È il pezzo, messo in rete da pochi giorni – e che ha già superato le duecentomila visioni – dalla radicale e combattiva etichetta indipendente inglese WARP, del folle genio dell'innovazione musicale dell'ultimo ventennio: Dark Steering di Squarepusher, il migliore spacciatore di musica elettronica (formula assai riduttiva per lui!) sulla piazza globale: al secolo Tom Jenkinson, formidabile bassista, manipolatore di suoni e immagini, tra laptop e mixer, sospeso tra classica, jazz e fantasmagorie digitali.
Si tratta di un'anticipazione del lavoro di Squarepusher che uscirà a metà maggio con il titolo di Ufabulum, sempre per l'indipendente WARP; sostantivo che indica ordito, curvatura; verbo che intende deformare, guastare, ma il cui acronimo come ci ricordava, in occasione del ventennale della casa discografica, l'altro genio della nidiata – Richard D. James aka Aphex Twin – sta per We Are Reasonable People, ma anche per Weird And Radical Project.
E questo pezzo di Squarepusher è l'ennesimo, formidabile progetto strambo, misterioso, magico e radicale!
Dark Steering è una suite di quasi sette minuti. Epocale. A cominciare dal connubio musica e visuals, che come recitano i credits sono entrambi del nostro eroe: Music and LED visuals by Tom Jenkinson. È la rappresentazione visiva e sonora di apocalyptic nightmares about trails of nuclear missiles in the night sky, così ci dice Squarepusher stesso, nelle potenti note che accompagnano l'anticipazione.
Si parte: rumori e LED sfocati, come stelle, di fiocchi di neve, quindi batteria e riverberi manipolati. Il nostro eroe con in testa un casco di LED (lontanissimo omaggio all'eredità di Tron di Daft Punk, ma qui in versione scura, accecante e lisergica), dietro alla consolle, all'officina magica, all'altare misterioso dei nostri incubi infranti. Due minuti di incursioni tra sciabolate digitali e frammenti lirici. Navicelle spaziali attraversano biblioteche multidimensionali. Proiezioni visive ed echi ancestrali. Ai 2'40” (come fanno gli sfegatati commentatori di video e pezzi in rete e in questo caso lo siamo anche noi!) si apre la sinfonia: le scie chimiche sconvolgono l'orizzonte e i missili cominciano a solcare il cielo, sul tappeto sonoro da pagana orchestra postmoderna. Rampa di lancio. Motori che si riscaldano. Pause in sospensione. Giri a vuoto. È il momento di prepararsi. Il meglio deve arrivare. E arriva, come promesso. Entra l'inconfondibile battito drum'n'bass, i nostri piedi cominciano a muoversi sotto la scrivania, la testa va su e giù, le braccia provano ad alzarsi, se solo potessero. Al passaggio dei quattro minuti è l'apocalisse fatta vertigine: l'oblio del vuoto che ci attira, la sommossa permanente, il fomento sottocassa, che ci fa tornare monelli terribili, il battito furioso che accenna drill'n'bass. Siamo precipitati nell'infernale dance hall della schizofrenia collettiva. Ci sembra di intravedere Deleuze&Guattari – i nostri amati D&G! – che saltano indemoniati nel nero cosmico sconvolto dai mille piani delle onde sonore e visive di Squarepusher.
E a poco serve il mezzo minuto di quiete che accompagna la chiusura. Il pezzo è lì, che già riparte, re-play in loop e siamo sicuri anche in qualche dj set pirata nel prossimo week-end.
In attesa dell'uscita di Ufabulum, prevista per il 14 maggio e della performance romana per il Festival Meet In Town nella splendida Cavea dell'Auditorium Parco della Musica di Roma il 9 giugno: ben tornato, fratello Squarepusher!!
Articolo del
-
|