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The Lemonheads
Lovey (30th Anniversary Deluxe Edition)
2020
Fire Records
di
Andrea Salacone
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Dopo essersi fatti le ossa con tre LP turbolenti usciti tra il 1987 e il 1989 sull’etichetta indipendente Taang! Records, i bostoniani Lemonheads, guidati da Evan Dando, espandono gli orizzonti della propria proposta musicale: si aprono a melodie più orecchiabili e rivisitano brani di artisti quali Michael Nesmith (Different Drum), Misfits (Skulls) e Suzanne Vega (Luka). Quest’ultima rilettura amplia considerevolmente la cerchia degli appassionati della band; scavalcati i confini dell’underground, segue l’esordio su major con l’album “Lovey” (1990), ora ristampato in una magnifica versione in doppio Cd o doppio vinile con esaustive liner notes e una confezione a libro davvero allettante.
Benché imperfetto se paragonato al successivo “It's a Shame About Ray”, il disco contiene perle la cui luminosità non si è affievolita col passare degli anni: il quasi slow-core di Ride With Me; Stove, miniatura vibrante in cui una stufa diventa una sorta di correlativo oggettivo per esprimere la difficoltà di accettare i cambiamenti; i chiaroscuri di Half The Time; la grazia di Year Of The Cat e di Brass Buttons, cover di Gram Parsons; i sapori quasi “black” dei ricami di chitarra wah-wah in Lil Seed.
Alcuni brani sono invecchiati meno bene: Ballarat e Come Downstairs, nonostante il loro slancio, suonano uguali a tanti altri incisi in quegli anni da svariati gruppi; Left For Dead potrebbe provenire dal repertorio degli Hüsker Dü; (The) Door è un pastiche a metà strada tra power ballad hard rock e la parte finale di Stairway To Heaven, il cui assolo virtuoso (con tanto di tapping, ma non lo esegue Dando…) sembra parecchio fuori luogo in questo contesto.
A impreziosire la “30th Anniversary Deluxe Edition”, un secondo disco con le registrazioni per una trasmissione radiofonica australiana (una nota a margine: otto pezzi per la durata complessiva di 25 minuti; “Lovey” ne dura 35; un unico CD avrebbe potuto contenere tutta la musica offerta dalla riedizione).
Svettano il trasporto punk di Come Back D.A., Stove e di Die Right Now; la lenta ma vigorosa A Song For You (altro omaggio a Gram Parsons); l’interpretazione, molto fedele all’originale, di Nighttime dei Big Star; l’intensità di Ride With Me.
La Fire Records ha insomma prodotto una ristampa appetibile, realizzata con la dovuta cura. Chi si sbarazzerà della copia dell’album già in suo possesso per questa versione “rimpolpata” non avrà a pentirsene: non si tratta del raschio del barile a cui altre etichette ci hanno purtroppo abituato.
Articolo del
29/12/2020 -
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