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CHET FAKER – ‘Far Side of the Moon’
In poco più di tre minuti, Nick Murphy — il cantautore, musicista e produttore vincitore di cinque ARIA Award che si cela dietro il progetto Chet Faker — ci trascina in un intenso viaggio emotivo, trasformando la confusione e la nostalgia di un amore finito in parole che colpiscono dritte al cuore. Con ’Far Side of the Moon’, Murphy si conferma la voce perfetta di una generazione un po’ persa e spaesata, regalando un ritratto vivido e toccante dell’amore che sfuma, e di quel confine sottile tra dedizione e disperazione. Lui stesso ha affermato sul brano: "Si tratta di sforzarsi troppo per qualcuno che ami, fino al punto in cui non è più sano per la relazione..”. Il videoclip ufficiale, diretto da Baptiste Guilmard, presenta Chet Faker in una cabina di registrazione circondato da strati di distorsione visiva, a simboleggiare la confusione e la perdita di sé che il brano racconta. Dal 2011, anno in cui è diventato virale prima ancora che il termine diventasse di moda, Nick Murphy ha tracciato un percorso davvero unico verso il successo. Con il suo primo EP come Chet Faker, “Thinking in Textures”, ha vinto i premi come Breakthrough Artist of the Year e Best Independent Single/EP agli Australian Independent Records Awards, consolidando la sua reputazione come astro nascente. Negli anni successivi è letteralmente decollato nel panorama pop: la sua cover di ‘No Diggity’ dei Blackstreet è stata usata in uno spot del Super Bowl, e il suo primo album “Built on Glass” (2014) ha debuttato direttamente al primo posto, regalando hit come ‘Gold’ e ‘Talk Is Cheap’ — quest’ultima ha conquistato la vetta della Triple J’s Hottest 100 — e portandosi a casa ben cinque ARIA Awards.
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WOLF ALICE – ‘The Sofà’
’THE SOFA’, il nuovo singolo della band britannica WOLF ALICE, è contenuto nel loro atteso nuovo album, “THE CLEARING”, in uscita il 22 agosto. ‘The Sofa’ è il ritratto psicologico del nuovo album, un microcosmo dei temi più ampi che affronta: innamorarsi della propria vita per quello che è davvero e finalmente, mentre si invecchia, lasciar andare i sogni irrealizzati senza vergogna, colpa o delusione. Come un sogno ad occhi aperti, il brano è una ballata al pianoforte arricchita dalla miglior scrittura di Ellie Rowsell, radicale nella sua implacabile onestà. “Didn’t make it out to California / Where I thought I might clean the slate / Feels a little like I’m stuck in Seven Sisters / North London, oh England / And maybe that’s ok”, canta Rowsell che così ha commentato: “Il brano parla di non sforzarsi così tanto per capire tutto. È una riflessione sull'invecchiare e di cercare di non tormentarsi per cose che sono successe o non sono successe nella propria vita. Parla anche di cercare di fare i conti con quegli aspetti polarizzanti della propria vita quando si è in una band. Hai appena finito un grande tour, e poi torni a casa, a cenare sul divano. Per me, questo è riassunto in come tratto la TV. Una volta non guardavo mai due volte la stessa cosa, perché pensavo che ci fosse così tanto da scoprire! E ora sono tipo: va bene se voglio semplicemente riguardare Peep Show per la tredicesima volta.” I Wolf Alice saranno inoltre in Italia con un’unica data del loro tour, giovedì 13 novembre 2025 all’Alcatraz di Milano.
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MAMMOTH – ‘The Spell’
Il cantautore, vocalist, polistrumentista e produttore Wolfgang Van Halen, ha svelato tutte le informazioni sul suo terzo album, ”The End”, in uscita il 24 ottobre su BMG. L'album di 10 tracce dura 39 minuti e mostra l'evoluzione di Wolf e del suo modo di scrivere canzoni da quando ha iniziato la sua carriera da solista nel 2020. Registrato nel leggendario studio 5150, il disco è stato prodotto dall'amico e collaboratore Michael “Elvis” Baskette. Continuando la tradizione di scrivere tutte le canzoni, suonare tutti gli strumenti e cantare da solo, Wolfgang Van Halen ha deciso di mettersi alla prova andando oltre quello che ha fatto nel suo primo e nel secondo album, “Mammoth II”. Dall'ipnotica apertura di ’One Of A Kind’ alla contagiosa chiusura di ’All In Good Time’, Wolfgang dimostra la sua abilità come musicista e cantautore. Canzoni come ’Same Old Song’, ‘Happy’ e ’Selfish’ si inseriscono perfettamente accanto alle canzoni più vecchie dei Mammoth, che hanno pubblicato il loro primo singolo a maggio, il quale ha scalato le classifiche ed è attualmente nella Top 5 della radio Active Rock. In concomitanza con l'annuncio dell'album, i Mammoth svelano ai fan il brano ’The Spell’ ora disponibile su tutti i servizi digitali, il video musicale che mostra Wolfgang mentre suona tutti gli strumenti, diretto dal collaboratore Gordy De St. Jeor.
