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Teatro Satanico
XX
2013
Nedac
di
Mauro Abbate
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Teatro Satanico è un nome che potrebbe non dire molto alla gran parte degli ascoltatori di musica italiani, anche tra coloro che seguono la scena underground. Potrebbe anzi sviare completamente qualunque persona decida di approcciarsi alla conoscenza di questo progetto. Eppure si tratta di un duo nato addirittura nell'ormai non vicino 1993 su iniziativa di Devis “deviLs” Granziera, con alle spalle una lunga carriera costellata di pubblicazioni e discreti successi. Dotati di una vocazione incontrollabilmente sperimentale, i TS (ora un trio, completato da Roberto “Kalamun” Pasini e Mauro Martinuz) si sono dedicati alla musica elettronica in sfaccettature molto diverse, passando dal synth-punk dei primi anni (del quale alcune tracce sono rilevabili anche nell'ultimo lavoro) a composizioni più vicine ad un certo tipo di pop, definito in fase di presentazione come essenzialmente post-moderno, e post-industrial in alcune sfumature. Lavoro molto breve e di grande intensità, “XX” prova a tradurre in musica il contrasto che vede il Teatro Satanico in lotta - intellettualmente - con l'odierna società dogmatica e stereotipizzata, costituita da individui sempre più portati alla perdita di ogni spirito critico. C'è un senso di inadeguatezza che pervade l'intero album, acuito in alcuni punti fino a divenire sconforto, in altri invece più tenue, e volto ad uno moto di ribellione emotiva. Emblemi di queste due sensazioni contrapposte sono la prima traccia Mondo Cane (à Yves Klein) (è più che ipotizzabile un collegamento tra la copertina dell'album e i lavori monocromi dell'artista transalpino), il cui tappeto musicale accompagna un testo in francese che esprime un disagio interiore che porta ad un bisogno di protezione e liberazione in un mondo la cui ipocrisia sfocia in una mera stupidità, e l'ultima traccia L'Occidente, il cui maggiore vigore ritmico risulta, tuttavia, niente più che un'altra forma dello spleen protagonista del disco. In posizione intermedia tra queste due brani troviamo Il Teatro Della Memoria (dominato da sintetizzatori tetri ed angoscianti), La Farmacia dell'Angelo (brano dissimile rispetto alle altre tracce, più efficace, seppur pesante e cadenzato allo stesso modo) e The Owl (dall'incedere leggermente troppo anonimo). Si chiude così la versione in disco di quest'ultima fatica del Teatro Satanico, laddove la versione in vinile offre la possibilità di ascoltare sul lato b due pezzi del repertorio storico del gruppo (Comandante Bruno e Confesso Tutto!). Non vi è altro da aggiungere. “XX” è un lavoro che vive di sensazioni. Potrà essere apprezzato, specialmente dai fan di vecchia data e dagli amanti della musica elettronica alternativa. E in fin dei conti dal momento che la monotonia e l'eccessiva gravosità dell'ascolto vengono temprate dalla durata contenuta, che aiuta a rimanere concentrati e a scoprire i dettagli sonori e atmosferici più sofisticati, potrà risultare interessante anche per coloro i quali, pur non vantando grande cultura su tali generi, vorranno cimentarsi in un'esperienza non usuale.
Articolo del
15/12/2013 -
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