Esce il 31 ottobre il nuovo album di Teho Teardo frutto anche della collaborazione con Stefano Bollani, Abel Ferrara, Keeley Forsyth. “Teho Teardo Plays Twin Peaks and Other Infinitives” è il risultato di un grande lavoro di registrazioni ambientali notturne, nei boschi al confine tra Italia e Slovenia. Il compositore, musicista e sound designer immobile nel bosco, ha registrato micro pattern ritmici, versi, ululati distanti, vento che muove foglie e frammenti di inquinamento acustico. Scopriamo insieme come gli uccelli possano essere artefici di uno sciame infinito di melodie, una forma di armonia perfetta, commovente, che all’autore ricorda la sensazione dell’innamoramento.
Teho Teardo presenterà i brani del nuovo album in tre i concerti: 14 ottobre a Torino, per Torino Spiritualità, il 29 ottobre al MAXXI di Roma e il 31 ottobre a Parma, al Complesso monumentale della Pilotta per il Festival il Rumore del lutto, dove suonerà anche il 18 ottobre con Blixa Bargeld.
Are we falling in love? canta una voce bianca nella prima traccia dell’album, “Falling”. È la stessa domanda che si è posto Teho Teardo durante una delle registrazioni ambientali notturne che effettua nei boschi, al confine tra Italia e Slovenia. La scoperta di un equilibrio magnifico. Un sentimento ancora indefinito, impalpabile, simile all’innamoramento, improvviso e alienante, evocato dall’ascolto delle melodie degli uccelli notturni e dal pulviscolo sonoro, popolato da micro-pattern ritmici, versi, canti, richiami, ululati distanti, vento che sposta le foglie.
Mi sono chiesto se mentre ero lì - racconta Teho - immerso nel buio del bosco mi stessi innamorando di qualcosa, senza sapere di cosa si trattasse. Ho ritrovato quella domanda in una canzone, Falling, che per questo motivo apre il disco. E così la melodia del tema di Twin Peaks mi pare arrivata fino a me attraverso i canti degli uccelli. Ho cercato altri frammenti melodici e li ho ritrovati tra le composizioni di Barbara Strozzi, Henry Purcell, Angelo Badalamenti e persino Bach. Anche queste melodie sono state tracce che mi hanno guidato nella ricerca all’interno del suono. Le ho trasformate in un nuovo contesto armonico che fosse soltanto mio.
Nel lavoro di trascrizione, la ricerca delle melodie, di frammenti originali o di altri compositori. Temi musicali classici, echi di epoche felici, tornano indecifrabili e diventano altro. Suoni che diventano verbi all’infinito, e poesia.
Stefano Bollani - continua Teho - mi ha aiutato a sondare questi universi. Il suo pianoforte è stato una lente di ingrandimento, uno strumento di conoscenza più approfondita, un sostegno nella ricerca. A lui, alle voci di Keeley Forsyth, Abel Ferrara e del piccolo Vito Bondanese, a tutte le musiciste e i musicisti che hanno suonato in questo album sono grato per ciò che abbiamo scoperto.
In questo disco, i temi musicali a cui Teardo si è ispirato portano altrove rispetto al luogo musicale che indicavano, per arrivare a un diverso sentire. Nelle note di copertina, lo scrittore Paolo Pecere racconta, infatti, che il vero viaggiatore usa le mappe per andare in posti che queste non segnano e si domanda, infine, se vogliamo ancora distinguere illusione e verità, artificio e natura. È sempre più difficile farlo; eppure, ancora ci innamoriamo.
La pubblicazione di questo nuovo album si inserisce in un momento particolarmente importante per la carriera di Teho Teardo. Recentemente, è stato invitato a partecipare alla 82ª Mostra del Cinema di Venezia con le colonne sonore sia del film “Ammazzare Stanca. Autobiografia di un assassino” di Daniele Vicari, che della serie televisiva “Portobello” di Marco Bellocchio, dedicata al caso giudiziario di Enzo Tortora, che verrà distribuita nel 2026 da HBO. Inoltre, Teardo ha presenziato la Paris Fashion Week, in occasione della sfilata della nuova collezione di Mugler, per cui ha composto le musiche. Una nuova produzione legata all’alta moda, dopo quelle per Sportmax degli anni precedenti.
TRACKLIST 1 Falling 2 Eravamo senza saperlo 3 Fuochi alleati 4 Laura Palmer's Theme 5 Twin Peaks Theme 6 L'insonnia delle rondini 7 L'unico confine è la pelle 8 The Ghost of Piacenza 9 And the Birds Will Have Their Say
Teho Teardo Plays Twin Peaks and Other Infinitives di Teho Teardo
Ho iniziato a fare registrazioni ambientali e a interessarmi al comportamento del suono quando ero un ragazzino. Da allora non credo di aver mai seriamente preso in considerazione di dedicarmi ad altro nella vita. Il mio passatempo preferito era rallentare le registrazioni nella speranza di scoprire cosa si celasse all’interno di quei suoni.
Da qualche anno ho ripreso le registrazioni ambientali notturne nei boschi al confine tra Italia e Slovenia. Il motivo è lo stupore che l’ascolto di quei luoghi misteriosi produce in me. Prima di essere un compositore sono un ascoltatore e il suono che fluttua nell’aria continua a sorprendermi.
Resto immobile in mezzo al bosco, alzo il volume del preamplificatore e il mio udito viene artificialmente potenziato come un super eroe che grazie alla tecnologia può percepire ciò che a orecchio nudo sfugge: un pulviscolo sonoro popolato da micro-pattern ritmici, versi, canti, richiami, ululati distanti, vento che sposta le foglie e inevitabili frammenti di inquinamento acustico che viaggiano tra le valli e s'incuneano ovunque.
Gli uccelli sono artefici di uno sciame infinito di melodie. Ne ho trascritte alcune e le ho suonate fino a quando non hanno trovato una via possibile per entrare nei brani del mio nuovo album. Nel paesaggio sonoro invisibile degli uccelli regna una forma di armonia perfetta e priva di stonature, in costante movimento.
Questo equilibrio magnifico mi commuove al punto da far risuonare un sentimento simile all'innamoramento. Mi sono chiesto se mentre ero lì immerso nel buio del bosco mi stessi innamorando di qualcosa, senza sapere di cosa si trattasse. Ho ritrovato quella domanda in una canzone, Falling, che per questo motivo apre il disco. E così la melodia del tema di Twin Peaks mi pare arrivata fino a me attraverso i canti degli uccelli.
Ho cercato altri frammenti melodici e li ho ritrovati tra le composizioni di Barbara Strozzi, Henry Purcell, Angelo Badalamenti e persino Bach. Anche queste melodie sono state tracce che mi hanno guidato nella ricerca all’interno del suono. Le ho trasformate in un nuovo contesto armonico che fosse soltanto mio. Da qui Infinitives del titolo: certe cellule dei compositori citati sono per me dei verbi all’infinito da declinare per affrontare il momento complesso che stiamo vivendo.
Stefano Bollani mi ha aiutato a sondare questi universi. Il suo pianoforte è stato una lente di ingrandimento, uno strumento di conoscenza più approfondita, un sostegno nella ricerca. A lui, alle voci di Keeley Forsyth, Abel Ferrara e del piccolo Vito Bondanese, a tutte le musiciste e i musicisti che hanno suonato in questo album sono grato per ciò che abbiamo scoperto
Articolo del
13/10/2025 -
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