Bob Dylan è un’icona mondiale che ha appassionato il pubblico con la sua musica per oltre sei decenni. Con il suo personale modo di comporre e di cantare ha fornito un contributo innovativo alla storia culturale, allargando le possibilità di quello che la musica popolare può diventare. Ispirato da diverse fonti culturali come la poesia, la letteratura, la filosofia ma anche da aspetti ed eventi sociali e politici, Dylan ha prodotto nel corso degli anni un ampio repertorio di brani, un catalogo di notevole profondità e varietà di argomenti. La vitalità culturale di questo artista, alimentata da una inesauribile creatività, ha superato i confini della musica per trovare espressione in altri linguaggi artistici come la pittura e, più recentemente, la scultura. Retrospectrum è la prima retrospettiva europea dedicata alle opere visive di Bob Dylan.
La mostra raccoglie cinquant’anni di attività in un percorso articolato in otto sezioni che ripercorrono il viaggio intrapreso da Dylan nel mondo dell’arte visiva e, al contempo, consentono di entrare in contatto con la sua creatività di musicista, poeta e artista. Dagli inizi degli anni Sessanta ad oggi Dylan ha prodotto una vasta raccolta di disegni, dipinti e sculture, testimonianza della natura poliedrica delle sue creazioni. Come accade con i suoi testi, così anche i soggetti delle sue opere visive subiscono continue trasformazioni: una diversa angolazione, un cambio di tecnica, un differente accostamento di colori per sperimentare inediti effetti visivi e lasciare che l’immagine possa suggerire sensazioni ogni volta nuove.
Le serie selezionate per la mostra mettono in luce quei motivi che da sempre fanno parte del suo immaginario di musicista e che tornano, sotto forma di disegno e di colore, anche nei suoi dipinti. Con le sue rappresentazioni, dalla grande metropoli alle desolate distese attraversate da strade senza confini, Dylan evoca una visione profondamente americana. I suoi innumerevoli viaggi si traducono non solo in esperienza personale ma anche in occasione per raccogliere spunti e raccontare, a parole e con il disegno, il paesaggio americano e le vite dei suoi abitanti. Il percorso di mostra si chiude con la serie delle sculture in ferro, strutture funzionali composte da oggetti e attrezzi convertiti a nuovo uso che richiamano, insieme al ricordo dell’infanzia di Dylan trascorsa nella zona mineraria del Nord del Minnesota, anche l’iconico passato industriale degli Stati Uniti.
1. Early Works ”Cos’ero solito disegnare? Beh, direi che iniziavo con qualsiasi cosa fosse a portata di mano. Mi sedevo al tavolo, prendevo una matita e un foglio e disegnavo la macchina da scrivere, un crocifisso, una rosa, matite, coltelli, spilli, scatole di sigarette vuote”. Nel 1973 Dylan pubblica ”Writings and Drawings”, un volume che raccoglie i brani musicali scritti tra il 1961 e il 1972, alcuni dei quali accompagnati da suoi disegni. Disegnando figure e oggetti a piena pagina, Dylan prende nota della realtà che lo circonda, di ogni immagine che ha a portata di mano. Le sue prime esperienze artistiche si rivelano sin da subito un modo per mettere ordine nel caos circostante, quasi una pratica di purificazione della propria esperienza visiva del mondo. Queste illustrazioni anticipano i lavori del 2018 quando, con ”Mondo Scripto”, l’artista torna a far dialogare musica e arte visiva realizzando una serie nella quale i testi scritti a mano delle sue canzoni sono accompagnati da disegni originali che richiamano i titoli o i momenti chiave dei brani stessi.
2. The Beaten Path ”Credo che la chiave del futuro risieda nelle vestigia del passato. Che occorra padroneggiare gli idiomi del proprio tempo prima di poter assumere un’identità nel presente. Il tuo passato inizia il giorno in cui nasci e ignorarlo significa tradire la tua stessa essenza”. The Beaten Path è un ritratto del paesaggio americano, un viaggio visivo attraverso gli Stati Uniti per intravedere la bellezza in quei luoghi dimenticati che fanno da sfondo alla vita quotidiana. L’obiettivo è quello di ritrarre l’aspetto più veritiero del paesaggio americano che può essere colto solo dopo aver attraversato e conosciuto personalmente questo vasto territorio: le opere mostrano scorci di motel e di tavole calde sempre aperte, di luna park abbandonati, di auto d’epoca e di grandi palazzi illuminati dai lampioni. In molti casi la strada scandisce la scena con lunghe autostrade che sembrano dispiegarsi all’infinito verso l’orizzonte.
