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Afterhours
Trent’anni di pura e testarda gioia
di
Fabrizio Biffi
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Un doppio album antologico e un concerto-evento a Milano il 10 aprile 2018 al Mediolanum Forum, unica data prevista per festeggiare i trent’anni di storia degli Afterhours.
Tanti ne sono passati dal loro debutto con un singolo in inglese, My Bit Boy, uscito per l’etichetta indipendente Toast Records nel 1987.
“Trent’anni di storia sono un mattone ma anche il momento giusto per chiudere un periodo e cominciarne un altro, e serve per ripartire un po’ più leggeri: psicologicamente aiuta. L’anno prossimo si tornerà a scrivere nuovo materiale. E sarà più facile fare cose diverse con questo progetto o con altri progetti“ ha dichiarato Manuel Agnelli nel corso della conferenza stampa di presentazione di questo anniversario che verrà festeggiato con l’uscita di un album quadruplo Foto di pura gioia - Antologia 1987-2017 già disponibile da venerdì 17 novembre: 76 brani rimasterizzati e un ampio booklet con il racconto della band e fotografie inedite.
In copertina un Manuel Agnelli ancora bambino («È una foto che mi ha fatto mio padre quando è tornato da un viaggio in Africa»), mentre la foto sul retro è legata alla fase di Germi, l’album del 1995 con il quale gli Afterhours abbandonano la lingua inglese: «Il periodo di Germi è stato un modo per strappare le radici ed è stato liberatorio, personalmente rivoluzionario – commenta Agnelli. – La prima metà degli anni ’90 per noi sembrava davvero una fase di cambiamento e storicamente lo è stata. Mani Pulite, da poco era caduto il muro di Berlino […] e poi i Nirvana primi in classifica in Italia».
Ma l’evento vero di festa per i trent’anni di Afterhours sarà quello in programma il 10 aprile 2018 al Mediolanum Forum di Assago (Milano) per un’unica data che chiuderà i festeggiamenti, dopo il tour antologico conclusosi a settembre: «Avremo molti ospiti, alcuni dei quali saranno ex Afterhours. Sarà più un concerto che uno spettacolo. Abbiamo visto Nick Cave l’altra sera e quello è il concerto che mi piacerebbe fare. Il concerto di Nick Cave dell’altro giorno è stato uno dei più belli della mia vita: senza una produzione galattica, con un contatto col pubblico e una libertà interpretativa e una produzione “antica” che adesso non si vede più. Adesso ci sono i ledwall, tutto computerizzato. Lì non c’era niente di tutto ciò. È stata una messa blues. Il pubblico era in religioso silenzio, cosa che in Italia è più unica che rara»
Articolo del
14/11/2017 -
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