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CAPTAIN QUENTIN – ‘Niente di più’
"Quattro" è il quarto album dei Captain Quentin che, a parte la scelta originale del titolo, si presenta come una novità assoluta per la band. Il nuovo lavoro, che arriva dopo quasi nove anni dal precedente "We're Turning Again", e che vede per l’occasione il riformarsi della formazione originale, si pone come una vera e propria rivoluzione nella discografia dei Captain Quentin. Per la prima volta alle chitarre, ai bassi, ai sintetizzatori e le batterie, si affianca la voce. Dopo 20 anni di musica stoicamente strumentale, c'è adesso spazio per delle vere e proprie "canzoni", anche se il tiro musicale non si sposta di molto: disparità, cambi repentini di timing, sintetizzatori psichedelici e chitarre intrecciate. Per l’occasione sono stati scomodati degli amici non di primo pelo. Infatti per metà della tracklist (quattro tracce su otto) le strutture musicali da sempre strettamente incastrate e chiuse nel senso più tetris del termine, si allargano giusto quel poco per far spazio ai cantati di Dario Brunori, Max Collini (Offlaga Disco Pax), Amaury Cambusat (Ulan Bator), e Francesco Villari (Plastic Farm Animals) per l’occasione coinvolto assieme a Yosonu (al secolo Peppe Costa) in rappresentanza della compagine reggina. Un album questo per il quale la band ha scelto una squadra già assodata per la produzione artistica, ovvero Niccolò Mazzantini degli Appaloosa al missaggio e il Pisistudio di Roma per il Mastering. ’Niente di più’ è il primo estratto da “Quattro”, accompagnato da un suggestivo video creato e diretto da Giacomo Triglia. Due facce diametralmente opposte della Calabria musicale che si fondono assieme: il cantautorato e la voce del Brunori nazionale, che non ha bisogno di presentazioni, e la spigolosità delle strutture e dei suoni della band, da sempre rigorosamente strumentale nelle sue produzioni e, per la prima volta, aperta alla classica forma canzone. Poco meno di 4 minuti per un brano in cui la voce di Dario si districa tra le asperità ritmiche e la scrittura dei Captain Quentin a tratti si placa, si struttura appositamente per dare spazio alla presenza inedita di una parte vocale.
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THOM YORKE - 'Dialing In'
Con “Dialing In”, Thom Yorke torna a esplorare i territori sonori rarefatti e ipnotici che lo hanno reso una delle menti più originali della musica contemporanea. Il brano, parte della colonna sonora composta per il film "Confidenza" di Daniele Luchetti, intreccia elettronica minimale, tensione cinematica e sensibilità malinconica. Il video, diretto da Sabrina Nichols, traduce visivamente questo universo sonoro con immagini in bianco e nero animate, oniriche e inquietanti. Figure fluttuanti, silhouette deformate e dissolvenze astratte costruiscono un racconto per simboli, sospeso tra sogno e realtà. 'Dialing In' conferma la capacità di Yorke di emozionare anche attraverso le forme più essenziali, rinnovando il legame profondo tra musica e visione. Un’esperienza immersiva, evocativa e fortemente autoriale.
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SPRINTS – ‘Descartes’
Con Descartes, gli SPRINTS alzano ancora una volta il volume delle proprie inquietudini. Il nuovo singolo è un pugno post-punk che riflette sulla razionalità, la fede e il dubbio, mescolando introspezione filosofica e rabbia urbana. Guidati dalla carismatica Karla Chubb, gli SPRINTS continuano a imporsi come una delle voci più autentiche della scena alternative irlandese. Il video ufficiale, diretto con taglio cinematografico e tagliente intensità da Niamh Bryson è un inno disperato e lucido al bisogno di senso nel caos contemporaneo. Tra riff abrasivi e liriche dense, ‘Descartes’ è già un manifesto. accompagna il brano con immagini crude, simboliche, senza compromessi. La frontwoman Karla Chubb ha scritto il brano durante un volo, ispirata dal romanzo” Outline” di Rachel Cusk: «Vanity is the curse of our culture» ha innescato l’intuizione centrale di Descartes. È il primo estratto dal secondo album ”All That Is Over”, in uscita il 26 settembre 2025 via City Slang (mondiale) e Sub Pop (Nord America). Da guardare e ascoltare a tutto volume.
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