Già dal primo pomeriggio c’è un gran traffico dentro l’Atlantico, tra i tanti fortunati fan che si sono aggiudicati il meet’n’greet con la loro band preferita e la crew della venue che prova a gestirli come una pimpante scolaresca in gita. Non ultimi gli Halestorm, che si accingono ad effettuare il loro rumoroso soundcheck in vista dell’evento sold out che andrà in scena poche ore dopo.
Fuori fa freddo, molto freddo, così il manager degli Alter Bridge ha una brillante idea: effettuare le interviste sul tour-bus della band… Nessuna obiezione. Dentro al veicolo c’è di tutto, tra schermi al plasma, dvd di action movies anni 90, flyer autografati, passaporti ed una valanga di schifezze assortite tra patatine al bacon, caramelle e merendine. Così mi siedo su un morbidissimo divanetto ed aspetto il mio turno per intervistare Mark Tremonti, sperando che l’omonimia con l’ex ministro dell’Economia non mi faccia confondere tra shred e spread...
Pensi che ormai gli Alter Bridge abbiano raggiunto l’apice nel panorama hard’n’heavy o ci sono ancora dei traguardi davanti a voi?
No, ci sono ancora tanti traguardi. Vogliamo fare sempre album migliori dei precedenti e non ci accontentiamo mai.
C’è un’altra band che vedete come rivale per la leadership nel vostro genere?
No, non consideriamo nessuno come un rivale. Ci sono tante buone band in giro, più ce ne sono e meglio è per tutti.
Esiste qualcuno che possa calcare le vostre orme, diciamo dei “nuovi” Alter Bridge?
Mh, i prossimi Alter Bridge?! No, non ci sono!
Nel 2014 ricorrerà il vostro decimo anno come band, farete qualche celebrazione particolare?
Non credo che saremo insieme, perché avremo finito il tour, quindi credo che magari faremo una videoconferenza su Skype per darci il cinque virtualmente! (ride)
State già mettendo insieme del materiale per un nuovo album o ci saranno nuovi progetti da solista? Alla fine di questo tour riprenderò il mio progetto solista, tra dicembre e gennaio. Al momento ho diverso nuovo materiale, ma non so ancora se sarà destinato agli Alter Bridge o al mio prossimo album da solista.
Anche Myles Kennedy farà il suo progetto solista?
Non so. E’ sempre molto impegnato, tra noi (Alter Bridge) e Slash, sai... Non riesce a trovare il tempo per completarlo.
Invece mi sai dire qualcosa del materiale che Myles avrebbe scritto con i Led Zeppelin (Jimmy Page, John Paul Jones e Jason Bonham)?
Non molto in realtà. So che hanno registrato una jam session tra loro ma abbiano deciso di tenerla per sé stessi. Myles non ha dato copie a nessuno.
Se per un problema improvviso non potessi prendere parte ad un concerto ed il concerto non si potesse cancellare per nessun motivo, chi chiameresti a sostituirti?
Uhm, chiamerei Brad Paisley.
E se dovessi sostuire Myles?
E’ impossibile sostituire Myles, però a quel punto chiamerei sempre Brad Paisley, in entrambi i casi, perché è un gran chitarrista ed ha un’ottima voce.
Pensi che potrà esserci nuovamente una re-union dei Creed o è un capitolo chiuso?
Non so, abbiamo fatto un tour l’anno scorso, poi ora Scott (Stapp, ex cantante dei Creed ndr) ha il suo progetto solista in partenza, quindi non ci sono piani a riguardo.
C’è qualcuno che ti ha ispirato in particolar modo nella tecnica dello shred?
Oh sì, tantissimi. Tanto tempo fa comprai delle videocassette con lezioni di chitarra e mi ispiravo a Paul Gilbert, Vinnie Moore, Steve Morse, poi quando sono cresciuto mi sono interessato di più ad altri tipi di chitarristi come Robben Ford ad esempio.
Se considerassimo due tipi di chitarrista, quello che suona tre accordi ma lo fa con tutta la passione e quello che si esalta con i tecnicismi, dove ti collocheresti?
Direi in mezzo. Amo suonare la chitarra e voglio farlo sempre al massimo, ma lo faccio mettendoci passione dietro, non solo la tecnica.
Twitter: @MrNickMatt
Articolo del
13/11/2013 -
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