Un album durissimo, un blues davvero scorticato e pesante è la struttura portante del nuovo lavoro di Lucinda Williams, cantautrice americana, nativa della Louisiana che - malgrado i suoi 67 anni compiuti - non vuol proprio saperne di invecchiare. Ascoltare per credere: questo “Good Souls Better Angels” è un ben assestato pugno nello stomaco in direzione di quanti concepiscono la musica come intrattenimento.
Lucinda invece no, scava nelle zone più oscure della sua esistenza, mette in musica sogni infranti e mancate promesse, in ostinato contrasto con le bugie nascoste nelle pieghe di quello che una volta si chiamava “american dream”. Dodici pezzi, tutti improntati ad un blues ben cadenzato e pesante, che solo in un paio di occasioni si concede qualche pausa. Si comincia con “You Can’t Rule Me” , una ballata ruvida e dura che si porta dietro tutta la polvere del deserto americano, si prosegue con “Bad News Blues” , una ballata più lenta, ma che riesce perfettamente a trasmettere il concetto di esasperazione.
Sullo stesso livello “Man Without A Soul” e “Big Black Train” , due “blues ballads” trascinate e sofferte, ma davvero toccanti. Si torna a pulsioni più marcatamente heavy blues con “Wakin’ Up”, un pezzo di forte impatto, lacerante e aggressivo, il cui approccio musicale viene idealmente ribadito su “Pray the Devil Back To Hell” , di certo il brano più bello dell’album, un blues devastante, bollente, ricco di “groove” e con una chitarra elettrica lancinante che si fa strada lungo i territori meno battuti della nostra anima.
A questo punto, per me, il disco potrebbe anche finire qui, ma Lucinda ci regala ancora piccole perle acustiche come “Shadows And Doubts” e “Good Souls” e una ballata più “soft” come “When the Way Gets dark”. Il disco è completato da altri episodi che mescolano sapientemente blues e hard rock, canzoni davvero esaltanti che prendono il titolo di “Bone of Contention” , “Down Past The bottom” e “Big Rotator” . L’album è stato registrato live in studio a Nashville insieme ai Buick 6, la sua touring band, la stessa che abbiamo avuto modo di ammirare dal vivo qui da noi qualche anno fa.
Il disco è stato prodotto da Ray Kennedy , dalla stessa Lucinda Williams e da Tom Overby, che di Lucinda è anche marito, manager e partner nella stesura dei testi. Un lavoro molto ben riuscito, triste forse, disperato sicuramente, ma anche molto ben ispirato. Da non mancare.
Articolo del
03/06/2020 -
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