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Rosario
And The Storm Surges
2016
In The Bottle Records/ Red Sound/Brigante Records
di
Giancarlo De Chirico
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A due anni di distanza da “Vyscera”, valido e interessante album di debutto, tornano a farsi sentire da Padova i Rosàrio, una realtà sempre più importante nell’ambito del movimento “stoner” italiano. La band è ora un quintetto ma i componenti sono rimasti più o meno gli stessi : Alessandro Magro, alla voce, Nicola Pinotti, alla chitarra elettrica, affiancato dal nuovo arrivato Riccardo Zulato, altro chitarrista; poi ci sono Fabio Leggiero, al basso e Alessandro Bonini, alla batteria (che ha preso il posto di De Battisti). Il nuovo album si intitola “And The Storm Surges” ed è stato registrato presso il Dirty Sound Studio di Verona. Il disco è di forte impatto e contiene dieci tracce cupe e pesanti, improntate a un “doom metal” che riesce a farsi spazio all’interno delle radici “stoner” della band. Il nuovo lavoro viene inteso quasi come un “concept album” che si occupa dell’evoluzione dell’Uomo, del lento passaggio da uno stato naturale, libero e selvaggio, alla fase attuale in cui regna una sorta di onnipotenza creativa, troppo spesso male indirizzata, che finisce con il ritorcersi contro la stessa razza umana. Il suono delle chitarre è sporco, il ritmo è cadenzato e il fragore iniziale lascia spazio anche a momenti più intimi e riflessivi che accompagnano la narrazione sonora della band. I Rosàrio sono proiettati ben oltre il disco di esordio: si nota una maggiore sicurezza sul piano compositivo - oltre che a livello puramente tecnico - e si avverte una predilezione per certe atmosfere ovattate, per sonorità lente , talvolta bluesate e ricche di “riff” chitarristici ossessivi e malevoli. Se guardiamo influenze internazionali e accostamenti musicali possiamo ben dire che la band si ispira a gruppi come Mastodon e Crowbar , nuove realtà di un movimento post metal che merita rispetto. I brani sono tutti di buona qualità ma siamo rimasti molto favorevolmente impressionati da composizioni ispirate ed intense come Vessel Of The Withering (con quell’intro vagamente zeppeliniana, tipo No Quarter), Livor e And Then.. Jupiter, che chiude l’album. Una citazione particolare merita Dawn Of Men, un episodio acustico di grande valore, un perfetto contro altare della più sostenuta Monolith. Album da ascoltare con grande attenzione perché i Rosàrio sanno mescolare contenuti diversi in un contesto di “stone rock” e di metal psichedelico, orientato verso il “doom”.
Articolo del
24/10/2016 -
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