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Godblesscomputers
Solchi
2017
La Tempesta
di
Claudio Prandin
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Tutti il mondo conosce la storia di Pinocchio, il monello toscano che rappresenta alla perfezione i pregi e i difetti degli Italiani; non sono molti però quelli che si soffermano sulla figura di Geppetto, il padre-creatore che con amore raccoglie un pezzo di legno, lo lavora e gli dona forma, recupera poi vecchi stracci e crea dei vestiti: insomma, assembla semplici materie prime per creare qualcosa di vivo.
Lo stesso vale per Lorenzo Nada in arte Godblesscomputers che da una solitaria soffitta recupera una vecchia drum machine, dischi di musica classica dei suoi genitori e vecchie musicassette che contengono la sua voce da bambino, quindi ritaglia, copia, cuce e incolla sedici tracce con le radici ben piantate nel passato ma con una chiara attitudine futuristica. Con questo terzo disco il producer bolognese rimane fedele alla sua storia riproponendo un groviglio di musica elettronica, synth analogici e campionamenti ai quali però aggiunge chitarre jazz, scratch e rumori vari prodotti da oggetti appartenenti al suo personale vissuto, per creare un caleidoscopio sonoro che passa dal soul all’hip-hop, dal dub al reggae. Per ottenere questo risultato si è avvalso della collaborazione di diversi amici musicisti, chiamati volta per volta nel suo studio per registrare le parti vocali o sperimentare in svariate jam sessions successivamente rielaborate e registrate.
Glue è l’esempio più significativo di questo decoupage musicale e può essere preso come manuale per descrivere il processo creativo dell’intero album. Brothers contiene uno scheletro ritmico hip-hop sorretto dalla kalimba e da rumori prodotti con le chiavi di casa dell’autore, a rimarcare il carattere intimo e personale del progetto; un bellissimo giro di basso impreziosisce il brano. Adriatica alterna un cantato hip-hop con un jam di chitarre, synth e sax. Life On Fire cantata da Forelock non poteva che esondare liberamente nel dub e nel reggae, mentre Records esplora ritmi più funky.
La diversità di questa offerta si dispiega in episodi multiformi chiamati “solchi” (per omaggiare i mai abbandonati vinili) che partendo dalla memoria e dai ricordi sfida il tempo e racconta il modo in cui inesorabilmente passa.
Articolo del
25/11/2017 -
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//www.youtube.com/watch?v=8UlzAYNwqgo
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