E’ successo ieri, il 16 luglio del 2014, ma il triste evento era nell’aria. Infatti Johnny Winter era malato da tempo, ma non aveva mai voluto smettere di suonare in pubblico e di registrare nuovi brani in studio, tanto è vero che a settembre era in programma l’uscita di Step Back, il suo nuovo album, realizzato in collaborazione con Eric Clapton, Billy Gibbons degli ZZ Top e Joe Perry degli Aerosmith. John Dawson Winter III aveva 70 anni ed è deceduto in una clinica di Zurigo, in Svizzera, dove era stato ricoverato d’urgenza a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni di salute. Accanto a lui fino all’ultimo sua moglie Jenda Derringer, sorella del chitarrista Rick Derringer, musicista con cui aveva sempre collaborato nel corso della sua lunga carriera artistica e musicale.
Lo avevamo ascoltato dal vivo nel mese di marzo del 2010 all’Auditorium Parco della Musica di Roma e più recentemente al Crossroads, nei pressi di Bracciano, il 19 maggio di quest’anno. Sempre seduto e piuttosto limitato nei movimenti lasciava però alle dita della sua mano sinistra il compito di scorrere veloci come un tempo sul manico della chitarra e di ripercorrere in chiave elettrica blues anthems di ottima fattura.
Esecutore straordinario ed ottimo produttore discografico, ha vinto in carriera tre Grammy Awards per il lavoro fatto sugli ultimi album di Muddy Waters, suo Maestro e fonte di ispirazione. Johnny Winter era nato a Beaumont nel Texas il 23 febbraio del 1944 ed era diventato ben presto una leggenda. Chitarrista albino appassionato di blues e seguace di Jimi Hendrix, da cui aveva ereditato molti aspetti del suo stile chitarristico, è ricordato anche per le sue collaborazioni con il fratello minore Edgar Winter, un sassofonista, con il quale aveva dato vita a “super band” come i White Trash che mescolavano in maniera perfetta blues, boogie woogie e rock and roll. La slide guitar di Johnny Winter è diventata celebre a partire dal Festival di Woodstock: da allora in poi il suo stile è stato di scuola e di esempio a molti giovani musicisti moderni.
Mi aveva ricevuto backstage dopo un concerto di tanti anni fa alla Scalinata del Palazzo della Civiltà e del Lavoro all’EUR di Roma. Persona estremamente affabile e gentile, di naturale timidezza Winter aveva problemi di vista, ma si era lasciato alle spalle i suoi problemi derivati dall’abuso di alcool e di droga.
Nel 1988 il nome di Johnny Winter fu indotto nella Blues Foundation Hall Of Fame ed è stato inserito dalla rivista Rolling Stones fra i migliori chitarristi di sempre. Fra i suoi tanti album, ricordiamo Second Winter del 1969, un live come Johhny Winter And del 1970 e Hard Again del 1977, insieme con Muddy Waters. A metà degli anni Ottanta Johnny Winter conobbe un improvviso ritorno di fiamma, grazie alla pubblicazione di album convincenti come Serious Business del 1985 e Third Degree del 1986. Non ci resta che riprendere in mano i suoi vecchi dischi e sparare un brano come Mean Town Blues ad esempio, a volume alto verso il Cielo in modo che anche ignari condomini sapranno.
Articolo del
17/07/2014 -
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