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Grandbrothers
Open
2017
City Slang
di
Giancarlo De Chirico
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Il duo tedesco non fa che confermare la perfetta sintesi raggiunta fra armonie ancestrali e beat elettronici nonché il suo attuale stato di grazia. A soli due anni di distanza da “Dilation”, loro album di esordio, dimostrano di aver fatto enormi passi in avanti. Album da possedere ad ogni costo Attenzione, sto per presentarvi un album fantastico, che si intitola Open, che è stato pubblicato dai Grandbrothers, che risolverà per molto tempo il problema di quale disco ascoltare quando siete da soli e vi piace rimanere in silenzio con voi stessi, magari ad ascoltare musica.
Si tratta di un disco solo strumentale, realizzato in studio dal duo musicale composto dal pianista Erol Sarp, di estrazione jazz, e dal creatore di nuovi sintetizzatori Lukas Vogel, entrambi residenti a Dusseldorf.
L’album inizia subito bene, con due composizioni come “1202” e “Bloodflow” in rapida successione, subito pronte a riscaldare il cuore. E’ musica elettronica che si mescola a residui di musica classica, è una melodia moderna che contempla il rumore e lo trasforma in passaggio armonico.
E’ la rinascita in musica del romanticismo tedesco, è la colonna sonora di meditazioni future, unico e solo ricovero in una notte di inverno. Brani come “From A Distance”, “Circonflexe”, “Alice” e “Sonic Riots” non fanno altro che confermare la perfetta sintesi raggiunta fra armonie ancestrali e beat elettronici nonché l’attuale stato di grazia dei Grandbrothers che - a soli due anni di distanza da “Dilation”, il loro album di esordio - dimostrano di aver fatto enormi passi in avanti. Album da possedere ad ogni costo
Articolo del
06/12/2017 -
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