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Liberato
Liberati da Liberato?
di
Emanuele Lauriola
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Tra le grandi domande che attanagliano l’uomo da sempre, ci sono quesiti quali: “Siamo soli nell’universo?”, “È nato prima l’uovo o la gallina?”, “Perché trentatré trentini entrarono a Trento?”.
Nel recente passato però a queste domande, da sempre rimaste senza risposta, si è aggiunto un quesito che come un patema d’animo non ci lascia pace e nella fattispecie è: “Chi è Liberato?”.
Nonostante tal Liberato sia “in pista” da almeno un anno, è solo recentemente che si sono accesi i riflettori su di lui e sulla sua misteriosa identità. Ma secondo voi è possibile che nel 2018 una persona abbia milioni di visualizzazioni su YouTube e non si riesca a capire chi diavolo sia? Questione abbastanza insolita.
Musicalmente trovo questo artista molto interessante perchè con un colpo di genio ha creato il “neo melodico 2.0” con radici fisse nella tradizione napoletana, ma con sonorità che guardano alla musica contemporanea con influenze pop, trap ed elettroniche. Praticamente stiamo parlando del Gigi D’Alessio del nuovo millennio (se volessimo azzardare un paragone)!
Ci sono varie teorie sulla vera identità di Liberato che passano dai nomi di Calcutta a quello di Livio Cori fino ad arrivare a pensare che dietro a questo nome, si celi in realtà un gruppo di persone e stop. Dubito fortemente nelle candidature di Calcutta e Cori come a quelle di Shabo, Priestess e Izi, ma chissà che un domani non mi smentiscano…
La verità è che neanche il concerto che si è tenuto qualche tempo fa a Napoli e che poteva essere risolutivo ha aiutato a fare chiarezza: il cantante è arrivato al concerto attraverso il mare, a bordo di un gommone accompagnato da altri 5 “Liberato” vestiti esattamente come lui. Un particolare però balza subito all’occhio: il cantante sembra quasi scortato a bordo della sua scialuppa e sul palco si esibiscono solo 3 dei 6 individui. Qui il mistero si infittisce sul serio perché arrivati a questo punto l’ipotesi più accreditata è che Liberato non sia altro che un detenuto del carcere di Nisida e che faccia parte di un progetto musicale del carcere stesso. Vogliamo parlare poi dei famosi scatti rubati in quel di Milano dove si intravedono solo due folte sopracciglia? Sunto della questione: un gran casino e una moltitudine di trollate!
I benpensanti ritengono che se Liberato svelasse la sua identità calerebbe il sipario sul suo progetto e questa è una possibilità. L’unica certezza è che se è riuscito ad ottenere questi risultati non è semplicemente per una messinscena, ma perché questo artista è riuscito a entrare nei cuori e nelle “orecchie” di tutta Italia! Liberato ha ufficialmente scavalcato un muro che sta tra la tradizione e l’innovazione e ci ha fatto capire che se una cosa piace piace anche se è in napoletano, in finlandese o in qualsiasi lingua o dialetto.
Vorrei citare il mitico Francesco Guccini che a un suo concerto disse testuali parole: -…alla radio ascoltate il 90% di musica americana e non capite un cazzo, potete una sera ascoltare il dialetto modenese con lo stesso effetto! - e aggiungerei: - idem con patate per il napoletano!-.
Non ho ipotesi in merito a come finirà la vicenda sull’identità di Liberato, ma mi sento in dovere di ringraziare questo artista perché ha portato una ventata di novità nel nostro panorama musicale, piuttosto fermo e chiuso dentro degli schemi preconfezionati, facendolo con una delle tradizioni più antiche: la musica neo melodica. Grazie Liberato per averci liberati!
Articolo del
28/06/2018 -
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