3. Mondo Scripto ”Cosa fa di un disegno un bel disegno? Le linee giuste nei posti giusti. Cosa fa di un testo un buon testo? Le parole giuste all’interno della giusta melodia.” Mondo Scripto presenta alcuni dei testi più noti di Dylan, trascritti personalmente dall’artista e accompagnati da suoi disegni a grafite. Queste combinazioni di parole e immagini sottolineano il nesso profondo e diretto tra la sua arte visiva e le sue composizioni scritte. Abituato a modificare e rielaborare più volte i suoi testi o a eseguire dal vivo versioni nuove di brani già noti, per Mondo Scripto Dylan ha cambiato i versi di alcune canzoni, mentre altre contengono strofe che sono state completamente riscritte. I disegni a matita illustrano quel dialogo fra immagine e testo, passato e presente, che - grazie al continuo flusso creativo che alimenta l’arte di Dylan - ha cambiato il rapporto tra musica e parole.
4. Revisionist ”Perché hai bisogno di dare continuamente nuove forme alle cose? Perché è la natura stessa dell’esistenza. Nulla resta dove è molto a lungo. Gli alberi crescono, le foglie cadono, i fiumi si prosciugano e i fiori muoiono. Ogni giorno nascono nuove persone. La vita non s’interrompe”. In quella che Bob Dylan definisce Revisionist Art, il processo di realizzazione dell’opera si basa su un gioco tra vero e verosimile che porta l’artista a rielaborare la grafica, le parole e il contenuto cromatico delle copertine di celebri giornali, da “Rolling Stone” a “Playboy”, per trasformarle in nuove immagini serigrafate di grandi dimensioni. Come già sperimentato da altri artisti contemporanei che partono dalle immagini mediatiche per sviluppare il proprio lavoro, con la sua pratica Dylan cerca di creare una connessione fra l’arte visiva e il design grafico. In queste opere l’artista combina un’ampia gamma di stili, le cui fonti vengono rimodellate per produrre nuove costellazioni di immagini e significati, risultato di un processo artistico innovativo e al tempo stesso enigmatico.
5. The Drawn Blank ”Disegnavo solo quello che mi andava di disegnare e quando avevo voglia di farlo. Non volevo vi fosse ostentazione o autoreferenzialità, per offrire una sorta di veduta panoramica del mondo così come lo vedevo in quel momento”. Mentre è in tournée in America, Europa e Asia, tra il 1989 e il 1992, Dylan realizza una raccolta di schizzi a matita, carboncino e penna come spunti per futuri dipinti. Questa pratica che lo accompagna durante i suoi viaggi e gli consente di raccogliere le impressioni generate da incontri con culture diverse e scenari sempre nuovi, ha anche lo scopo di calmare la sua mente e mettere ordine nei suoi pensieri. Nel corso degli anni, i disegni sono stati più volte modificati da Dylan, aggiungendovi colore, dettagli e profondità; The Drawn Blank Series affonda le sue radici in questi primi schizzi e diventa un diario illustrato nel quale sono raffigurate istantanee della vita in strada: ritratti, luoghi storici, panorami e angoli nascosti.
6. New Orleans ”Ci sono molti posti che mi piacciono, ma nessuno come New Orleans. Questa città offre in ogni momento mille angolazioni diverse da cui guardarla...Qui nessun comportamento sembra fuori luogo. La città è un’unica, lunghissima poesia”. The New Orleans Series immortala il legame tra Dylan e New Orleans, città natale del jazz, situata all’estremità meridionale della Route 61, una delle strade più famose d’America. Nota anche come “The Blues Highway”, la strada del blues, attraversa da nord a sud la sezione centrale degli Stati Uniti, passando per i luoghi dell’infanzia di Dylan. In ogni angolo di New Orleans, l’occhio dell’artista individua infiniti spunti per le sue opere; i gesti e le abitudini dei suoi cittadini sono per Dylan fonte di ispirazione che si traduce, sulla tela, in scene di vita quotidiana dove viene privilegiato uno sguardo ravvicinato, capace di creare una certa intimità tra i soggetti ritratti e chi li osserva. I dipinti di questa serie, caratterizzati da toni freddi e scuri, richiamano un’epoca passata ma non troppo lontana, della quale si percepisce ancora l’eco.
