciuti.
Hai citato Micalizzi. Ho ascoltato i suoi due ultimi lavori e sono molto belli, soprattutto ‘Celebrities’.
Sì e devo dirti che noi abbiamo avuto il privilegio di essere stati i primi ad ascoltarlo, poiché eravamo ospiti dal vivo a Babylon su Radio 2 e prima di noi c'era lui che lo presentava in anteprima.
Su “Fegatelli” ho captato un vago omaggio a Cipriani. Il remix di ‘Persona Non Grata’ mi ricorda il tema principale del film “Tentacoli”.
Assolutamente. E ne siamo ben coscienti. Potremmo citare quello ma anche “La polizia sta a guardare”, con quel clavicembalo che conferiva drammaticità e pathos al tutto. E' ovviamente una citazione e i più attenti se ne saranno sicuramente accorti.
E invece, tornando a voi, quali sono i vostri progetti a breve?
A maggio avremo un’altra uscita piuttosto importante, una rivisitazione della colonna sonora di “Amore tossico” (film di Claudio Caligari del 1983, ndr), composta originariamente da Detto Mariano, che abbiamo intitolato Tossico Amore. Si tratta di un EP della durata di una ventina di minuti in cui eseguiamo alcuni brani di quel lavoro. Per noi è un esperimento curioso anche perché è musica scritta all’inizio degli anni Ottanta, quindi una decina d’anni dopo rispetto a quello che facciamo di solito. L’idea è nata per caso durante una chat tra di noi in cui si discuteva di una possibile cover da fare dal vivo. Fu Emanuele a presentarci questo appunto di chitarra con il tema principale, e l'idea piacque a tutti. Inoltre la cosa singolare di quel film è che la colonna sonora originale non è mai stata pubblicata. Quindi, in concomitanza con il nostro lavoro, uscirà per la prima volta anche quella, e le due copertine saranno una il reverse dell’altra.
Si tratterà di due uscite correlate o indipendenti tra loro?
Saranno correlate solo dal punto di vista promozionale ma si tratterà di due oggetti separati. Chi vuole può comprare l’una o l’altra. O magari entrambe.
Per quanto riguarda i vostri prossimi appuntamenti live, invece?
Abbiamo avuto conferme per alcune date in nord Italia a metà maggio, e attorno al 20 (ma non è ancora ufficiale) organizzeremo un release party a Roma per celebrare l’uscita di “Tossico Amore”, che promuoveremo anche in estate con una serie di concerti.
E a quel punto La Batteria si esaurirà o rimarrà in tensione?
Non ci pensiamo proprio a smettere, anzi stiamo già lavorando alle composizioni per il prossimo album. Ovviamente ci troviamo ancora in fase embrionale, ma siamo decisissimi ad andare avanti.
Articolo del
07/04/2016 -
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