Poliedrico e coloratissimo, Morning Grooves è un continuo diletto sul pentagramma, un sound spensierato che sgorga dalle migliori influenze fusion, funk ed electro. La tecnica perfetta vien fuori fin dal primo ascolto ma del resto Bottura dopo cinque anni di pianoforte, approda alla chitarra, alla batteria ed in fine al basso elettrico che nel disco è praticamente lo strumento principe, nel 2007 consegue la laurea triennale in musica presso il D.A.M.S. di Bologna. Suoni lontani, estivi e tropicali convergono in un unica melodia con ”Out of Sight” ritmo frenetico ed infinito, una corsa sui tasti del basso, ballando sulle corde e poi per un attimo, le note di un pianoforte riportano un'immensa calma, che accoglie nuovamente la frenesia estatica, è ”Mind, Passion & Istinct” la seconda traccia, un autostrada lungo la quale le varie sonorità si inseguono intrecciandosi. Le danze non sono ancora terminate, non prima che la scossa di ”Quetzalcoatl” sia scivolata nelle gambe facendoti muovere il bacino e le spalle senza tregua, i suoni permeano l'ascolto annullando il senso di dimensione semplicemente scorrendo su tutto ciò che è intorno come un torrente variopinto. ”Deaf Kids’ Disco” rimbalza iperattiva con il suo andamento funk, mettendo ben in evidenza l'armonia dei vari strumenti che via via si alternano, ma la vera nota di merito sta nelle pause che Bottura introduce in vari brani placando per un attimo il tumultuoso imperversare del brano con uno specchio di melodie. ”Sweet Tears” è riflessione, ricordi, note semplicemente soffiate nel lento gocciolare del ritmo, il basso fa le veci di una tromba cenciosa in una giostra di suoni appena appena sussurrati. ”Stern Memories” tende la mano al jazz scherzando su variazioni improvvise, un pezzo da camera, da gustare fino in fondo, riprendendo la scia del funk che trafigge tutto l'album; ”Mayday Mayhem” sgorga direttamente dagli anni settanta, il basso soffia note come bolle, stacchi di batteria si alternano alle furibonde incursioni degli strumenti, forse questa è la traccia che più di tutte racchiude l'immensa poliedricità e versatilità dell'artista, peccato finisca troppo presto. ”Black Lady”, un cocktail di funk e jazz molto riuscito, soprattutto la scelta di suoni semplici e minimali rende le parti ancora più apprezzabili, il disco è perfetto per una serata di relax in compagnia di amici, seppur alla lunga appare in certi passaggi "statico", legato ad una linea ben definita. Tuttavia Bottura riesce ad inserire in ogni traccia elementi sorprendenti e parti totalmente sovversive rispetto alla struttura principale, come il momento arabeggiante di ”Black Lady”. ”Tropical Night”, inizia sinuosa e promette sino all'ultima nota ciò che il titolo significa, perdersi su questa ultima traccia è quasi come sognare; la chiusura è ottima, il disco molto bello e tutto da scoprire, speriamo di vedere Bottura dal vivo presto.
Articolo del
12/06/2009 -
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