7. Deep Focus ”Tutte queste immagini provengono da film e cercano di evidenziare le diverse situazioni cui si trovano a far fronte le persone. […] i sogni e i progetti sono sempre gli stessi: la vita che ti si riversa addosso in tutte le sue forme e sfaccettature”. I dipinti della serie Deep Focus si ispirano allo spirito documentaristico della fotografia e del cinema, nonché alla loro capacità di manipolare la realtà con la scelta di particolari tagli dell’immagine e inquadrature. Il titolo della serie si riferisce a una tecnica cinematografica in cui la narrazione è il risultato della combinazione di primo piano, secondo piano e sfondo, tutti contemporaneamente a fuoco per poterne distinguere i dettagli a ogni profondità. I riferimenti cinematografici di Dylan si traducono in composizioni suggestive e spesso misteriose sospese tra vita e teatro.
8. Ironworks ”I cancelli mi affascinano per lo spazio negativo che offrono. Possono essere chiusi, ma allo stesso tempo permettono alle stagioni e alle brezze di entrare e fluire. Possono chiuderti fuori o chiuderti dentro. E, in un certo senso, non fa alcuna differenza. Essendo cresciuto in un’area nota come Iron Range, catena montuosa del ferro, Dylan trascorre la sua infanzia circondato da industrie, operai, camion carichi di materiali ferrosi estratti dalle miniere. Sono queste le immagini più familiari per Dylan da bambino, immagini di una realtà industriale in cui le necessità produttive determinano un processo di trasformazione delle materie prime in oggetti funzionali. Recuperando ingranaggi, pezzi di macchinari, strumenti e attrezzi del passato, l’artista li mette insieme per comporre cancelli, ringhiere e mobili in ferro. Sebbene reimpiegati per dare forma a strutture nuove con una loro funzionalità, gli oggetti di cui si compongono queste sculture sono simboli che conservano l’autenticità e la storia delle loro origini e che, con la loro essenza industriale, richiamano la storia personale di Dylan e dell’intero paese americano.
Bob Dylan – Retrospectum a cura di Shai Baitel Museo MAXXI di Roma - Dal 19/12/2002 al 30/04/2023 Biglietti: Intero € 13 (euro) Ridotto € 11 (euro) - per i giovani da 14 a 25 anni (non compiuti); per gruppi a partire da 15 persone; giornalisti iscritti all’albo con tessera di riconoscimento valida; possessori biglietto d’ingresso La Galleria Nazionale, Museo Ebraico di Roma, Villa Medici: Accademia di Francia a Roma; possessori biglietti Palazzo delle Esposizioni e Gallerie Nazionali Barberini Corsini in occasione della mostra “Pier Paolo Pasolini. Tutto è Santo” dal 19 ottobre 2022 al 12 marzo 2023; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento: Accademia Costume & Moda, Accademia Fotografica, Biblioteche di Roma, Casa Internazionale delle Donne, Centro Sperimentale di Cinematografia, Enel (per titolare badge e accompagnatore), FAI – Fondo Ambiente Italiano, IED – Istituto Europeo di Design, IN/ARCH – Istituto Nazionale di Architettura, Interclub Welfare Card, ISFCI – Istituto Superiore di Fotografia, Sapienza Università di Roma, LAZIOcrea, Officine Fotografiche, Ordine degli Assistenti Sociali, Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Ordine Psicologi Lazio, Palazzo delle Esposizioni, Rinascente, Romaeuropa Festival, Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Scuola Internazionale di Comics, Teatro Olimpico, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro di Roma, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Youthcard.
Gratuito - minori di 14 anni; disabili che necessitano di accompagnatore; possessori di EU Disability Card e accompagnatore; dipendenti MiC; accompagnatori e guide turistiche dell’Unione Europea, munite di licenza (rif. circolare n.20/2016 DG-Musei); 1 insegnante ogni 10 studenti; membri ICOM; soci AMACI; giornalisti accreditati; possessori della membership card myMAXXI; studenti e ricercatori universitari di Arte e Architettura dell’Unione Europea, studenti delle accademie di belle arti pubbliche (iscritte AFAM) e studenti Temple University Rome Campus da martedì a venerdì (esclusi festivi); docenti IED – Istituto Europeo di Design, docenti NABA – Nuova Accademia di Belle Arti, docenti RUFA – Rome University of Fine Arts; con esibizione della tessera o badge di riconoscimento – valido per due persone: Collezione Peggy Guggenheim a Venezia, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Sotheby’s Preferred, MEP – Maison Européenne de la Photographie; il giorno del tuo compleanno presentando un documento di identità.
Articolo del
03/01/2023 -
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