Nati tra El Paso e Chaparral, al confine tra Texas e New Mexico, i Late Night Drive Home sono una band che ha fatto della provincia americana il punto di partenza per raccontare il mondo digitale. Juan “Ockz” Vargas (chitarre), Andre Portillo (voce), Brian Dolan (batteria) e Freddy Baca (basso) hanno iniziato come autodidatti, scrivendo canzoni nelle camerette di casa. Poi il successo virale con il singolo ’Stress Relief’, e l’ingresso nella scuderia di Epitaph Records, che li proietta sul palco di festival come Coachella e Austin City Limits.
Il gruppo pubblica il suo album d’esordio, ”As I Watch My Life Online”, uscito il 27 giugno. Un titolo emblematico per un disco che è allo stesso tempo un concept album e una confessione generazionale. «Il nostro disco è una critica e una rappresentazione metaforica del panorama online di oggi», spiega Vargas. «È come un paese virtuale che ci collega tra città, costringendoci a restare online. La gratificazione immediata è a un clic: like, follower, intrattenimento. Noi vogliamo raccontare com’è stato crescere nell’epoca dell’apice di Internet e trasformare tutto questo in arte.»
Registrato per la prima volta in uno studio professionale sotto la guida di Sonny Diperri, il disco segna il passaggio dalla dimensione “da cameretta” a una produzione più curata, senza però perdere l’urgenza narrativa. L’intero album si snoda tra sonorità indie-rock, accenti elettronici e atmosfere crepuscolari, mettendo in musica la vita di una generazione frammentata tra reale e virtuale. «Come band della Gen Z, vogliamo raccontare cosa significa vivere sempre connessi», continua Vargas. «Per noi il profilo Instagram è importante quanto l’abbigliamento: l’identità online conta.»
Le canzoni del disco sono piccole vignette digitali, storie di dipendenza, solitudine e illusione. ’As I Watch My Life Online’ apre l’album come una dichiarazione d’intenti, seguita da ’She Came For A Sweet Time’, critica pungente alla cultura degli hookup digitali e delle relazioni usa-e-getta. Il singolo ’Terabyte’ affronta invece un tema più crudo: la dipendenza da contenuti pornografici online. «Che ti piaccia o meno, è una cosa che riguarda tantissime persone», spiega Portillo. «Molti non si rendono conto di come la pornografia condizioni il cervello e il modo in cui si guarda agli altri. Io stesso mi sono chiesto perché non riesco a vivere senza questa presenza digitale.» Il senso di alienazione ritorna nella malinconica ’1985’, dedicata a un amico “scomparso” dai social. «Sparisce dalla rete, e tu non sai perché», racconta il cantante. E ancora nel brano conclusivo ’She’ll Sleep It Off’, dove Portillo ripete ossessivamente “watch your life go by” in un’atmosfera sospesa, riflettendo sull’esperienza di osservare online il profilo di una persona scomparsa.
Il messaggio finale dell’album è chiaro: le foto sul telefono non sono chi siamo, i nostri post non sono la nostra voce interiore. «È come se guardassi la vita di qualcuno scorrere davanti a te — almeno quella parte di vita che ha deciso di condividere», riflette Portillo. Nostalgia, disagio e onestà brutale: “As I Watch My Life Online” racconta una generazione che, pur essendo nata digitale, cerca ancora un posto nel mondo reale.
Late Night Drive Home “As I Watch My Life Online” (Epitaph Records / 27 giugno 2025)
Articolo del
16/07/2025 -
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