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Editoriale
L’arroganza delle major
di
Emmebi .
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La crescita della domanda di vinili sta schiacciando le piccole etichette indipendenti. Questo il succo di un’inchiesta del giornale inglese The Guardian in un periodo in cui non solo i collezionisti si stanno riaffacciando all’acquisto del disco nero.
Alcuni responsabili di etichette indipendenti del Regno Unito hanno dichiarato che nell’ultimo periodo è sempre più difficile evadere gli ordini di dischi per via dei ritardi nella consegna dei dischi sopravanzati dalle necessità delle grandi case discografiche che si stanno rilanciando sul mercato del 33 giri.
“Nonostante la crisi abbiamo continuato a stampare dischi per oltre vent’anni - ha dichiarato Gerald Short fondatore della Jazzman Records - ma adesso le major hanno la precedenza nella stampa dei dischi avvantaggiate dal volume dei loro ordini. La maggior parte delle etichette inglesi si rivolge a fornitori europei per la stampa di vinili ed è paradossale che adesso si sia creata una coda che provoca ritardi nella consegna degli ordini anche se le aziende produttrici lavorano sette giorni su sette”.
Jonny Trunk responsabile della Trunk Records rincara la dose ”Non ho visto mai niente di simile, è una specie di corsa all’oro che sta provocando grande caos. Se una delle aziende che stampa i dischi ti chiama dicendo abbiamo avuto un ordine di ventimila copie di un disco dei Dire Straits allora non c’è niente da fare, le piccole etichette rimangono in coda”.
Nel 2017 il mercato del disco ha registrato per la prima volta dal 1990 un dato confortante con quattro milioni di copie vendute nel solo mercato britannico e più di un milione verranno vendute solo nel mese che porta al Natale.
Un altro dato interessante è quello delle ristampe, in crescita la caccia alle ristampe di dischi che gli appassionati di musica hanno posseduto solo su CD oppure, a suo tempo, hanno sostituito pensando che ormai il disco fosse irrimediabilmente andato in pensione.
A fronte di questa grande richiesta c’è da registrare la difficoltà da parte delle industrie produttrici di dischi a rispondere alla crescente domanda commerciale. Anche per questo motivo la multinazionale giapponese Sony ha deciso già da qualche mese di riaprire alcuni stabilimenti per rimetterli a pieno regime e anche l’irlandese Dublin Vynil ha riaperto uno stabilimento che stamperà centomila dischi al mese.
Lungimirante invece la scelta di Jack White che dopo aver creato una sua etichetta, la Third Man Records, ha acquistato alcuni capannoni a Detroit per stampare e produrre dischi in proprio
Articolo del
15/12/2017 -
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