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Il ciclone "Rivera" si abbatte sul concerto del Primo Maggio a San Giovanni
di
Fabrizio Biffi
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Andrea Rivera uno dei tre presentatori del concerto del Primo Maggio a Roma insieme a Paolo Rossi e Claudia Gerini, è al centro di una polemica per alcune sue frasi pronunciate sul palco di Piazza San Giovanni.
Rivera, che tra un esibizione e l’altra si è ritagliato degli spazi per cantarla ai lavoratori, ai disoccupati, ai tre milioni e mezzo di lavoratori in nero e alle tantissime, troppe vittime degli incidenti sul lavoro sembrava letteralmente sopra le righe: "siamo un Paese di eroi, ma molti eroi cadono dai tralicci, mentre noi ci ricordiamo solo di Quattrocchi". Continua la sua esibizione attaccando la Chiesa: “Il Papa ha detto che non crede nell'evoluzionismo. Sono d'accordo, infatti la Chiesa non si è mai evoluta. Non sopporto che il Vaticano abbia rifiutato i funerali di Welby. Invece non è stato così per Pinochet, a Franco e per uno della banda della Magliana. E' giusto così” ha sottolineato Rivera, “ assieme a Gesù Cristo non c'erano due malati di Sla, ma c'erano due ladroni".
Raggiunto in camerino dalle voci che qualcuno si sia risentito della sua esibizione Rivera commenta: “la messa è finita, andate in pace. Mi dispiace e non trovo giusto che qualcuno mandi i proiettili a Bagnasco, ma la Chiesa in cui mi riconosco è quella di san Francesco”.
Immediate le critiche dei sindacati e di RaiTre, su cui il concerto era in diretta: “Sono dichiarazioni molto stupide che non condivido, in un paese civile la libertà religiosa e della Chiesa è altrettanto importante della libertà politica e sindacale” ha detto Luigi Angeletti della Uil.
“Il concerto del primo maggio non è il luogo adatto per fare politica e fare divisioni. Ma è l'espressione più grande di tolleranza e di convivenza. Se Rivera si è fatto qualche bicchiere in più, fa bene a fare una doccia fredda” commenta invece Raffaele Bonanni della Cisl; per Epifani della Cgil invece “sono frasi del tutto inopportune, tanto più in una giornata come questa”.
Si è associa alle polemiche dei sindacati anche Paolo Ruffini, direttore di RaiTre che commenta “questa è una festa dei lavoratori e del sindacato, momento di tolleranza e di convivenza. E' un grande spettacolo che la Rai riprende e trasmette ogni anno perchè anche questo è il suo ruolo, senza censurarlo o pretendere di determinarne i contenuti. Quanto alle parole di Rivera, non posso non concordare con quanto hanno affermato i segretari di Cgil, Cisl e Uil”.
Articolo del
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