L’idea di un Quartetto Urbano nasce nel 2000 quando Germana Mastropasqua, Flaviana Rossi, Michele Manca e Xavier Rebut si trovano a cantare insieme le musiche di scena scritte da Giovanna Marini per lo spettacolo “Animarrovescio” della coreografa Adriana Borriello che vede anche la collaborazione di Antonella Talamonti, autrice fra l’altro del testo della canzone che dà il titolo all’album. Il gruppo ha in comune il fatto di aver seguito per tanti anni il corso sul canto di tradizione orale tenuto da Giovanna Marini a Roma, presso la Scuola Popolare di Musica di Testaccio e di aver condiviso diversi viaggi di ricerca sul campo, registrando dal vivo celebrazioni a carattere rituale, sia sacre che profane. La frequentazione di un mondo legato alla musicalità popolare ha prodotto poi un’attenta riflessione sulla qualità delle voci, sull’importanza dei timbri e sui diversi modi di mettere insieme di raccontare, di dare spazio in musica alla memoria. Le provenienze musicali dei singoli “vocalist” erano diverse e andavano dalla musica contemporanea alla musica sacra, dall’improvvisazione jazz alla canzone romana, ma ognuno di loro è stato capace di rimettersi in discussione, di aprirsi interamente verso questo nuovo percorso. Ne risulta un album inaspettato, originale e completo, musicalmente denso e corale, ricco anche sul piano emotivo, che testimonia la serietà del lavoro svolto. Un album come “Un Altro Modo E’ Possibile” nasce dalla volontà di trovare un terreno conune contro la superficialità e la volgarità oggi imperanti, e si segnala per brani come “Quande Criste Andava Per Mare”, un canto molisano tradizionale, “L’Amore Vecchio”, di Giovanna Marini, “L’Anima Mia Come La Vostra”, elaborazione di un canto della laguna veneta e “Lu Giovedì Santo”, la passione di Cristo riletta all’interno di un processo di destrutturazione e addensamento, entrambi i brani sono di Xavier Rebut. Fra i momenti solisti poi vi ricordiamo “Scontento” di Giovanna Mastropasqua e “Ultimi Moti” di Michele Manca che lavora sulle ottave della tradizione e reinventa la forza del cantastorie. Da ascoltare con estrema attenzione anche “Uèi”, riproposta di un canto tradizionale, un brano che mette la qualtà voce al servizio del senso, “Evviva il I Maggio”, un canto politico, tratto da un coro di mondine del vercellese, e infine “Il Lamento dei Mendicanti”, scritta da Matteo Salvatore, un cantastorie pugliese. La musica e le scelte del Quartetto Urbano sono fedeli alla realtà interiore di ciascuno dei componenti che eseguono i brani con naturalezza e spontaneità, malgrado le difficoltà oggettive del repertorio. Xavier Rebut, autore di molti dei brani musicali che compaiono sul disco riesce nel difficile tentativo di mescolare i canoni della musica pop con la musica contemporanea, ricerca i suoni cari a Schoenberg e si misura con intervalli difficili, propri di John Cage. Un album bello ed importante, che consigliamo a quanti hanno già avuto modo di apprezzare qualche tempo fa il disco inciso insieme da Giovanna Marini e Francesco De Gregori, e vol essere approfondire il discorso.
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