I Nirvana e la ricca scena musicale di Seattle di inizi anni novanta come non sono mai stati visti. Questa in sintesi la premessa per la mostra “Kurt Cobain & Il Grunge” (foto © Charles Peterson o Michael Lavine) in programma da venerdì 8 giugno al 1° luglio al Museo Archeologico Nazionale di Taranto (MarTa), in occasione del Medimex 2018.
E tra gli headliner del festival pugliese, promosso da Puglia Sounds, ci sarà proprio uno dei gruppi simbolo del post-grunge, i Placebo, attesi venerdì 8 giugno sul palco della Rotonda del Lungomare, dove giovedì 7 arriveranno i padri della musica elettronica Kraftwerk con l’esclusiva italiana del loro spettacolo 3D.
La mostra Kurt Cobain & Il Grunge (foto © Charles Peterson o Michael Lavine) sarà ospitata dal più importante museo al mondo sulla civiltà magno-greca che apre le porte alle testimonianze di un recente passato musicale e costruisce un ponte ideale tra la capitale del Grunge, Seattle, e la città dei due mari, dove nel 1989 transitarono quasi in sordina - per un concerto oggi considerato un evento postumo - i Soundgarden, una delle band rappresentative di quella scena musicale, che la mostra racconta intorno alle immagini dei Nirvana.
La mostra, a cura di ONO arte contemporanea, comprende settantotto foto esposte in due sezioni: da un lato trentotto immagini colte da Charles Peterson, che si concentrano sulla storia della nascita dei Nirvana, i concerti live e la scena Grunge, dall’altro quaranta scatti di Michael Lavine estratti da servizi posati e immagini per le riviste. Le foto inedite sono equamente suddivise, tre per ognuno dei due autori.
La mostra ripercorre non solo la storia dei Nirvana, dai suoi albori fino alla al successo globale ma anche le tappe della scena musicale di Seattle, dove negli anni Ottanta l’ormai famosa etichetta indipendente Sub Pop stava dando visibilità non solo ai Nirvana ma anche ai Mudhoney e, per l’appunto, ai Soundgarden.
Michael Lavine, celebre fotografo pubblicitario che negli ultimi venticinque anni ha realizzato alcune delle fotografie più iconiche del mondo dello spettacolo assieme ad alcune delle più famose copertine di dischi, e che ha realizzato alcuni dei ritratti più famosi di Kurt Cobain, immortala i Nirvana in studio in quattro diversi momenti, dai mesi della loro prima formazione, quando al posto di Dave Grohl alla batteria c’era ancora Chad Channing, fino agli anni del successo mondiale, quando accanto al leader della band c’era la moglie Courtney Love: scatti che sono diventai simbolo di un’era.
Se da un lato le immagini di Lavine fissano nell’immaginario collettivo i momenti più importanti delle band, quelle di Peterson ne documentano passo dopo passo la carriera, dalla formazione ai primi concerti in locali malfamati e campus universitari, ai palchi internazionali, fino ad arrivare agli ultimi mesi di vita di Kurt Cobain, ritratto in immagini intime che pienamente mostrano come il peso del successo avesse provato il giovane artista.
E di fatto, l’apporto di Charles Peterson risulta fondamentale non solo per la storia dei Nirvana ma anche per la nascita del Grunge. Tra i protagonisti che hanno contribuito a creare la scena musicale underground di Seattle, il cinquantaquattrenne fotografo di Longview (Stato di Washington), stringe un sodalizio con Bruce Pavitt e Jack Poneman, fondatori della Sub Pop Records, che a Peterson chiedono di diventare fotografo ufficiale dell’etichetta.
Peterson non si limita a testimoniare con foto live o in studio la nascente scena. E utilizzando uno stile personale crea un proprio marchio di fabbrica diventato inconfondibile: usa flash molto potenti per poter squarciare il buio dei club e al tempo stesso è in grado di isolare i soggetti in modo classico e iconico. Oltre alle band Peterson si accorge però subito che il pubblico del Grunge è altrettanto interessante. Volge quindi l’obiettivo dalla parte opposta del palco e ritrae un’intera generazione di fan che rimangono nell’immaginario collettivo, parte integrante di quella che è l’ultima rivoluzione avvenuta nella cultura popolare. Peterson riesce a rendere come nessun altro fotografo l’atmosfera di quei giorni straordinari. E non caso, le sue foto sono esposte in molti musei americani, incluso il Seattle Music Exeprience, così come in selezionate gallerie europee. Molti anche i film e i documentari sul Grunge e su Kurt Cobain che hanno utilizzato immagini di Peterson. Tra questi, «The Last 48 hours of Kurt Cobain» (2007), «Seven ages of rock» (2007), «Montage of Heck» (2015) e «Too young to die: Kurt Cobain» (2012)
Articolo del
19/05/2018 -
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