Forgiare una musica indeterminata, lontana da ogni genere di etichettamento, libera di fluire senza costrizioni di sorta, siano esse dettate da formule sonore precostituite quanto dal proprio passato sonico; questi gli intenti alla base di Musica X, sesto album a nome Perturbazione. Un’opera, la cui indeterminatezza è rimarcata dalla stessa X contenuta nel titolo, che con i suoi 35 minuti, è l’antitesi, perlomeno a livello di durata, del precedente, doppio, Del nostro tempo rubato. Una brevità che tuttavia giova all’economia generale del disco, dando modo al combo rivolese di focalizzare al meglio i propri desideri di sperimentazione, tanto a livello di programmazione elettronica, quanto ritmici e melodici.
Per riuscire in quest’ambizioso intento, Cerasuolo e compagni si affidano alle sapienti mani di Max Casacci, il cui apporto in cabina di regia risulta essere fondamentale nell’indirizzare i nostri verso inedite soluzioni soniche. Un giocare con la materia pop, intorno alla quale vengono plasmate mai invasive trame elettroniche, che è sintomatico di una crescita, album dopo album, non solo anagrafica ma anche artistica. Proprio il raggiungimento dell’età adulta, della maturità è uno dei temi intorno al quale si dipana un tessuto lirico ironico e tagliente, con tuttavia un ben marcato fil rouge narrativo basato sulla vita di coppia, dalla manutenzione della stessa fino al suo scoppio. Un eclettismo lirico e musicale che si estende anche al carnet di ospiti presenti, quanto mai variegato; a cominciare da I Cani, nell’incedere quasi marziale di Questa è Sparta, passando per la fascinazione vocale di Erica Mou nell’esplicitazione sessuale di Ossexione, fino al duetto “generazionale” tra Cerasuolo e Luca Carboni ne I baci vietati, tanto improbabile sulla carta quanto riuscito a livello di resa sonora, tanto da guadagnarsi la palma di uno tra i migliori episodi del lotto. Dieci i brani presenti, in una continua reiterazione di quella X che ci accompagna fin dall’inizio della recensione; dieci fondamentali episodi di un unicum sonico, da assaporare nella sua interezza per apprezzare appieno il certosino lavoro musico-testuale che gli ha dato vita pentagrammatica.
Musica X è il figlio primogenito di una nuova “complessità pop”, capace di sintetizzare nel breve spazio di un’opera i più disparati elementi; ma al contempo anche il nipote di quella mobilità e disinvoltura, esplicate in tempi non sospetti da Italo Calvino, caratterizzanti la rapidità di stile; ovvero quelle qualità che s’accordano con una scrittura pronta alle divagazioni, a saltare da un argomento all’altro, perdendo il filo 100 volte e a ritrovarlo dopo 100 giravolte. Una definizione quest’ultima, estrapolata dalle Lezioni americane, capace di descrivere esaurientemente la nuova, mirabile, giravolta sperimentale a marchio Perturbazione.
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