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Black Mountain
Destroyer
2019
Jagjaguwar /Goodfellas
di
Giancarlo De Chirico
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A distanza di tre anni da IV, i Black Mountain tornano a farsi sentire con un album molto ben calibrato, solido e molto centrato sul suono delle chitarre. Il disco si intitola Destroyer e contiene sonorità che rimandano direttamente alla metà degli anni Settanta.
Potrebbe essere sufficiente ascoltare le chitarre di “Future Shade” e di “Licensed To Drive”, i primi due singoli tratti dal nuovo album per farsi un’idea quanto mai chiara sul ritrovato entusiasmo della band canadese. Suoni pesanti che fanno pensare ai Black Sabbath e che riconciliano la band con quell’Hard Rock che ha sempre contraddistinto il repertorio della band. Ritornano elementi psichedelici su “Boogie Lover”, mentre su “Close To The Edge”, riemerge un rock cosmico, carico di atmosfera, molto vicino al doom.
Dopo l’abbandono di Joshua Wells e di Amber Webber, membri originali della band, accanto al frontman Stephen McBean e al tastierista Jeremy Schmidt troviamo preziose new entries come Rachel Fannan, ex vocalist degli Sleepy Sun e addirittura tre batteristi come Adam Bulgasem, degli Dommengang & Soft Kill, Kliph Scurlock, ex Flaming Lips, e Kid Millions, degli Oneida.
Il disco era stato concepito come colonna sonora di un film documentario girato nel deserto e mette in evidenza quindi una compattezza compositiva inaspettata, considerati i molteplici avvicendamenti all’interno del gruppo. Una nuova dimensione per i Black Mountain, ma anche un ennesimo centro. Album da ascoltare ad alto volume
Articolo del
03/08/2019 -
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