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Spotify
No streaming per le band razziste
di
Redazione XTM
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Non si placa la polemica negli Stati Uniti dopo i gravissimi fatti della Virginia dove il 12 agosto a Charlottesville si è consumata una delle pagine più nere della storia americana.
A scendere in piazza per primi erano stati i cosiddetti suprematisti bianchi, un gruppo di estrema destra dichiaratamente razzista e armato che al grido di “white lives matter” che protestava contro la rimozione della statua del generale Robert Lee, eroe dei sudisti ai tempi della Guerra Civile americana. Contemporaneamente, sempre a Charlottesville, andava in scena una contro-manifestazione antirazzista e a nulla è valsa la presenza di un migliaio di agenti a formare una sorta di cordone umano per evitare che i due cortei venissero a contatto. E alla fine la tragedia con una macchina lanciata tra la folla del corteo antirazzista che ha provocato una vittima e molti feriti.
Molte le reazioni e le prese di posizione dopo questi gravi fatti. Impacciata quella del Presidente Donald Trump che prima ha condannato l’azione dei suprematisti bianchi e poi ha rettificato attribuendo le colpe ad entrambe le parti.
Più pragmatica la presa di posizione dei responsabili di Spotify che hanno esaminato minuziosamente il catalogo della piattaforma di musica in streaming scoprendo di ospitare almeno 29 gruppi dichiaratamente razzisti o aderenti al movimento dei suprematisti bianchi.
Da qui la rimozione immediata di molte delle band e la messa “sotto osservazione” di altre. In una dichiarazione ufficiale, un portavoce di Spotify ha precisato ”le case discografiche sono co-responsabili della pubblicazione di questi gruppi, la nostra società non tollererà materiale o canzoni contenenti testi che incitano all’odio razziale o religioso o a qualsiasi tipo di discriminazione.. stiamo già rimuovendo molte di queste band e siamo contenti di aver ricevuto molte segnalazioni dai nostri utenti”
Articolo del
17/08/2017 -
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