Seconda fatica discografica per Chiara Vidonis dopo "Tutto il resto non dove" uscito nel 2015.
Il nuovo lavoro intitolato "La fame" contiene 8 tracce inedite e vede la produzione artistica di Karim Qqru degli Zen Circus che nel disco suona basso, batteria, synth e chitarra elettrica. La famiglia Zen è presente anche con Fabrizio Pagni (Piano e tastiere) e Francesco Pellegrini (Fagotto). L'apertura è affidata a "La mia debolezza" ("Ma non lo senti il mio dolore così simile al tuo tanto da confondermi, abbandoniamo le distanze siamo un mare di confine io e te") brano con arrangiamento minimalista tra tastiere e leggerissima batteria. "Quello che ho nella testa" ("Mi piace come ti vendi, io sempre ferma tu tre passi avanti, tra il dire e il fare dei sentimenti, bisogna sempre fare bene i conti") è più travolgente con un bel groove di elettronica e un ritornello ostinato ed efficace. "Lontano da me" ("Questo silenzio racconta molto, è uno specchio rotto ma si crede un sogno e vive nel mio petto, ad averne avuto di tempo, ne avremmo perso molto di più") ha un tappeto pianistico quasi jazzato, dove emerge una batteria incisiva e gli interventi dell'oboe.
Ritmiche taglienti, chitarre distorte e basso esplosivo caratterizzano "L'inizio" ("Amo i concerti perchè odio le persone, ti presento al mio profilo più sociale, un algoritmo, una perversione") Atmosfera delicata tratteggiata dal pianoforte e dall'avvolgente violoncello di Alice Micol Moro in "La mia fame" ("Come acqua nuova io ti scopro a piccoli sorsi, non c'è da fidarsi mai di una droga, come carne fresca io ti mangio a piccoli morsi, sei la mia fame, aspetto che cresca") Si ritorna a suoni più frenetici con "Talento naturale" ("Sopravvivere al dolore come fossi un animale, ti sei accorto che io non valgo più di quel che sogno e se la notte non porta consiglio io mi accontento del sonno").
Un giro di basso pulsante sostiene i ritmi quasi dance di "Come i sassi" ("Se non è un esorcismo allora che cos'è, recitiamo il mea culpa fino a tardi, se non è un peccato allora che cos'è che mi pesa sul cuore come i sassi") Chiude il disco l'intensa "Era meglio quando non capivo niente" ("Ma tu, tu mi hai voluto dimostrare ancora, la differenza tra la tua candela accesa e la mia aurora, tu, tu continua pure svelto, che io ti seguo come posso") cullata dall'atmosfera sognante tra violoncello e pianoforte. La cantautrice ci propone un pop a tratti raffinato e a tratti più sbarazzino dove si respirano belle atmosfere negli arrangiamenti freschi e vitali. La scrittura è semplice e diretta, ben sorretta da una voce molto personale che dimostra una tecnica solida e un bel carisma.
Chiara Vidonis si mette a nudo in questo disco, perchè la sua è una fame di vita e queste otto tracce ce lo dimostrano.
TRACKLIST
La mia debolezza Quello che ho nella testa Lontano da me L'inizio La mia fame Talento naturale Come i sassi Era meglio quando non capivo niente
Articolo del
08/06/2022 -
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