Lallabies, terzo album di Laura Domenighini, prodotto da Antonio Gramentieri (Sacri Cuori e Don Antonio) vedrà la luce a marzo, a quasi quattro anni di distanza dal precedente lavoro, “Due”.
Sin dalle prime note, mi sono resa conto che Lallabies non va solo ascoltato, ma assaporato lentamente. Come un calice di vino pregiato, va degustato con particolare attenzione, così da poterne comprendere i colori e i profumi presenti al suo interno.
Dieci pezzi in lingua inglese, creano un sound essenziale dove non c’è posto per orpelli stilistici eccessivi; la particolarità del disco, infatti, si trova proprio nella timbrica vocale di Laura, le cui interpretazioni senza sbavature sono di respiro internazionale. Una vocalità che rimanda al cantautorato americano di Billy Holiday, Nina Simone e Etta James, unita ad ambientazioni e arrangiamenti avant-garde (Portishead, Koop, Lamb, My Brightest Diamond).
Il brano Dream a Lullaby fa da apripista, chitarra dalle sonorità methenyane e la tromba jazzy accompagnano la voce calda e raffinata di “Lalla”, in un crescendo di emozioni.
Cori romantici e arrangiamenti scanzonati nella “primaverile” Faces, brano indiefolk dal ritornello immediato, che rimane subito impresso nella testa (e nelle orecchie) dell’ascoltatore. Ritmo caraibico per Lallaby, percussioni e voce danno vita ad uno spensierato raggaeton il cui sound porta ad immergersi nel mare blu dei caraibi, circondati da palme e spiaggia bianchissima.
Backing vocals e chitarra sono protagonisti in I Wish I Where A Carpenter pezzo blues, un po’ cupo, che rimanda alla malinconia dell’intrigante personalità cantautorale di PJ Harvey; melodie country pop in Names e I Dont’ Know, che vanta una melodia di violini in sottofondo.
L’ultima canzone dell’album The Bet racchiude in sé un sound di una dolcezza disarmante. Non so se sia un caso che proprio un brano intitolato “la scommessa”, sia stato scelto per chiudere e, in qualche modo riassumere, un disco così intimo. Per quanto mi riguarda, qualunque cosa abbia scommesso Laura, con Lallabies ha vinto
Articolo del
15/02/2018 -
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