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Nick Cave
“Suono in Israele contro chi vuole censurare e ridurre al silenzio i musicisti”
di
Redazione XTM
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Continua la querelle tra musicisti sull’opportunità di suonare in Israele. Dopo la polemica a distanza tra Thom Yorke e Roger Waters successiva alla decisione da parte dei Radiohead di suonare quest’estate a Tel Aviv, adesso è il turno di Nick Cave
Da tempo il movimento BDS (Boycott, Divestment, Sanctions) che vede tra i suoi promotori oltre a Roger Waters, Thurston Moore, Tunde Adebimpe dei TV on the RADIO e una schiera di musicisti, attori e registi, si è attivato per promuovere un boiocottaggio culturale verso Israele fintanto che non saranno ristabiliti pari diritti umani ed economici per il popolo palestinese. Ecco perché, alla vigilia dei suoi due concerti in programma a Tel Avivi, il 19 e 20 novembre, anche a Nick Cave è stato chiesto di ripensarci per dare un forte segnale simbolico a favore della causa palestinese.
"Non vengo in Israele da vent'anni e sento un forte legame con questo paese, che non riesco a esprimere a parole" ha dichiarato Nick Cave "Non mi piace essere umiliato pubblicamente per questo e penso che la mia unica colpa è di non essere venuto in Israele per vent'anni ".
Nella conferenza stampa prima del concerto, Nick Cave ha poi precisato "Ci ho pensato molto. Poi ho chiamato il mio staff e gli ho detto andremo in tour in Europa e in Israele. Alla fine, le ragioni per le quali sono qui sono due: la prima è che amo Israele e la sua gente, la seconda è voler prendere una chiara posizione contro chi vuole censurare e ridurre al silenzio i musicisti. Per certi versi si può dire che sì, sia stato il movimento che promuove il boicottaggio a farmi suonare in Israele".
Non si è fatta attendere la risposta dei promotori della campagna Palestinian Campaign for the Academic and Cultural Boycott of Israel: "Tradendo i suoi valori progressisti, Nick Cave suonerà in Israele. E' una decisione politica e morale restare al fianco dell'oppressore invece che dell'oppresso”
Articolo del
21/11/2017 -
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