Mercoledì 5 giugno, il Teatro Argentina di Roma ha ospitato la prima di dieci repliche di Lazarus, la straordinaria opera rock scritta dal leggendario David Bowie e dal drammaturgo Enda Walsh poco prima della scomparsa del poliedrico artista britannico. Con una produzione intensa e coinvolgente diretta da Valter Malosti, lo spettacolo ha portato in scena un unico atto di quasi due ore, offrendo al pubblico romano un’occasione imperdibile per vivere l’universo musicale e teatrale di Bowie. Nel ruolo di Thomas Jerome Newton, l’alieno malinconico incapace di morire, ha brillato il performer milanese Manuel Agnelli, leader degli Afterhours, affiancato dalla talentuosa Casadilego, vincitrice di X-Factor Italia 2020. Il cast, composto da 11 performer e 8 musicisti, ha dato vita a un’esperienza intensa e immersiva, in cui musica, teatro, danza e videoarte si sono fusi in una narrazione ipnotica. L’opera, ispirata al romanzo L’uomo che cadde sulla Terra di Walter Tevis, racconta il tormento di Newton, intrappolato in un limbo di solitudine, depressione e dipendenza dall’alcol. Rinchiuso nel suo appartamento, il protagonista è perseguitato dai fantasmi della propria psiche, in un alternarsi di sogno e realtà che riflette perfettamente l’estetica frammentata e surreale di Bowie. La colonna sonora, cuore pulsante dello spettacolo, include alcuni dei capolavori più iconici di Bowie: The Man Who Sold The World, Heroes, Life on Mars?, Changes e quattro brani inediti scritti appositamente per Lazarus, tra cui l’intensa e struggente title-track che dà il titolo all’opera. L’allestimento scenico, caratterizzato da giochi di luce e proiezioni video, ha amplificato la sensazione di alienazione del protagonista, lasciando il pubblico sospeso in un’atmosfera onirica e surreale.
Un elemento chiave della produzione è stata la band che ha sostenuto la potenza emotiva dello spettacolo: Stefano Pilia, da anni collaboratore di Agnelli, affiancato da Stefano Battaglia (ex Zu), Paolo Spaccamonti, Giacomo Rossetti (bassista dei Negrita) e altri talentuosi musicisti che hanno contribuito a rendere la performance unica. Più che un semplice musical, Lazarus si presenta come un’opera teatrale a tinte dark, capace di racchiudere le inquietudini e le suggestioni dell’universo bowiano. La narrazione, spesso frammentaria ma ricca di metafore, offre spunti di introspezione nei quali il pubblico può riconoscersi facilmente.
Come ha raccontato Manuel Agnelli in una recente intervista a Ondarock: “La mia ossessione negli ultimi anni è stata quella di preservare l'energia vitale che scaturisce dal suonare. Non lo interpreto come un mestiere, nel senso che non lo devo fare per forza: mi impegno in tanti progetti per non rendere nessuno indispensabile.” Con Lazarus, il Teatro Argentina ha celebrato non solo David Bowie, ma anche il potere evocativo della sua musica, che continua a emozionare e a risuonare nel cuore degli spettatori.
Articolo del
13/06/2025 -
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