Finalmente una buona notizia? Per chi crede nella generosità sicuramenti si. Senza tanti clamori il cinquantatreenne dj e produttore newyorkese Richard Melville Hall, in arte Moby, dopo aver messo all’asta tutte le attrezzature del suo studio impiegate in oltre 20 anni di carriera, , ha deciso vendere anche una quota consistente del suo enorme archivio fonografico, comprensivo di alcune copie originali autografate delle sue produzioni e dei dischi acquistati alla fine degli anni ’80 quando era uno dei dj più richiesti della nightlife newyorkese.
Il ricavato delle vendite sarà devoluto in beneficienza al Physicians Committee For Responsible Medicine, una Ong che collabora con le istituzioni politiche e sanitarie in ambito internazionale “per creare un futuro migliore per tutti gli esseri viventi”, promuovendo la cultura della medicina responsabile per curare malattie come il diabete, l’obesità o il cancro.
Come raccontato dallo stesso artista nel video ufficiale di presentazione dell’iniziativa, che segue a poche settimane di distanza l’asta digitale per il suo personale equipment e per gli oggetti di scena (tra cui sintetizzatori, una chitarra e persino un sombrero), il catalogo consultabile sulla pagina di Reverb include oltre mille album che offrono un ampio spettro del percorso artistico del producer statunitense: disco, hip-hop, house, ambient, techno, alcune copie e ristampe, anche autografate, delle sue produzioni più celebri come “Play” del 1999 e “18” del 2002, diversi 12″ introvabili come le prime release di “Why Does My Heart Feel So Bad” e “That’s When I Reach For My Revolver“.
Dell’ampia raccolta di incisioni sul disco di lacca fanno parte anche numerosi promo, altre rarità e item da collezionisti come uno dei primi 7 pollici dei Jesus and Mary Chain e ”Love Will Tear Us Apart” dei Joy Division. La maggior parte dei vinili acquistabili sono stati usati da Moby nella sua carriera di dj a New York nel periodo compreso tra la fine degli anni ’80 fino alla prima metà degli anni ’90 e alcuni di questi hanno ancora la white label scritta a mano da Melville in ricordo dei suoi set nei locali della Grande Mela, quali il Mars (il club che lo ha lanciato) e lo Shelter, lo spazio che prese il posto del Paradise Garage nella geografia delle notti newyorkesi.
“Ce ne sono molti da scoprire“, ha dichiarato Moby in una recente intervista. “Questi sono i dischi che ho comprato, amato, suonato e portato in giro per il mondo. Preferisco che li teniate voi perchè li ascolterete, li tratterete bene e i soldi andranno al Physicians Committee for Responsible Medicine. Quindi tutti saranno più felici eccetto me che non avrò più un disco”
Articolo del
19/06/2018 -
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