Islaja è Merja Kokkonen, artista finlandese al suo sesto album, Tarrantulla, in uscita il primo dicembre 2017 per la Svart Records. La stampa parla già di un lavoro mai così eclettico dove “il synthpop cozza contro assoli di sassofono e testi umoristici, dove le melodie folk ed i flauti vengono sottoposte a trasformazioni elettroniche”.
Sembra fighissimo a sentirlo così, ma andiamo ad analizzare. Anzitutto Tarrantulla si presenta molto bene anche sul piano grafico: una figura femminile, stilizzata a matita, ricorda molto gli schizzi di Schiele e dà già quell’impronta di espressionismo nordeuropeo, di mistero, di cupezza, di tangibile malinconia. La ragazza ci sa fare.
L’elettronica si mescola abbondantemente con un sound orchestrale, creando atmosfere mistiche, purissime, quasi ascetiche. È un abbandono elettronico dei più raffinati, ci si sente espulsi dal mondo ascoltando quest’album, ma anche attoniti, disinibiti, spiazzati. Ci si sente un tutt’uno con l’eternità. La Kokkonen è un’artista fra le più quotate nel campo elettronico, ma stavolta ha superato il limite. Un viaggio profondo tra derive bibliche, distorsioni cosmiche e tempeste sonore, ma tempeste emozionali che purificano chi ascolta e allo stesso tempo lo arricchiscono.
Tre delle canzoni dell’album sono state realizzate nei Kaiku studios assieme al percussionista Tatu Ronkko, le restanti sono state registrate nello studio personale dell’artista. E si sente dal fatto che i suoni, come persone, sembrano essere totalmente a loro agio, in un ambiente caldo e protetto. Le atmosfere ricordano fortemente quelle di first lady dell’elettronica tedesca, come la Morgenstern, di cui vi abbiamo parlato di recente, Lau Nau, cantautrice conterranea di Islaja , di stampo meno elettronico, la tedesca Gudrun Gut o la sempre finlandese Kuupuu.
Islaja è una vera e propria produttrice di atmosfere oniriche quanto maestose, quanto tenui e sottili, così anche più elettriche ed esaltanti. Da annoverare a pieno titolo fra le cantautrici nordeuropee da ascoltare e riascoltare. Perché la noia non sussiste mai
Articolo del
02/12/2017 -
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