Domenica 4 maggio 2025 l’Alcatraz si è trasformato in un’astronave giradisco per l’ultima data ( la seconda milanese, da tempo sold out) del tour di Lucio Corsi a supporto dell’album “Volevo essere un duro”.
Suggestioni fiabesche aleggiano per tutta la durata del live che ha inizio alle 21:10 quando, abbracciando la sua fidata chitarra, la mise glam (spalline con patatine comprese), il cantautore toscano sale sul palco insieme ai sodali compagni d’avventura.
Un rock’n’roll di ispirazione anni ‘70 tra T. Rex, Blues Brothers e pizzichi di David Bowie, esplode subito con l’energica “Freccia Bianca” un viaggio, una nuova città nuove solitudini, seguita da “La bocca della verità”, in una bellissima macchina del tempo musicale.
Istrionica capacità di unire un sound grintoso con testi sognanti, ironici, intrisi di attimi e malinconie quotidiane, da sempre la cifra stilistica del cantautore toscano, ed al contempo coinvolgere tutto il pubblico, un melting pot generazionale, è cio che Lucio Corsi e la band propongono nel percorso musicale che avanza con “Radio Mayday” ottimo folk rock e “Questa Vita”, scanzonata, sognante con un ritornello sfacciatamente catchy che esplode nei cori.
Fa capolino l’influenza di Ivan Graziani in “Sigarette” dove finalmente esce anche il lato poeticamente irriverente.
Nucleo del concerto è un trittico intimista, prettamente cantautoriale, in cui pianoforte e voce sono i protagonisti, “Orme”, “La ragazza trasparente” e “La Lepre” riescono a trasportare i presenti nel mondo sospeso creato dal cantautore, capace di incantare con la sua semplicità.
Un ricordo a Randy Newman con “Short People” trasformata in “La gente bassa” ed al grande Domenico Modugno con “Nel blu dipinto di blu”, segna l’entrata di Tommaso Ottomano e la parte più attesa del live, una hit dietro l’altra cantata all’unisono, “Tu sei il mattino”, trainata dal successo della serie tv “Vita da Carlo 3” seguita da “Situazione complicata” in cui si ritrovano ispirazioni alla Rino Gaetano, l’attesissima “Volevo essere un duro”, sino all'esplosiva “Francis Delacroix”, un quadro surrealista in musica. Una melanconica “Nel cuore della notte” in bilico tra Antonello Venditti e Bob Dylan, culla le anime, perse a chiedersi tra le molte incertezze “Cosa faremo da grandi”, accompagnandole verso il finale di questa onirica serata.
Non si risparmia il cantautore toscano, oltre due ore di travolgente rock, momenti riflessivi tanta empatia, qualche piccolo disguido, dovuto solo all’esuberanza dei ragazzi che rende ancor più genuino uno spettacolo capace di trasportare il pubblico in un ultimo liberatorio twist sulle note di una sfrenata versione di Francis Delacroix, dove sul palco compare lo stesso protagonista intento ad immortalare tutta la band trasformatasi, in un attimo, nei tanto amati Blues Brothers.
Lucio Corsi riporta echi della contro cultura degli anni ‘70, soprattutto riesce nel difficile intento di unire una moltitudine di ombre diverse, elogiando la diversità insita in ognuno di noi, l’unicità in un mondo di omologazione, questo lato genuino viene finalmente riconosciuto e ripagato dal grande riscontro di pubblico, ma del resto, parafrasando proprio la canzone che l’ha consacrato: “ Non sono altro che Lucio” e di questa semplicità avevamo davvero bisogno
Setlist 1. Intro 2. Freccia Bianca 3. La bocca della verità 4. Danza classica 5. Radio Mayday 6. Questa vita 7. Amico vola via 8. Trieste 9. Sigarette 10. Hai un amico in me (Riccardo Cocciante) 11. La gente bassa (Randy Newman) 12. Il Re del rave 13. Orme 14. La ragazza trasparente 15. La lepre 16. Senza titolo 17. I parchi 18. Nel blu, dipinto di blu (Domenico Modugno) 19. Tu sei il mattino 20. Situazione complicata 21. Volevo essere un duro 22. Francis Delacroix 23. Magia nera 24. ...e non andar più via (Lucio Dalla) 25. Hai un amico in me (Riccardo Cocciante) 26. Il lupo 27. Nel cuore della notte 28. Cosa faremo da grandi? Encore: 29. Astronave giradisco 30. Altalena Boy 31. Let There Be Rocko 32. Francis Delacroix
Articolo del
08/05/2025 -
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