Con ”Power Fusion” gli Angels and Demons (Alex Stornello, Giorgio JT Terenziani, Paolo Caridi) offrono una prova accattivante con brani che non mancano di fascino e sprigionano un'anima metal fusion, come annunciato dal titolo, ma con vivide sfumature heavy e jazz. Si parte subito in quarta con Angels&Demons, un ritmo sincopato che non scaccia l'eleganza, e che si apre su un campo elettrico di inquietudine e varchi di luce, in virtuosismi di chitarre distorte e finale ancor più esplosivo dell'inizio. When Money Talks mantiene l'equilibrio tra ritmo e levigatezza dei suoni, con suggestioni quasi space. Nessuna nota, nei brani, viene lasciata al caso. Traffic Jam sembra trovarsi all'incrocio tra caos e cosmos, lo si ascolta come si guarderebbe un film avvincente e ricco di colpi di scena. Ha una partenza più riflessiva, intimista e scura Clare Is Gone, primo brano in cui si inserisce il cantato. Ma la promessa intimista dell'intro si perde un po' per strada e il ritmo ritorna a farla da padrone, qui tuttavia con un carattere più blando rispetto agli altri brani. Si tratta pur sempre di un pezzo che ha carattere ma un'identità un po' incerta. Bello il finale malinconico come un diluvio. Musica classica apre The Riddle, che subito dopo si inserisce sui binari prog della band. E gli inserti di violini sono come bei paesaggi che spiccano dai finestrini di un polveroso treno in corsa. Musica affascinante, accattivante. Riecco il lato oscuro della band nell'intro di The Clarinet's Pain, affascinante fin dal titolo. Ci immaginiamo in labirinti dark fantasy, in cui non mancano insidie e piante carnivore a sorprenderci, con questo pezzo alle orecchie. È l'effetto creato dai synth e dalle chitarre. Più tranquilla, ma con una persistente vena di inquietudine, No Blues, che assume venature chilly. Sembrano convivere un certo gusto esotico e un ritmo metropolitano in questo brano affascinante. Tappeto sonoro come sempre costruito nel dettaglio, senza lasciare nulla al caso. L'esotico era infatti nell'aria: il brano seguente è Brasilia. In realtà meno spensierato di quanto si potrebbe pensare. Al contrario, si trova più sul versante oscuro del suono della band, del resto il Brasile è un paese difficile. E proprio questo sembra raccontare il grido della chitarra, un lamento dolente e a cui non si può restare indifferenti. Il brano si chiude sulle affilate e trafficate strade del Brasile così come si era aperto. L'album va verso la conclusione, ma prima ritornano Clare Is Gone in versione strumentale, e The Riddle, che invece si ripresenta in versione cantata, metal.
Articolo del
04/02/2014 -
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