Nella musica di Manuel Gagnieux, aka Zeal & Ardor, convivono due anime: quella black metal e quella afro-spiritual.
Anche in questo omonimo terzo disco, intitolato come l'ep d'esordio del 2014, questi due spiriti sonori convivono tra loro in maniera lucida, intensa e graffiante. Più degli altri album il sound di Zeal & Ardor, acquisisce maturità e forza produttiva, tra strutture vocali che alternano lo scream, il growl, cupe visioni baritonali a territori soul/gospel. Le sonorità volgono poi lo sguardo anche al crossover, alle contaminazioni col death metal, il metalcore, l'industrial, il nu metal, lo shoegaze, il blues e il country-western, all'interno di una ipotetica lotta ritmica tra angeli e demoni, natura e tecnologia, analogico e digitale.
In questo caleidoscopio di suoni tetri e serrati, la titletrack conduce l'ascoltatore su derive industriali mentre brani come Run, Götterdämmerung e I Caught You lo spingono su lande più estreme tra crepuscoli urlanti. C'è poi Emersion, un po' elettronica evanescente, un po' shoegaze; il western morriconiano Golden Liar e ballad con la melodia più spiritual come Hold Your Heard Low, Church Burns. La chiusura del disco è affidata alla synth-etica A-HA-I-L. Più maturo dei suoi predecessori, Zeal & Ardor è un album intenso, imprevedibile, pieno di sfaccettature sonore. È come essere catapultati all'Inferno e poi in Paradiso, nello stesso istante. È una montagna russa di sonorità, che si muovono tra genio e sregolatezza, alle quali è difficile resistere.
Articolo del
30/04/2022 -
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