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Spontaneità e capacità di suscitare emozioni forti sono le parole che possono descrivere “Una pioggia sottile”, l’album di Roberto Sarno pubblicato a settembre 2025 per Radici Music Records.
Un'opera sonora complessa e profonda, questo album, che arriva dopo i precedenti dopo i precedenti "Endorfina" (2016) e "Prova Zero" (2019), cattura il tumulto emotivo di un'era definita da drammi epocali: dai disastri ambientali alla pandemia, dal conflitto in Europa ai crescenti flussi migratori.
Attraverso i suoi testi, il disco intreccia racconti personali ambientati in quel contesto, tracciando un percorso emotivo che va dall'elaborazione del lutto a una rinnovata, viscerale, adesione alla vita, ed è un lavoro che testimonia la maturità artistica di un musicista capace di tessere narrazioni sonore di rara profondità emotiva.
Musicista toscano d'adozione, Roberto Sarno, nato a Roma nel 1967, è attivo dalla fine degli anni '80 e dopo l'esperienza con i Dive si è affermato come una delle voci più originali della scena indipendente.
Stilisticamente la sua cifra è quella di una sound personale che ignorando le barriere di genere, spazia dall’acustico all'elettronica, con il filo conduttore, particolarmente rilevabile nei live, della capacità di suscitare emozioni grazie al suo istinto creativo.
Coinvolgimento ed empatia che si rilevano specialmente in alcuni brani fra cui “Prima di un’estate”, con ritmo che ricorda una cavalcata lenta che apre a suoni elettronici dirompenti, “Giardino d’inverno” con l’inizio potente grazie ai suoni bassi del synth che fanno risaltare la voce e l’andamento solenne, “Le tue storie inutili” con il caratteristico inizio dato dalla chitarra e dai suoni di synth che percorrono tutto il pezzo fino alla fine.
Originale “Kadir e Alev” con gli iniziali suoni industrial ambient, talvolta dissonanti, mentre si fa strada un’armonia più decisa, peraltro pervasa da un detuning, che si fa strada per poi cedere il passo al canto e una chiusura del pezzo prettamente acustica.
Ricorda la tragedia dell’epidemia covid e in particolare la triste processione dei camion militari che trasportavano cadaveri “Il soffocamento di Covid e Floyd”, pezzo che inizia in stile disco music per poi passate a sonorità più epiche e sofferte.
L'album si configura come un affresco intimista dove la chitarra acustica diventa strumento di confessione e contemplazione, un mezzo attraverso cui l'artista dialoga con le pieghe più nascoste dell'animo umano utilizzando un’essenzialità ricercata e mai banale.
Un’opera musicale per gli ascoltatori a cui piacciono le composizioni che respirano di un lirismo pervaso da una nostalgia mediterranea che sa di mari d'inverno e piazze deserte al tramonto, forse un po’ malinconico, ma non per questo meno bello.
TRACKLIST 1. Ogni notte a Milano 2. Prima di un'estate 3. Il vuoto intorno 4. Potrei volare 5. Giardino d’inverno 6. Autunno 22 7. Come cenere nel deserto Parte 1 8. Kadir e Alev 9. L’estasi dell’immenso 10. Le tue storie inutili 11. Un anelito 12. Anima grida 13. Il soffocamento di Covid e Floyd 14. Eco laconica 15. Mediterraneo 16. Come cenere nel deserto Parte 2
Articolo del
10/11/2025 -
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