A distanza di 7 anni dal precedente lavoro in studio, i Negrita tornano alla ribalta con il loro undicesimo album: Canzoni per anni spietati. Un titolo che non ha bisogno di troppe spiegazioni e non si serve di metafore per definire la realtà socio-politica odierna, racchiudendo nove canzoni nate per guardare negli occhi la realtà senza troppi giri di parole.
Non si tratta semplicemente di un album, è un vero e proprio concept letterario che racconta con uno sguardo critico la realtà attuale e, canzone dopo canzone, accompagna l’ascoltatore ad un pellegrinaggio sonoro e interiore in un tempo che non fa sconti a nessuno.
Sempre controcorrente e con il coraggio che li contraddistingue, i Negrita non badano alla musica moderna, quella usa e getta, senza contenuti. Si mantengono fuori da quest’industria dominante, non riconoscendosi e mantenendo il vero sound che li caratterizza. I Negrita non cercano di piacere ma di colpire con concetti crudi e reali, fotografando un periodo attraverso la musica. Ogni canzone è una piccola ribellione esistenziale, un gesto di dignità artistica e umana.
La necessità di distinguersi dalla massa, lo si ritrova all’interno dei testi. “Noi siamo gli altri” è una traccia che, in un certo qual modo, ammette il senso di sentirsi diversi in una società che schematizza e non prende in considerazione le vie alternative e le sfumature, pretendendo che ci siano solo due possibilità opposte in una scelta.
L’assenza di una copertina illustrata è una scelta radicale e poetica che rimarca il concetto di aver bisogno urgente di denunciare e raccontare la cruda realtà, spogliandosi di tutto il superfluo. I Negrita fanno i conti con la disillusione, con la decadenza di un mondo troppo connesso per essere davvero presente, con la fatica di restare umani in un’epoca che premia chi finge e lo fanno senza vittimismo. Brani come “Non esistono innocenti, amico mio” o “Nel blu (Lettera ai padroni della terra)” sono pezzi piccanti, delle vere e proprie invettive che si rivolgono tanto al potere, quanto all’uomo comune, senza retorica ma con feroce lucidità. Non è un caso, infatti, che l’album si apra proprio con “Nel blu (lettera ai padroni della terra)”, brano rappresentativo, nato dallo studio su Bob Dylan e, soprattutto, alla sempre attuale “Masters of war”. Un gesto d’amore per la Terra, per l’umanità, per il futuro in un’epoca che divora ogni cosa con la velocità di uno swipe.
Altri riferimenti chiari a Bob Dylan si ritrovano anche in “Song to Dylan”, ispirata proprio all’artista che, ad inizio carriera, dedicò una canzone al suo riferimento musicale: Woody Guthrie (“Song to Woody”). Nel disco dei Negrita trova spazio anche una cover di De Gregori: “Viva l’Italia” per celebrare uno dei più grandi cantautori italiani, con una canzone sempre molto attuale che calza a pennello con questo concept.
“Canzoni per anni spietati” è un album in cui c’è anche della sana autocritica generazionale. “Dov’è che abbiamo sbagliato” è un brano che racchiude un’idea semplice: quella della riflessione generazionale lucida e senza paternalismi, portando un messaggio vero. Un’analisi semplice e sincera che motiva i risultati attuali.
L’album si chiude con “Non si può fermare” una canzone scritta e cantata da Drigo, figlia di un altro periodo difficile: il lockdown. Da questo testo viene fuori una speranza: quella di tornare a vivere in modo normale in un periodo che, forse, sarebbe meglio cancellare.
Musicalmente, il disco mescola folk, funky e rock. È un album che non ha paura di essere fragile, che non teme di farsi vedere nudo, senza effetti speciali e, proprio per questo, diventa potente. Dopo trent’anni, i Negrita non si limitano a tornare, si rimettono in gioco e lo fanno con la maturità di chi ha scelto di non indossare maschere.
Con la passione di chi crede ancora nella musica come atto rivoluzionario necessario e con l’urgenza di chi ha qualcosa da dire, non per moda, ma per amore. “Non esistono innocenti amico mio” è un album che non consola, ma abbraccia. Che non intrattiene, ma accompagna. I Negrita hanno scritto un disco da attraversare con lentezza e consapevolezza, da tenere vicino come si fa con i libri importanti. E se questi sono davvero anni spietati, allora canzoni così sono più necessarie che mai.
Dopo il tour nei club che ha visto protagonisti i Negrita negli ultimi mesi, ci saranno quattro appuntamenti estivi in cui mescoleranno sessioni live in acustico con racconti. - 28 luglio - Stupor Mundi, Mesagne (BR) - 30 luglio - Sui sentieri degli Dei, Agevola (NA) - 31 luglio - I cantieri dell’immaginario, L’Aquila (AQ) - 2 agosto - Forte di Bard (AO)
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